La "Mitografia del personaggio" (1967) di Salvatore Battaglia ha rappresentato una pietra miliare nel campo della critica letteraria degli anni Sessanta. Dall'esegesi che Battaglia compie delle opere di Pirandello, in particolare "Il fu Mattia Pascal" e i "Sei personaggi in cerca d'autore", emergono, con un'enfasi mai avvertita prima, i concetti di "alienazione" e di "incomunicabilità" che, a giudizio del critico, fanno del personaggio pirandelliano un essere "ferito a morte", la cui dissoluzione è "radicale". Antonio Palermo, nel suo intervento sul "Pirandello di Salvatore Battaglia e della sua scuola" (2002), prende in considerazione le valutazioni critiche del Battaglia, le analizza, le soppesa dal punto di vista concettuale, etico e ideologico. Confutando ogni interpretazione che anteponga il "modello" teorico e astratto alla realtà vivente del testo, egli apprezza il fervore della critica militante del Battaglia, la sua grande autonomia di giudizio, anche rispetto a un nume tutelare del rinnovamento culturale dell'Occidente come Ortega y Gasset, ad entrambi particolarmente caro. Il presente saggio intende rilevare, pertanto, il gioco di riflessi e le affinità intercorrenti tra Battaglia e Palermo, ossia le possibili interrelazioni tra le ragioni critico-metodologiche e le finalità euristiche dei due studiosi e quelle dello stesso Pirandello, oggetto (pur se a differente distanza) della loro disamina.
Luigi Pirandello tra Salvatore Battaglia e Antonio Palermo / DE CRESCENZO, Assunta. - STAMPA. - (2009), pp. 207-217. (Intervento presentato al convegno "Il critico e l'avventura" tenutosi a Napoli nel 23-24 marzo 2007).
Luigi Pirandello tra Salvatore Battaglia e Antonio Palermo
DE CRESCENZO, ASSUNTA
2009
Abstract
La "Mitografia del personaggio" (1967) di Salvatore Battaglia ha rappresentato una pietra miliare nel campo della critica letteraria degli anni Sessanta. Dall'esegesi che Battaglia compie delle opere di Pirandello, in particolare "Il fu Mattia Pascal" e i "Sei personaggi in cerca d'autore", emergono, con un'enfasi mai avvertita prima, i concetti di "alienazione" e di "incomunicabilità" che, a giudizio del critico, fanno del personaggio pirandelliano un essere "ferito a morte", la cui dissoluzione è "radicale". Antonio Palermo, nel suo intervento sul "Pirandello di Salvatore Battaglia e della sua scuola" (2002), prende in considerazione le valutazioni critiche del Battaglia, le analizza, le soppesa dal punto di vista concettuale, etico e ideologico. Confutando ogni interpretazione che anteponga il "modello" teorico e astratto alla realtà vivente del testo, egli apprezza il fervore della critica militante del Battaglia, la sua grande autonomia di giudizio, anche rispetto a un nume tutelare del rinnovamento culturale dell'Occidente come Ortega y Gasset, ad entrambi particolarmente caro. Il presente saggio intende rilevare, pertanto, il gioco di riflessi e le affinità intercorrenti tra Battaglia e Palermo, ossia le possibili interrelazioni tra le ragioni critico-metodologiche e le finalità euristiche dei due studiosi e quelle dello stesso Pirandello, oggetto (pur se a differente distanza) della loro disamina.File | Dimensione | Formato | |
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