Il contributo esplicita le valenze dell'educazione ai beni culturali in una prosperttiva geografica. Al di là delle conoscenze e competenze specifiche, acquisite ai vari livelli del percorso formativo attraverso l’analisi del patrimonio artistico-monumentale e identitario, l’educazione geografica ai beni culturali si propone di: costruire e rafforzare il senso d’identità; far comprendere il valore della diversità culturale e dell’interculturalità; suscitare consapevolezza e senso critico nei confronti degli assetti e delle scelte territoriali.Con il paradigma della sostenibilità, è sentita l’esigenza di individuare un sistema di risorse alternative ed ecocompatibili su cui definire nuovi scenari - scenari che non si limitino a riproporre traiettorie già sperimentate o relazioni già collaudate, ma che si basino su relazioni non verificate e fattori innovativi per coniugare obiettivi apparentemente divergenti come crescita economica e tutela dell’ambiente. La delocalizzazione delle attività produttive verso i Paesi emergenti, la crisi occupazionale e la perdita di competitività alla scala urbana hanno spinto all’individuazione di filiere economiche e funzioni basate su risorse endogene e non delocalizzabili: i beni culturali, in primis. L’indifferenza localizzativa, la mondializzazione dei mercati, il progressivo ridursi della distanza come fattore di differenziazione geografica su di essi non hanno alcun valore; tetragoni alle oscillazioni economiche della globalizzazione, i beni culturali diventano carta vincente o, a seconda delle prospettive, ancora di salvezza per i Paesi che vedono ridurre il proprio potenziale produttivo.
Educare ai beni culturali: geografia, identità e sostenibilità / Ronza, Maria. - (2011), pp. 122-133.
Educare ai beni culturali: geografia, identità e sostenibilità.
RONZA, MARIA
2011
Abstract
Il contributo esplicita le valenze dell'educazione ai beni culturali in una prosperttiva geografica. Al di là delle conoscenze e competenze specifiche, acquisite ai vari livelli del percorso formativo attraverso l’analisi del patrimonio artistico-monumentale e identitario, l’educazione geografica ai beni culturali si propone di: costruire e rafforzare il senso d’identità; far comprendere il valore della diversità culturale e dell’interculturalità; suscitare consapevolezza e senso critico nei confronti degli assetti e delle scelte territoriali.Con il paradigma della sostenibilità, è sentita l’esigenza di individuare un sistema di risorse alternative ed ecocompatibili su cui definire nuovi scenari - scenari che non si limitino a riproporre traiettorie già sperimentate o relazioni già collaudate, ma che si basino su relazioni non verificate e fattori innovativi per coniugare obiettivi apparentemente divergenti come crescita economica e tutela dell’ambiente. La delocalizzazione delle attività produttive verso i Paesi emergenti, la crisi occupazionale e la perdita di competitività alla scala urbana hanno spinto all’individuazione di filiere economiche e funzioni basate su risorse endogene e non delocalizzabili: i beni culturali, in primis. L’indifferenza localizzativa, la mondializzazione dei mercati, il progressivo ridursi della distanza come fattore di differenziazione geografica su di essi non hanno alcun valore; tetragoni alle oscillazioni economiche della globalizzazione, i beni culturali diventano carta vincente o, a seconda delle prospettive, ancora di salvezza per i Paesi che vedono ridurre il proprio potenziale produttivo.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Ronza_Educare_territorio.pdf
accesso aperto
Descrizione: Articolo principale
Tipologia:
Documento in Post-print
Licenza:
Dominio pubblico
Dimensione
7.73 MB
Formato
Adobe PDF
|
7.73 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.