Aspetti medico-legali delle dichiarazioni anticipate di trattamento

Le direttive o dichiarazioni anticipate di trattamento, così come delineatesi a partire dagli anni ‘60-‘70 per prime nel Nord-America, si sono distinte ed ubiquitariamente diffuse in: procura legale/sanitaria; testamento biologico; direttiva anticipata; direttive di non trattamento. Il panorama europeo sull’argomento è composito e se ne dà una sintetica analisi per quanto concerne Danimarca, Olanda, Inghilterra, Spagna, Francia, Germania e Austria. Per il nostro paese vengono poste in rilievo le plurime diversificate riflessioni che si sono avute a partire dalla formazione di una commissione ad hoc di nomina ministeriale nel 2000, da parte del CNB (2005), del disegno di legge approvato in Senato nel marzo 2009, di alcuni clamorosi casi clinici e giurisprudenziali. Su tale argomento si innesta il principio di assoluto rispetto dell’autodeterminazione del paziente alle cure con conseguente diritto di rifiutarle. Vengono pertanto ricordati i recenti orientamenti di giurisprudenza di legittimità che esaltano il rispetto del paziente al trattamento proposto, la L. 145/01, il Codice di Deontologia Medica che nel perdurante vuoto normativo trovano opportuni spazi di riflessioni costruttive sull’argomento. In tal senso si analizzano i punti cruciali della sentenza di Cassazione penale n. 21748 del 16/10/07. Si aggiungono articolate considerazioni in ordine alla necessità di adeguata cautela nell’approccio al tema. Si ricordano anche le indicazioni espresse sull’argomento dal supremo magistero della chiesa. Si pone, infine, l’accento sui richiami alla prudenza operati dal Comitato centrale della FNOMCeO con un documento del marzo 2009 che in sostanza richiede una moratoria di ulteriore riflessione sul tema imponendosi criteri di estrema cautela al di là di affrettati entusiasmi per risoluzioni normative.