Tra le problematiche legate alle fioriture di microalghe nocive, un aspetto emergente che si inquadra nella tropicalizzazione del Mar Mediterraneo riguarda lo sviluppo di specie appartenenti al genere Ostreopsis, un fenomeno venuto prepotentemente alla luce negli ultimi anni lungo le coste Tirreniche, che ha ottenuto vasta risonanza da parte della stampa e dei media. Intossicazioni umane associate alla presenza di Ostreopsis spp. sono state riportate per la prima volta nel 1998 lungo le coste Toscane,1 ma gli episodi più gravi, per il numero di persone interessate, si sono verificati nell'estate 2005, lungo le coste Liguri, quando circa 200 persone, in seguito ad esposizione ad aerosol marino tossico, manifestarono i sintomi di una intossicazione caratterizzata da tosse, rinorrea, febbre alta e gravi congiuntiviti. Un'analisi accurata delle acque del mare, effettuata dall'Agenzia Regionale Protezione Ambiente della Liguria (ARPAL) portò alla luce la presenza di alte concentrazioni nel plankton di una microalga tropicale tossica, l'Ostreopsis ovata, che fu ritenuta il possibile agente causale delle intossicazioni umane verificatesi nei tratti di costa interessati. Studi condotti dal nostro gruppo di ricerca su campioni di plancton raccolti nel mar Ligure in coincidenza delle proliferazioni di O. ovata, hanno permesso di stabilire una relazione di causa-effetto tra la fioritura della microalga e gli episodi di intossicazione umana. Tale studio, che ha richiesto la messa a punto di un nuovo metodo analitico basato sull'accoppiamento cromatografia liquida/spettrometria di massa (LC/MS),2 ha dimostrato che tale microalga produce palitossina (stesso peso molecolare e stesso tempo di ritenzione nell'analisi cromatografica) insieme ad un'altra tossina, di gran lunga più abbondante, a cui abbiamo dato il nome di ovatossina-a.3 Sulla base della formula molecolare, del pattern di frammentazione e del comportamento cromatografico, la struttura dell'ovatossina-a appare strettamente correlata a quella della palitossina. Indagini LC/MS effettuate su colture di O. ovata hanno permesso di stabilire che le tossine ritrovate nei campioni di plancton analizzati sono reali prodotti del metabolismo della microalga. Studi LC/MS condotti dal nostro gruppo di ricerca nell'ambito di un piano di monitoraggio dell'Ostreopsis ovata lungo il litorale della Campania hanno dimostrato la presenza di palitossina e di ovatossina-a anche nei campioni raccolti lungo alcune coste campane. Inoltre, i nostri studi hanno evidenziato che entrambe le tossine si accumulano in animali utilizzati a scopo alimentare, in particolare ricci e mitili, a livelli tali da rappresentare un concreto rischio per la salute umana.
Recenti risultati sullo studio analitico e strutturale delle palitossine / Ciminiello, Patrizia; Dell'Aversano, Carmela; DELLO IACOVO, Emma; Fattorusso, Ernesto; Forino, Martino; Grauso, L.; Tartaglione, Luciana. - STAMPA. - (2009), pp. 173-173. (Intervento presentato al convegno XV Congresso Nazionale Società Italiana di Tossicologia tenutosi a Verona nel 19-22 gennaio 2009).
Recenti risultati sullo studio analitico e strutturale delle palitossine
CIMINIELLO, PATRIZIA;DELL'AVERSANO, CARMELA;DELLO IACOVO, EMMA;FATTORUSSO, ERNESTO;FORINO, MARTINO;L. Grauso;TARTAGLIONE, LUCIANA
2009
Abstract
Tra le problematiche legate alle fioriture di microalghe nocive, un aspetto emergente che si inquadra nella tropicalizzazione del Mar Mediterraneo riguarda lo sviluppo di specie appartenenti al genere Ostreopsis, un fenomeno venuto prepotentemente alla luce negli ultimi anni lungo le coste Tirreniche, che ha ottenuto vasta risonanza da parte della stampa e dei media. Intossicazioni umane associate alla presenza di Ostreopsis spp. sono state riportate per la prima volta nel 1998 lungo le coste Toscane,1 ma gli episodi più gravi, per il numero di persone interessate, si sono verificati nell'estate 2005, lungo le coste Liguri, quando circa 200 persone, in seguito ad esposizione ad aerosol marino tossico, manifestarono i sintomi di una intossicazione caratterizzata da tosse, rinorrea, febbre alta e gravi congiuntiviti. Un'analisi accurata delle acque del mare, effettuata dall'Agenzia Regionale Protezione Ambiente della Liguria (ARPAL) portò alla luce la presenza di alte concentrazioni nel plankton di una microalga tropicale tossica, l'Ostreopsis ovata, che fu ritenuta il possibile agente causale delle intossicazioni umane verificatesi nei tratti di costa interessati. Studi condotti dal nostro gruppo di ricerca su campioni di plancton raccolti nel mar Ligure in coincidenza delle proliferazioni di O. ovata, hanno permesso di stabilire una relazione di causa-effetto tra la fioritura della microalga e gli episodi di intossicazione umana. Tale studio, che ha richiesto la messa a punto di un nuovo metodo analitico basato sull'accoppiamento cromatografia liquida/spettrometria di massa (LC/MS),2 ha dimostrato che tale microalga produce palitossina (stesso peso molecolare e stesso tempo di ritenzione nell'analisi cromatografica) insieme ad un'altra tossina, di gran lunga più abbondante, a cui abbiamo dato il nome di ovatossina-a.3 Sulla base della formula molecolare, del pattern di frammentazione e del comportamento cromatografico, la struttura dell'ovatossina-a appare strettamente correlata a quella della palitossina. Indagini LC/MS effettuate su colture di O. ovata hanno permesso di stabilire che le tossine ritrovate nei campioni di plancton analizzati sono reali prodotti del metabolismo della microalga. Studi LC/MS condotti dal nostro gruppo di ricerca nell'ambito di un piano di monitoraggio dell'Ostreopsis ovata lungo il litorale della Campania hanno dimostrato la presenza di palitossina e di ovatossina-a anche nei campioni raccolti lungo alcune coste campane. Inoltre, i nostri studi hanno evidenziato che entrambe le tossine si accumulano in animali utilizzati a scopo alimentare, in particolare ricci e mitili, a livelli tali da rappresentare un concreto rischio per la salute umana.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.