Il crescente sviluppo dell’allevamento bufalino, che è andato di pari passo con l’aumento del consumo della mozzarella, ha determinato il diffondersi di tecniche di allevamento e di piani alimentari di tipo intensivo che, per l’influenza negativa esercitata sul benessere animale, vengono ritenuti da più parti responsabili della diminuzione della qualità delle produzioni e del peggioramento del ritmo riproduttivo. Recentemente, la necessità di usufruire di nuovi spazi e la scarsa redditività della bovinicoltura nelle aree collinari ha favorito l’espansione dell’allevamento bufalino anche in queste zone dove l’approvvigionamento di foraggi, comunemente impiegati nell’alimentazione del bufalo per assicurare buone prestazioni produttive, risulta economicamente poco vantaggioso non essendo possibile in collina realizzare colture necessariamente irrigue. Da qui la necessità di adoperare fonti alimentari alternative, quali leguminose e graminacee da granella e da foraggio, coltivazioni foraggere estensive a modesto impatto ambientale. In tale contesto nella formulazione delle razioni sarebbe da prevedere anche l’impiego di foraggi conservati con tecniche innovative (fieno - silo, disidratazione). L’ottimizzazione delle tecniche di coltivazione e di conservazione delle produzioni vegetali in sistemi estensivi permetterebbe di aumentare il rapporto foraggio/concentrati nei piani di razionamento delle bufale in lattazione. Il conseguente miglioramento dell’ambiente ruminale e l’utilizzazione di forme di allevamento che prevedono maggiore spazio vitale a disposizione degli animali, l’impiego di strategie innovative per il controllo di alcune parassitosi, quali le coccidiosi sostenute dai generi Eimeria e Cryptosporidium, particolarmente diffuse negli allevamenti bufalini, rappresentano fattori determinanti per migliorare lo stato del benessere animale. Il progetto di ricerca si prefigge di controllare l’influenza dei succitati fattori sul benessere animale e sulla qualità delle produzioni mediante: realizzazione di sistemi produttivi vegetali agro - ecosostenibili; monitoraggio dei principali parametri ematici indicatori di stress; stima dell’efficienza produttiva e riproduttiva; valutazione delle caratteristiche chimiche, nutritive ed organolettiche delle derrate alimentari ottenute. Obiettivo del progetto è quello di individuare e definire delle linee guida che permettano di addivenire a disciplinari che regolino l’intera filiera bufalina. Particolare attenzione sarà posta anche alla produzione della carne. A tal proposito sono da sottolineare le peculiari caratteristiche dietetico nutrizionali delle carni bufaline, caratterizzate da un tenore in lipidi che non raggiunge il 3% (Ferrara et al. 1970 Atti SiSVet); di questi la percentuale maggiore è fornita da esteri di acidi grassi insaturi (51-57 %). Il contenuto di colesterolo è decisamente inferiore a quello delle carni bovine (Cutrignelli et al, 1996 – Proc XXXI Simp. Inter. Soc. It. Prog. Zot., 45 – 46).
Produzioni vegetali agro-sostenibili, innovazioni dei sistemi di allevamento e dei piani di alimentazione nelle aziende bufaline per migliorarne lo stato sanitario, il ritmo riproduttivo e le qualità organolettiche dei prodotti / Piccolo, Vincenzo. - (2005). (Intervento presentato al convegno Produzioni vegetali agro-sostenibili, innovazioni dei sistemi di allevamento e dei piani di alimentazione nelle aziende bufaline per migliorarne lo stato sanitario, il ritmo riproduttivo e le qualità organolettiche dei prodotti. nel 29/11/2005).
Produzioni vegetali agro-sostenibili, innovazioni dei sistemi di allevamento e dei piani di alimentazione nelle aziende bufaline per migliorarne lo stato sanitario, il ritmo riproduttivo e le qualità organolettiche dei prodotti.
PICCOLO, VINCENZO
2005
Abstract
Il crescente sviluppo dell’allevamento bufalino, che è andato di pari passo con l’aumento del consumo della mozzarella, ha determinato il diffondersi di tecniche di allevamento e di piani alimentari di tipo intensivo che, per l’influenza negativa esercitata sul benessere animale, vengono ritenuti da più parti responsabili della diminuzione della qualità delle produzioni e del peggioramento del ritmo riproduttivo. Recentemente, la necessità di usufruire di nuovi spazi e la scarsa redditività della bovinicoltura nelle aree collinari ha favorito l’espansione dell’allevamento bufalino anche in queste zone dove l’approvvigionamento di foraggi, comunemente impiegati nell’alimentazione del bufalo per assicurare buone prestazioni produttive, risulta economicamente poco vantaggioso non essendo possibile in collina realizzare colture necessariamente irrigue. Da qui la necessità di adoperare fonti alimentari alternative, quali leguminose e graminacee da granella e da foraggio, coltivazioni foraggere estensive a modesto impatto ambientale. In tale contesto nella formulazione delle razioni sarebbe da prevedere anche l’impiego di foraggi conservati con tecniche innovative (fieno - silo, disidratazione). L’ottimizzazione delle tecniche di coltivazione e di conservazione delle produzioni vegetali in sistemi estensivi permetterebbe di aumentare il rapporto foraggio/concentrati nei piani di razionamento delle bufale in lattazione. Il conseguente miglioramento dell’ambiente ruminale e l’utilizzazione di forme di allevamento che prevedono maggiore spazio vitale a disposizione degli animali, l’impiego di strategie innovative per il controllo di alcune parassitosi, quali le coccidiosi sostenute dai generi Eimeria e Cryptosporidium, particolarmente diffuse negli allevamenti bufalini, rappresentano fattori determinanti per migliorare lo stato del benessere animale. Il progetto di ricerca si prefigge di controllare l’influenza dei succitati fattori sul benessere animale e sulla qualità delle produzioni mediante: realizzazione di sistemi produttivi vegetali agro - ecosostenibili; monitoraggio dei principali parametri ematici indicatori di stress; stima dell’efficienza produttiva e riproduttiva; valutazione delle caratteristiche chimiche, nutritive ed organolettiche delle derrate alimentari ottenute. Obiettivo del progetto è quello di individuare e definire delle linee guida che permettano di addivenire a disciplinari che regolino l’intera filiera bufalina. Particolare attenzione sarà posta anche alla produzione della carne. A tal proposito sono da sottolineare le peculiari caratteristiche dietetico nutrizionali delle carni bufaline, caratterizzate da un tenore in lipidi che non raggiunge il 3% (Ferrara et al. 1970 Atti SiSVet); di questi la percentuale maggiore è fornita da esteri di acidi grassi insaturi (51-57 %). Il contenuto di colesterolo è decisamente inferiore a quello delle carni bovine (Cutrignelli et al, 1996 – Proc XXXI Simp. Inter. Soc. It. Prog. Zot., 45 – 46).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.