Il tema proposto dal seminario “TRADIZIONE/INNOVAZIONE. Italia: architetti, scuole di architettura, ricerche. Osservatorio sulla ricerca in architettura under 50” è stato interpretato attraverso l’illustrazione/descrizione di due progetti che concretamente affrontano, in modi complementari e non oppositivi, il rapporto tradizione/innovazione nella declinazione di uno specifico tipo formale: l’edificio a corte. Nella definizione architettonica della corte rivestono un ruolo determinate alcune questioni: la figura, il rapporto interno/esterno, il rapporto con la natura e/o la città, il rapporto orizzontalità/verticalità. La figura generale dell’edificio è fortemente condizionata dalla forma della corte, dalla sua geometria (cerchio, quadrato, rettangolo, triangolo) che determina l’impianto, la direzionalità e le gerarchie interne dell’edificio stesso. Il rapporto interno/esterno rimanda alla nozione di chiusura e di apertura condizionando il sistema dei caratteri che, alternativamente, divengono uniformi e omogenei o varianti ed eterogenei preludendo in qualche modo a due procedure compositive complementari: per elementi e per volumi distinti. Il rapporto con la natura e/o la città, allo stesso modo, determina la composizione dell’edificio visto nel suo ruolo di elemento fisso (polarizzatore) della costruzione urbana o come elemento d’ordine e riassuntivo di una condizione aperta. Il rapporto orizzontalità/verticalità decide della enfatizzazione degli elementi e delle parti della composizione per dichiararne ruolo e gerarchie rispetto al manufatto. Le due esperienze progettuali esemplificano - nel passaggio tra la fissità ideale del tipo e sua concreta costituzione - il rapporto tra la tradizione (gli exempla) e l’innovazione (la contestualizzazione/variazione). Il luogo, in tale ragionamento, diviene la condizione e l’occasione per una variazione/differenza rispetto alla astrattezza dell’enunciato tipologico, pur necessario ad impostare razionalmente le scelte del progetto.
Globale/locale: declinazioni del tipo a corte / Visconti, Federica; Capozzi, Renato. - (2010). (Intervento presentato al convegno TRADIZIONE / INNOVAZIONE. Italia: architetti, scuole di architettura, ricerche. Osservatorio sulla ricerca in architettura under 50 tenutosi a Facoltà di Architettura Valle Giulia. Università La Sapienza di Roma nel 6 maggio 2010).
Globale/locale: declinazioni del tipo a corte
VISCONTI, FEDERICA;CAPOZZI, RENATO
2010
Abstract
Il tema proposto dal seminario “TRADIZIONE/INNOVAZIONE. Italia: architetti, scuole di architettura, ricerche. Osservatorio sulla ricerca in architettura under 50” è stato interpretato attraverso l’illustrazione/descrizione di due progetti che concretamente affrontano, in modi complementari e non oppositivi, il rapporto tradizione/innovazione nella declinazione di uno specifico tipo formale: l’edificio a corte. Nella definizione architettonica della corte rivestono un ruolo determinate alcune questioni: la figura, il rapporto interno/esterno, il rapporto con la natura e/o la città, il rapporto orizzontalità/verticalità. La figura generale dell’edificio è fortemente condizionata dalla forma della corte, dalla sua geometria (cerchio, quadrato, rettangolo, triangolo) che determina l’impianto, la direzionalità e le gerarchie interne dell’edificio stesso. Il rapporto interno/esterno rimanda alla nozione di chiusura e di apertura condizionando il sistema dei caratteri che, alternativamente, divengono uniformi e omogenei o varianti ed eterogenei preludendo in qualche modo a due procedure compositive complementari: per elementi e per volumi distinti. Il rapporto con la natura e/o la città, allo stesso modo, determina la composizione dell’edificio visto nel suo ruolo di elemento fisso (polarizzatore) della costruzione urbana o come elemento d’ordine e riassuntivo di una condizione aperta. Il rapporto orizzontalità/verticalità decide della enfatizzazione degli elementi e delle parti della composizione per dichiararne ruolo e gerarchie rispetto al manufatto. Le due esperienze progettuali esemplificano - nel passaggio tra la fissità ideale del tipo e sua concreta costituzione - il rapporto tra la tradizione (gli exempla) e l’innovazione (la contestualizzazione/variazione). Il luogo, in tale ragionamento, diviene la condizione e l’occasione per una variazione/differenza rispetto alla astrattezza dell’enunciato tipologico, pur necessario ad impostare razionalmente le scelte del progetto.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.