In questo volume Nathalie Zaltzman -membro fondatore del IV Gruppo e co-redattrice della Rivista Topique- esplora il rapporto tra il Kulturarbeit e la dimensione del male, presentandoci il progredire di una riflessione da lungo tempo praticata sulle questioni della civilizzazione e delle sue oscurità. Avvalendosi di appassionanti incursioni nella letteratura, con un procedere dialettico dell’argomentazione in cui le domande sono veri strumenti di pensiero e con una prosa dialogica e a tratti spumeggiante, Zaltzman ci mostra i punti di vulnerabilità del Kulturarbeit, alla ricerca di una leva in grado di scardinare quella resilienza della dimensione del male refrattaria ad ogni progresso di civiltà. Il movimento è circolare: dopo aver isolato le due direzioni di analisi freudiana -civilizzazione e Kulturarbeit- che vanno a tessere la trama del saggio, si entra nel vivo della questione sullo spirito del male che dopo un lungo détour esplorativo -sul rapporto tra le rappresentazioni dell’umano, il progresso dell’opera di civiltà rivelato dalla nascita della nozione di crimine contro l’umanità e la dimensione del male-, viene ripresa ed arricchita dalla proposta di una topica del male. La problematica in gioco, la cui complessità apre più questioni di quante ne possa risolvere -come segnalato dalla scelta di titolare i due ultimi capitoli: Perplessità-, sembra trovare una sortita nel mantenimento del focus sul legame tra ontogenetico e filogenetico, tra individuale e collettivo.
Lo spirito del male / DE ROSA, Barbara. - STAMPA. - collana: Piccola Biblioteca di Psicoanalisi:(2011), pp. 5-120.
Lo spirito del male
DE ROSA, BARBARA
2011
Abstract
In questo volume Nathalie Zaltzman -membro fondatore del IV Gruppo e co-redattrice della Rivista Topique- esplora il rapporto tra il Kulturarbeit e la dimensione del male, presentandoci il progredire di una riflessione da lungo tempo praticata sulle questioni della civilizzazione e delle sue oscurità. Avvalendosi di appassionanti incursioni nella letteratura, con un procedere dialettico dell’argomentazione in cui le domande sono veri strumenti di pensiero e con una prosa dialogica e a tratti spumeggiante, Zaltzman ci mostra i punti di vulnerabilità del Kulturarbeit, alla ricerca di una leva in grado di scardinare quella resilienza della dimensione del male refrattaria ad ogni progresso di civiltà. Il movimento è circolare: dopo aver isolato le due direzioni di analisi freudiana -civilizzazione e Kulturarbeit- che vanno a tessere la trama del saggio, si entra nel vivo della questione sullo spirito del male che dopo un lungo détour esplorativo -sul rapporto tra le rappresentazioni dell’umano, il progresso dell’opera di civiltà rivelato dalla nascita della nozione di crimine contro l’umanità e la dimensione del male-, viene ripresa ed arricchita dalla proposta di una topica del male. La problematica in gioco, la cui complessità apre più questioni di quante ne possa risolvere -come segnalato dalla scelta di titolare i due ultimi capitoli: Perplessità-, sembra trovare una sortita nel mantenimento del focus sul legame tra ontogenetico e filogenetico, tra individuale e collettivo.File | Dimensione | Formato | |
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