La collezione Stevens, formatasi in seguito agli scavi del XIX secolo nella necropoli di Cuma, conserva un nucleo di balsamari configurati di età arcaica particolarmente interessanti per l’analisi della circolazione di questi contenitori di oli profumati. Nell’ambito di una riflessione sui problemi dell’individuazione dei singoli centri produttori, soprattutto del Mediterraneo orientale, gli esemplari da Cuma appaiono assimilabili per la maggior parte, sulla base delle tipologie e dei caratteri macroscopici degli impasti, alle elaborazioni di officine corinzie, etrusco-corinzie e genericamente greco-orientali. Sono attestati tipi femminili, stanti e seduti, animali e figure fantastiche, con qualche esemplare che appartiene a soggetti piuttosto rari, come il balsamario a testa canina. Significativa è la presenza di un busto femminile che, per la sua peculiarità, potrebbe rientrare nelle cosiddette ‘produzioni decentrate’, sorte ai margini dei grandi ateliers greco-orientali, offrendo un contributo al complesso dibattito che investe anche la lavorazione di unguenti ed oli profumati nel Mediterraneo occidentale. Il quadro che emerge dall’analisi dei materiali vede Cuma perfettamente integrata nella circolazione lungo le coste del Tirreno, a partire dai primi decenni del VI secolo a.C., di questi particolari vasi e del loro contenuto, destinati prevalentemente ad usi religiosi o funerari. Non meno interessante è risultata l’individuazione di un balsamario di produzione etrusco-corinzia, a forma di cerva accosciata, non attestato al momento in altri contesti magno-greci, che arricchisce il dossier della ceramica etrusco-corinzia documentata a Cuma, sottolineandone, ancora una volta, il ruolo e le relazioni.
Balsamari configurati di età arcaica da Cuma / Cicala, Luigi. - STAMPA. - (2010), pp. 127-158.
Balsamari configurati di età arcaica da Cuma
CICALA, LUIGI
2010
Abstract
La collezione Stevens, formatasi in seguito agli scavi del XIX secolo nella necropoli di Cuma, conserva un nucleo di balsamari configurati di età arcaica particolarmente interessanti per l’analisi della circolazione di questi contenitori di oli profumati. Nell’ambito di una riflessione sui problemi dell’individuazione dei singoli centri produttori, soprattutto del Mediterraneo orientale, gli esemplari da Cuma appaiono assimilabili per la maggior parte, sulla base delle tipologie e dei caratteri macroscopici degli impasti, alle elaborazioni di officine corinzie, etrusco-corinzie e genericamente greco-orientali. Sono attestati tipi femminili, stanti e seduti, animali e figure fantastiche, con qualche esemplare che appartiene a soggetti piuttosto rari, come il balsamario a testa canina. Significativa è la presenza di un busto femminile che, per la sua peculiarità, potrebbe rientrare nelle cosiddette ‘produzioni decentrate’, sorte ai margini dei grandi ateliers greco-orientali, offrendo un contributo al complesso dibattito che investe anche la lavorazione di unguenti ed oli profumati nel Mediterraneo occidentale. Il quadro che emerge dall’analisi dei materiali vede Cuma perfettamente integrata nella circolazione lungo le coste del Tirreno, a partire dai primi decenni del VI secolo a.C., di questi particolari vasi e del loro contenuto, destinati prevalentemente ad usi religiosi o funerari. Non meno interessante è risultata l’individuazione di un balsamario di produzione etrusco-corinzia, a forma di cerva accosciata, non attestato al momento in altri contesti magno-greci, che arricchisce il dossier della ceramica etrusco-corinzia documentata a Cuma, sottolineandone, ancora una volta, il ruolo e le relazioni.File | Dimensione | Formato | |
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