L’epatite virale, malattia nota fin dall’antichità, è un processo necro-infiammatorio del parenchima epatico provocato da diversi agenti infettivi, fra i quali un ruolo preminente è svolto dai virus epatitici. Fino ad oggi sono stati individuati 5 distinti virus epatitici “maggiori”: virus epatitico A (HAV), virus epatitico B (HBV), virus epatitico C (HCV), virus epatitico D (HDV) e virus epatitico (HEV); la denominazione “virus maggiori” serve a distinguerli dai virus cosiddetti minori quali ad esempio virus della rosolia, Epstein-Barr virus o Citomegalovirus, i quali determinano un coinvolgimento epatico nel quadro di una malattia generalizzata. Mentre HAV ed HEV si trasmettono per via fecale-orale, gli altri 3 virus (HBV, HCV ed HDV) si trasmettono per via parenterale (trasfusioni di sangue non screenato, trapianto di organi infetti, punture accidentali con aghi infetti, etc) e per via parenterale inapparente, ossia attraverso microlesioni difficilmente individuabili presenti a livello della cute o delle mucose (via sessuale, materno-fetale, piercing, tatuaggi, etc). In tutti i casi il serbatoio dell’infezione è rappresentato dall’uomo. Sotto il profilo clinico, l’epatite virale può decorrere in forma asintomatica o sintomatica; in quest’ultimo caso possono comparire astenia, nausea, vomito e dolore addominale, ipercromia urinaria ed ipocolia fecale, ittero-sclerocutaneo (epatite itterica); in alcuni casi il decorso clinico può essere particolarmente grave e configurare il quadro dell’epatite fulminante con exitus del paziente. L’epatite acuta può guarire nell’arco di alcuni mesi (con completa risoluzione del danno epatico e scomparsa del virus) oppure cronicizzare con persistenza della replica virale e danno epatico evolutivo in alcuni casi verso la cirrosi epatica ed il cancro primitivo del fegato (1). Mentre HAV ed HEV non sono in grado di provocare mai epatite cronica né lo stato di portatore cronico del virus, HBV, HCV ed HDV sono invece responsabili della maggior parte dei casi di epatite cronica e cirrosi epatica ad etiologia virale registrati nel mondo. Per tale motivo proprio tali 3 virus costituiscono uno dei maggiori problemi di sanità su scala mondiale.
ASPETTI EPIDEMIOLOGICI E CLINICI DELLE EPATITI VIRALI / Tosone, Grazia. - STAMPA. - (2010), pp. 1-2. (Intervento presentato al convegno II Corso Universitario di Perfezionamento in Medicina Materno-Fetale tenutosi a Napoli nel 21.04.2010).
ASPETTI EPIDEMIOLOGICI E CLINICI DELLE EPATITI VIRALI
TOSONE, GRAZIA
2010
Abstract
L’epatite virale, malattia nota fin dall’antichità, è un processo necro-infiammatorio del parenchima epatico provocato da diversi agenti infettivi, fra i quali un ruolo preminente è svolto dai virus epatitici. Fino ad oggi sono stati individuati 5 distinti virus epatitici “maggiori”: virus epatitico A (HAV), virus epatitico B (HBV), virus epatitico C (HCV), virus epatitico D (HDV) e virus epatitico (HEV); la denominazione “virus maggiori” serve a distinguerli dai virus cosiddetti minori quali ad esempio virus della rosolia, Epstein-Barr virus o Citomegalovirus, i quali determinano un coinvolgimento epatico nel quadro di una malattia generalizzata. Mentre HAV ed HEV si trasmettono per via fecale-orale, gli altri 3 virus (HBV, HCV ed HDV) si trasmettono per via parenterale (trasfusioni di sangue non screenato, trapianto di organi infetti, punture accidentali con aghi infetti, etc) e per via parenterale inapparente, ossia attraverso microlesioni difficilmente individuabili presenti a livello della cute o delle mucose (via sessuale, materno-fetale, piercing, tatuaggi, etc). In tutti i casi il serbatoio dell’infezione è rappresentato dall’uomo. Sotto il profilo clinico, l’epatite virale può decorrere in forma asintomatica o sintomatica; in quest’ultimo caso possono comparire astenia, nausea, vomito e dolore addominale, ipercromia urinaria ed ipocolia fecale, ittero-sclerocutaneo (epatite itterica); in alcuni casi il decorso clinico può essere particolarmente grave e configurare il quadro dell’epatite fulminante con exitus del paziente. L’epatite acuta può guarire nell’arco di alcuni mesi (con completa risoluzione del danno epatico e scomparsa del virus) oppure cronicizzare con persistenza della replica virale e danno epatico evolutivo in alcuni casi verso la cirrosi epatica ed il cancro primitivo del fegato (1). Mentre HAV ed HEV non sono in grado di provocare mai epatite cronica né lo stato di portatore cronico del virus, HBV, HCV ed HDV sono invece responsabili della maggior parte dei casi di epatite cronica e cirrosi epatica ad etiologia virale registrati nel mondo. Per tale motivo proprio tali 3 virus costituiscono uno dei maggiori problemi di sanità su scala mondiale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.