Nella vicenda dell’architettura napoletana che va dall’unità d’Italia alla seconda guerra mondiale, molti sono i professionisti, provenienti da diversi contesti, che si affermano a Napoli, mentre poche sono le personalità napoletane significative tanto da tenere sempre l’ambiente napoletano in una condizione marginale rispetto al dibattito nazionale. Appare allora plausibile domandarsi “se Napoli è una città del moderno, qual è l’architetto che ha lasciato un’impronta decisiva, che l’ha disegnata, tradotta nel Ventesimo secolo? Viene facile fare l’elenco degli scrittori napoletani che, densi della loro origine, sono stati voci non solo di una città, ma di una intera nazione. Perché […] ogni vero artista porta con sé un «panorama interiore» imprescindibile. Trasfigurarlo diventa il compito dell’artista: aggiornarlo, produrre segni che si sommano al paesaggio vero e spesso lo interpretano e lo mutano. Chi a Napoli? […] Luigi Cosenza, ecco chi. Il Cosenza ottimista degli anni Cinquanta, quello dello stabilimento dell’Olivetti a Pozzuoli […], del Mercato ittico del 1925, […] della Villa Oro a Posillipo, dai volumi netti, mediterranei […].” Luigi Cosenza, in questa vicenda, appare dunque un caso isolato: con la sua linea europeista, è in grado di interpretare acutamente i contesti con la rilettura dei temi della mediterraneità. In netta opposizione con il conformismo di molte architetture coeve cittadine, egli riesce a coniugare l’adesione alle più avanzate tendenze internazionali con una intelligente interpretazione dei contesti. L’essenzialità delle pure forme geometriche e il lirismo della composizione volumetrica, risultano memori tanto del razionalismo centro-europeo, quanto dell’architettura spontanea mediterranea; ma pur all’interno di questi riferimenti culturali il rapporto con il contesto viene spesso declinato, attraverso il sobrio ed elegante linguaggio razionalista, mediante articolate relazioni tra interno ed esterno. I frammenti della sua architettura mediterranea, quasi disseminati all’interno di un tessuto urbano complesso ed articolato come quello napoletano, consentono comunque di leggere un itinerario conoscitivo e spaziale, importante tassello di quel mosaico infinito che è il patrimonio culturale della Città.

Frammenti di architettura mediterranea in città / Pascariello, MARIA INES. - ELETTRONICO. - (2011), pp. 707-714.

Frammenti di architettura mediterranea in città

PASCARIELLO, MARIA INES
2011

Abstract

Nella vicenda dell’architettura napoletana che va dall’unità d’Italia alla seconda guerra mondiale, molti sono i professionisti, provenienti da diversi contesti, che si affermano a Napoli, mentre poche sono le personalità napoletane significative tanto da tenere sempre l’ambiente napoletano in una condizione marginale rispetto al dibattito nazionale. Appare allora plausibile domandarsi “se Napoli è una città del moderno, qual è l’architetto che ha lasciato un’impronta decisiva, che l’ha disegnata, tradotta nel Ventesimo secolo? Viene facile fare l’elenco degli scrittori napoletani che, densi della loro origine, sono stati voci non solo di una città, ma di una intera nazione. Perché […] ogni vero artista porta con sé un «panorama interiore» imprescindibile. Trasfigurarlo diventa il compito dell’artista: aggiornarlo, produrre segni che si sommano al paesaggio vero e spesso lo interpretano e lo mutano. Chi a Napoli? […] Luigi Cosenza, ecco chi. Il Cosenza ottimista degli anni Cinquanta, quello dello stabilimento dell’Olivetti a Pozzuoli […], del Mercato ittico del 1925, […] della Villa Oro a Posillipo, dai volumi netti, mediterranei […].” Luigi Cosenza, in questa vicenda, appare dunque un caso isolato: con la sua linea europeista, è in grado di interpretare acutamente i contesti con la rilettura dei temi della mediterraneità. In netta opposizione con il conformismo di molte architetture coeve cittadine, egli riesce a coniugare l’adesione alle più avanzate tendenze internazionali con una intelligente interpretazione dei contesti. L’essenzialità delle pure forme geometriche e il lirismo della composizione volumetrica, risultano memori tanto del razionalismo centro-europeo, quanto dell’architettura spontanea mediterranea; ma pur all’interno di questi riferimenti culturali il rapporto con il contesto viene spesso declinato, attraverso il sobrio ed elegante linguaggio razionalista, mediante articolate relazioni tra interno ed esterno. I frammenti della sua architettura mediterranea, quasi disseminati all’interno di un tessuto urbano complesso ed articolato come quello napoletano, consentono comunque di leggere un itinerario conoscitivo e spaziale, importante tassello di quel mosaico infinito che è il patrimonio culturale della Città.
2011
9788889579404
Frammenti di architettura mediterranea in città / Pascariello, MARIA INES. - ELETTRONICO. - (2011), pp. 707-714.
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