Si tratta di un'analisi comparata, tra cinema e teatro, intorno al testo scespiriano del Giulio Cesare. Seguendo il filo rosso di un "divertente" approccio semiiologico di R.Barthes prodotto sul film di Mankievich, si riflette sui concetti di "plasticità" e caratura somatica degli interpreti, laddove quest'ultima sta quasi a significare una sorta di gioco teso a fermare il tempo nella staticità "statuaria". E dunque si pongono a confronto plasticità e precarietà corporea attoriale con la tensione al permanere della marmoreità dei personaggi storici. Esempi forti ai fini dell'analisi sono, appunto il film di Mankievich e l'allestimento coevo da parte di Giorgio Strehler.
Friends, romans, countrymen. La Roma antica tra facce e plasticità marmoree nel Giulio Cesare di Mankievicz del 1953 (con una nota sul coevo allestimento di Giorgio Strehler) / Massarese, Ettore. - STAMPA. - (2009), pp. 80-91.
Friends, romans, countrymen. La Roma antica tra facce e plasticità marmoree nel Giulio Cesare di Mankievicz del 1953 (con una nota sul coevo allestimento di Giorgio Strehler)
MASSARESE, ETTORE
2009
Abstract
Si tratta di un'analisi comparata, tra cinema e teatro, intorno al testo scespiriano del Giulio Cesare. Seguendo il filo rosso di un "divertente" approccio semiiologico di R.Barthes prodotto sul film di Mankievich, si riflette sui concetti di "plasticità" e caratura somatica degli interpreti, laddove quest'ultima sta quasi a significare una sorta di gioco teso a fermare il tempo nella staticità "statuaria". E dunque si pongono a confronto plasticità e precarietà corporea attoriale con la tensione al permanere della marmoreità dei personaggi storici. Esempi forti ai fini dell'analisi sono, appunto il film di Mankievich e l'allestimento coevo da parte di Giorgio Strehler.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.