Il lavoro analizza la portata attuale e potenziale dell’“industria crocieristica” al fine di valutarne gli impatti economico-territoriali e le concrete possibilità di valorizzazione dei territori collocati alle spalle dei porti, attraverso forme non invasive di turismo. Le crociere vivono un periodo di straordinaria vitalità, testimoniata da una crescita del tutto sorprendente, in quanto si tratta di viaggi che consentono di toccare diverse destinazioni a bordo di una nave in grado di produrre i servizi tipicamente alberghieri e di soddisfare le esigenze di numerosi segmenti di fruitori. Dopo un esame del mercato crocieristico mondiale – per numero di passeggeri, aree di provenienza e di destinazione e per ripartizione della flotta tra i principali gruppi di rilevanza internazionale – sono state indagate le prospettive di sviluppo locale dei porti crocieristici, con particolare riferimento a quelli del Mediterraneo, nonché i fattori di competitività dello scalo partenopeo, che ha contribuito ad accrescere e valorizzare la vocazione turistica della città. Considerato che Napoli rappresenta più un porto di transito che un home port, la limitata permanenza delle navi permette al viaggiatore di effettuare soltanto un breve tour del Capoluogo partenopeo o al massimo un’escursione organizzata in una destinazione precisa (ad esempio, Pompei o Ercolano). Tuttavia, la portata del fenomeno non è trascurabile, sia perché i crocieristi possono convertirsi in veri e propri turisti (se dopo aver ricevuto una buona accoglienza sono spinti a tornare), sia perché traggono benefici dalle presenze turistiche non soltanto gli agenti di viaggio e i tour operator, che organizzano le escursioni, ma anche un più vasto sistema di attori locali (come i ristoratori, i vettori di autobus, gli armatori per le isole). Lo sviluppo dei traffici non può costituire una base di riferimento definitiva e del tutto attendibile, poiché potrebbe trattarsi solo di una fase temporanea di straordinaria vitalità del comparto, col rischio che, per privilegiare guadagni facili ed immediati, si intraprendano percorsi di crescita legati ad un uso intensivo del territorio. A tale scopo, dunque, è indispensabile analizzare il legame tra fenomeno turistico/crocieristico ed organizzazione dello spazio direttamente ed indirettamente coinvolto nel processo, tralasciando l’esame, in termini di efficienza produttiva del settore, di profittabilità del business, che è oggetto di altre discipline.
Attualità e prospettive del mercato crocieristico. Il caso del porto di Napoli / Sorrentini, Francesca. - STAMPA. - QUADERNI DEL DIPARTIMENTO DI ANALISI DEI PROCESSI ECONOMICO-SOCIALI, LINGUISTICI, PRODUTTIVI E TERRITORIALI:(2009), pp. 89-116.
Attualità e prospettive del mercato crocieristico. Il caso del porto di Napoli
SORRENTINI, FRANCESCA
2009
Abstract
Il lavoro analizza la portata attuale e potenziale dell’“industria crocieristica” al fine di valutarne gli impatti economico-territoriali e le concrete possibilità di valorizzazione dei territori collocati alle spalle dei porti, attraverso forme non invasive di turismo. Le crociere vivono un periodo di straordinaria vitalità, testimoniata da una crescita del tutto sorprendente, in quanto si tratta di viaggi che consentono di toccare diverse destinazioni a bordo di una nave in grado di produrre i servizi tipicamente alberghieri e di soddisfare le esigenze di numerosi segmenti di fruitori. Dopo un esame del mercato crocieristico mondiale – per numero di passeggeri, aree di provenienza e di destinazione e per ripartizione della flotta tra i principali gruppi di rilevanza internazionale – sono state indagate le prospettive di sviluppo locale dei porti crocieristici, con particolare riferimento a quelli del Mediterraneo, nonché i fattori di competitività dello scalo partenopeo, che ha contribuito ad accrescere e valorizzare la vocazione turistica della città. Considerato che Napoli rappresenta più un porto di transito che un home port, la limitata permanenza delle navi permette al viaggiatore di effettuare soltanto un breve tour del Capoluogo partenopeo o al massimo un’escursione organizzata in una destinazione precisa (ad esempio, Pompei o Ercolano). Tuttavia, la portata del fenomeno non è trascurabile, sia perché i crocieristi possono convertirsi in veri e propri turisti (se dopo aver ricevuto una buona accoglienza sono spinti a tornare), sia perché traggono benefici dalle presenze turistiche non soltanto gli agenti di viaggio e i tour operator, che organizzano le escursioni, ma anche un più vasto sistema di attori locali (come i ristoratori, i vettori di autobus, gli armatori per le isole). Lo sviluppo dei traffici non può costituire una base di riferimento definitiva e del tutto attendibile, poiché potrebbe trattarsi solo di una fase temporanea di straordinaria vitalità del comparto, col rischio che, per privilegiare guadagni facili ed immediati, si intraprendano percorsi di crescita legati ad un uso intensivo del territorio. A tale scopo, dunque, è indispensabile analizzare il legame tra fenomeno turistico/crocieristico ed organizzazione dello spazio direttamente ed indirettamente coinvolto nel processo, tralasciando l’esame, in termini di efficienza produttiva del settore, di profittabilità del business, che è oggetto di altre discipline.File | Dimensione | Formato | |
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