Negli ultimi anni l’ospedale interno al tessuto urbano si è sempre più chiuso all’esterno, ritrovando in una dimensione di chiusura quell’isolamento da sempre ricercato. Leggere come un'enclave il recinto ospedaliero ci consente una lettura di questi grandi spazi come luoghi all’interno dei quali si ritrova un controllo spaziale delle parti, si svincola il funzionamento della parte da quella del tutto, nella separazione dal resto della città si ritrova la sua identità di luogo urbano. L’espansione della città all’intorno, spesso in assenza di regole, ha portato i complessi sanitari ad esaltare il loro essere recinti chiusi sempre più enclaves rispetto ad una città caotica e disordinata. Oggi riteniamo sia possibile avviare un nuovo processo di trasformazione attraverso l’apertura controllata e misurata delle aree ospedaliere alla città e viceversa, in un processo di “scambio” tra interno ed esterno, dando inizio a processi di contaminazione tra lo spazio propriamente urbano e queste aree protette.
Contaminazioni urbane: aprire l'enclave ospedale alla città / Santangelo, MARIA ROSARIA. - (2011). (Intervento presentato al convegno Sanità e Federalismo futuro delle aree tecniche e rinnovato impegno nell'etica tenutosi a Napoli nel 29-30 Settebre 1 ottobre 2010).
Contaminazioni urbane: aprire l'enclave ospedale alla città
SANTANGELO, MARIA ROSARIA
2011
Abstract
Negli ultimi anni l’ospedale interno al tessuto urbano si è sempre più chiuso all’esterno, ritrovando in una dimensione di chiusura quell’isolamento da sempre ricercato. Leggere come un'enclave il recinto ospedaliero ci consente una lettura di questi grandi spazi come luoghi all’interno dei quali si ritrova un controllo spaziale delle parti, si svincola il funzionamento della parte da quella del tutto, nella separazione dal resto della città si ritrova la sua identità di luogo urbano. L’espansione della città all’intorno, spesso in assenza di regole, ha portato i complessi sanitari ad esaltare il loro essere recinti chiusi sempre più enclaves rispetto ad una città caotica e disordinata. Oggi riteniamo sia possibile avviare un nuovo processo di trasformazione attraverso l’apertura controllata e misurata delle aree ospedaliere alla città e viceversa, in un processo di “scambio” tra interno ed esterno, dando inizio a processi di contaminazione tra lo spazio propriamente urbano e queste aree protette.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.