Il lungo saggio affronta il complesso e articolato tema del rapporto con l’antico e le preesistenze nella cultura architettonica del Rinascimento. Fondato su un’approfondita disamina della vasta bibliografia disponibile, il saggio muove dalla riscoperta dell’antico in ambito letterario, soffermandosi sulle figure di Poggio Bracciolini, Flavio Biondo ed Enea Silvio Piccolomini, per poi affrontare lo svolgimento del tema attraverso alcune personalità chiave dell’architettura del Rinascimento che hanno operato su preesistenze. A partire da Brunelleschi, del quale – attraverso la più aggiornata bibliografia – vengono messi in luce i contatti con l’eredità classica avuti a Roma e a Firenze, il saggio approfondisce il tema della cupola di Santa Maria del Fiore evidenziando il problema del raccordo con la preesistenza del duomo arnolfiano. Segue un denso capitolo dedicato alla figura di Leon Battista Alberti, del quale viene messa in luce la formazione, il progressivo avvicinamento all’antico e, soprattutto, gli aspetti più rilevanti per la disciplina del restauro contenuti nel “De re aedificatoria”, con particolare attenzione al libro X, che viene dettagliatamente analizzato per i suoi contenuti tecnici. Segue uno specifico approfondimento sui due più significativi cantieri albertiani sviluppati a partire da fabbriche preesistenti: il Tempio Malatestiano e la facciata di Santa Maria Novella. Per entrambi, il testo dà conto della più aggiornata bibliografia e delle numerose questioni interpretative ancora aperte. Un successivo capitolo affronta l’ambiente milanese, ponendo in luce le figure di Filarete e di Bramante in rapporto al tema dell’antico e delle preesistenze. Di quest’ultimo, oltre ai lavori per Santa Maria presso San Satiro e Santa Maria delle Grazie, viene approfondita anche l’influenza nella realizzazione del succorpo del Duomo napoletano, avanzando spunti originali per la sua discussa attribuzione, ancora oggi aperta. Segue un’approfondita analisi della “Lettera di Raffaello a Leone X”, sviluppata a partire dalle più recenti indagini filologiche condotte da F. P. Di Teodoro, tesa a mettere in luce gli aspetti più salienti per la nascita delle prime istanze di tutela dell’antico. L’ultima parte del saggio è dedicata alla figura di Michelangelo, del quale sono descritti i lavori per il palazzo Medici-Riccardi e la Biblioteca Laurenziana a Firenze, mentre un dettagliato approfondimento è dedicato alle vicende della piazza del Campidoglio e della trasformazione delle Terme di Diocleziano in Basilica di Santa Maria degli Angeli, evidenziando la progressiva sensibilità verso l’antico, che nel suo ultimo lavoro si rivela particolarmente attuale. In definitiva, il saggio – utilizzato come bibliografia di riferimento in diversi corsi di “Teorie e storia del restauro” tenuti presso Università italiane – costituisce l’occasione di una messa a punto bibliografica e critica su un argomento centrale per la storia dell’architettura e del restauro. Il saggio è stato recensito sulla rivista «Palladio» (n. 45, gennaio-giugno 2010).
L’antico e le preesistenze tra Umanesimo e Rinascimento. Teorie, personalità ed interventi su architetture e città / Pane, Andrea. - STAMPA. - (2008), pp. 61-137.
L’antico e le preesistenze tra Umanesimo e Rinascimento. Teorie, personalità ed interventi su architetture e città
PANE, ANDREA
2008
Abstract
Il lungo saggio affronta il complesso e articolato tema del rapporto con l’antico e le preesistenze nella cultura architettonica del Rinascimento. Fondato su un’approfondita disamina della vasta bibliografia disponibile, il saggio muove dalla riscoperta dell’antico in ambito letterario, soffermandosi sulle figure di Poggio Bracciolini, Flavio Biondo ed Enea Silvio Piccolomini, per poi affrontare lo svolgimento del tema attraverso alcune personalità chiave dell’architettura del Rinascimento che hanno operato su preesistenze. A partire da Brunelleschi, del quale – attraverso la più aggiornata bibliografia – vengono messi in luce i contatti con l’eredità classica avuti a Roma e a Firenze, il saggio approfondisce il tema della cupola di Santa Maria del Fiore evidenziando il problema del raccordo con la preesistenza del duomo arnolfiano. Segue un denso capitolo dedicato alla figura di Leon Battista Alberti, del quale viene messa in luce la formazione, il progressivo avvicinamento all’antico e, soprattutto, gli aspetti più rilevanti per la disciplina del restauro contenuti nel “De re aedificatoria”, con particolare attenzione al libro X, che viene dettagliatamente analizzato per i suoi contenuti tecnici. Segue uno specifico approfondimento sui due più significativi cantieri albertiani sviluppati a partire da fabbriche preesistenti: il Tempio Malatestiano e la facciata di Santa Maria Novella. Per entrambi, il testo dà conto della più aggiornata bibliografia e delle numerose questioni interpretative ancora aperte. Un successivo capitolo affronta l’ambiente milanese, ponendo in luce le figure di Filarete e di Bramante in rapporto al tema dell’antico e delle preesistenze. Di quest’ultimo, oltre ai lavori per Santa Maria presso San Satiro e Santa Maria delle Grazie, viene approfondita anche l’influenza nella realizzazione del succorpo del Duomo napoletano, avanzando spunti originali per la sua discussa attribuzione, ancora oggi aperta. Segue un’approfondita analisi della “Lettera di Raffaello a Leone X”, sviluppata a partire dalle più recenti indagini filologiche condotte da F. P. Di Teodoro, tesa a mettere in luce gli aspetti più salienti per la nascita delle prime istanze di tutela dell’antico. L’ultima parte del saggio è dedicata alla figura di Michelangelo, del quale sono descritti i lavori per il palazzo Medici-Riccardi e la Biblioteca Laurenziana a Firenze, mentre un dettagliato approfondimento è dedicato alle vicende della piazza del Campidoglio e della trasformazione delle Terme di Diocleziano in Basilica di Santa Maria degli Angeli, evidenziando la progressiva sensibilità verso l’antico, che nel suo ultimo lavoro si rivela particolarmente attuale. In definitiva, il saggio – utilizzato come bibliografia di riferimento in diversi corsi di “Teorie e storia del restauro” tenuti presso Università italiane – costituisce l’occasione di una messa a punto bibliografica e critica su un argomento centrale per la storia dell’architettura e del restauro. Il saggio è stato recensito sulla rivista «Palladio» (n. 45, gennaio-giugno 2010).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.