Il comportamento sismico di edifici danneggiati, e il grado di sicurezza degli stessi, può essere espresso in funzione di una grandezza che rappresenta la capacità sismica dell’edificio “modificata” a seguito del danno, la cosiddetta Capacità Residua. Questo lavoro affronta la problematica della valutazione della capacità residua effettuando dapprima una disamina dei diversi approcci utilizzati in ambito internazionale, finalizzati alla valutazione dell’agibilità degli edifici danneggiati nel post-sisma, e successivamente svolgendo un’applicazione con un caso studio. In particolare, seguendo un approccio improntato sulla valutazione della vulnerabilità strutturale con l’ausilio di analisi statiche non lineari, si misura la capacità residua per edifici in c.a. a partire da curve di pushover valutate per diversi gradi di danno iniziali e tenendo conto di eventuali spostamenti o rotazioni d’interpiano permanenti (drift residui) per la struttura. Il comportamento non lineare dell’edificio danneggiato viene simulato modificando opportunamente, con un abbattimento di rigidezza, resistenza e con l’eventuale introduzione di drift residui, le cerniere plastiche degli elementi che hanno subito il danno. L’applicazione mostra che l’approccio utilizzato consente una valutazione consistente della variazione del grado di sicurezza di edifici danneggiati e rappresenta un metodo promettente per lo studio della vulnerabilità tempo-variante di edifici esistenti.

Capacità residua in edifici in c.a. danneggiati dal sisma / Polese, Maria; Prota, Andrea; Manfredi, Gaetano. - (2011), pp. 735-1-735-10. (Intervento presentato al convegno XIV Convegno ANIDIS tenutosi a Bari nel 18-22 settembre 2011).

Capacità residua in edifici in c.a. danneggiati dal sisma

POLESE, MARIA;PROTA, ANDREA;MANFREDI, GAETANO
2011

Abstract

Il comportamento sismico di edifici danneggiati, e il grado di sicurezza degli stessi, può essere espresso in funzione di una grandezza che rappresenta la capacità sismica dell’edificio “modificata” a seguito del danno, la cosiddetta Capacità Residua. Questo lavoro affronta la problematica della valutazione della capacità residua effettuando dapprima una disamina dei diversi approcci utilizzati in ambito internazionale, finalizzati alla valutazione dell’agibilità degli edifici danneggiati nel post-sisma, e successivamente svolgendo un’applicazione con un caso studio. In particolare, seguendo un approccio improntato sulla valutazione della vulnerabilità strutturale con l’ausilio di analisi statiche non lineari, si misura la capacità residua per edifici in c.a. a partire da curve di pushover valutate per diversi gradi di danno iniziali e tenendo conto di eventuali spostamenti o rotazioni d’interpiano permanenti (drift residui) per la struttura. Il comportamento non lineare dell’edificio danneggiato viene simulato modificando opportunamente, con un abbattimento di rigidezza, resistenza e con l’eventuale introduzione di drift residui, le cerniere plastiche degli elementi che hanno subito il danno. L’applicazione mostra che l’approccio utilizzato consente una valutazione consistente della variazione del grado di sicurezza di edifici danneggiati e rappresenta un metodo promettente per lo studio della vulnerabilità tempo-variante di edifici esistenti.
2011
Capacità residua in edifici in c.a. danneggiati dal sisma / Polese, Maria; Prota, Andrea; Manfredi, Gaetano. - (2011), pp. 735-1-735-10. (Intervento presentato al convegno XIV Convegno ANIDIS tenutosi a Bari nel 18-22 settembre 2011).
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/399385
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact