Lo spazio per abitare, essendo uno spazio per la persona, per l’individuo inteso come l’esistente che, oltre a rispondere alle istanze della vita biologica, pensa, si interroga, prova sentimenti, ricerca il senso della realtà, relazionandosi coscientemente al mondo e agli altri, richiede un impegno progettuale che va ben oltre l’allestimento di dispositivi volti a soddisfare esigenze primarie o a rendere possibili funzioni in un’ottica di efficienza ergonomica, esige, cioè, una ricerca che trascenda il mero standard di comfort scientificamente determinato e che, soprattutto, si emancipi dall’idea che esistano valori abitativi oggettivamente determinabili sulla base di parametri socioeconomici. Parlare di vivibilità di uno spazio significa collocarlo in un quadro omnicomprensivo dove la percezione psicologica, l’esperienza sensoriale, la correttezza ergonomica, si fondono in un unico universo di compatibilità sia fisica che mentale. Quando progettiamo per l’abitare, dobbiamo mettere al centro della nostra riflessione proprio l’interazione tra l’uomo e lo spazio costruito, tenendo ben fermo che dimorare in un luogo non significa occupare uno spazio, ma essere accolti in un mondo dotato di senso. L’impegno progettuale va rivolto alla ricerca di un “orizzonte oikologico dell’abitare”, entro il quale l’esperienza spaziale possa costantemente promuovere il rapporto interiore con l’io, l’incontro con gli uomini e la conciliazione con la terra. L’architettura fallisce il suo scopo, per meglio dire, rinnega la propria identità, quando pensa all’abitazione dell’uomo come a un mero alloggio, entro cui l’individuo debba essere collocato alla stregua di un oggetto. I progetti che corredano il testo, maturati all’interno di due seminari tenuti presso la Universidad Autónoma de Aguascalientes (México) con la compartecipazione di docenti e studenti di vari atenei italiani e americani , costituiscono il tentativo di esplicitare questa idea dell’abitare riferendola al tema dell’abitazione per studenti e docenti fuori sede. Lo scritto di G. Cafiero traccia una linea di congiunzione tra l'assetto spaziale alla base del disegno delle celle conventuali, prime forme di luogo deputate alla residenza di uno studioso, ai progetti più significativi maturati nella cultura architettonica del XX secolo.

Dalla cella conventuale alla camera dello studente / Cafiero, Gioconda. - 1:(2011), pp. 42-53.

Dalla cella conventuale alla camera dello studente

CAFIERO, GIOCONDA
2011

Abstract

Lo spazio per abitare, essendo uno spazio per la persona, per l’individuo inteso come l’esistente che, oltre a rispondere alle istanze della vita biologica, pensa, si interroga, prova sentimenti, ricerca il senso della realtà, relazionandosi coscientemente al mondo e agli altri, richiede un impegno progettuale che va ben oltre l’allestimento di dispositivi volti a soddisfare esigenze primarie o a rendere possibili funzioni in un’ottica di efficienza ergonomica, esige, cioè, una ricerca che trascenda il mero standard di comfort scientificamente determinato e che, soprattutto, si emancipi dall’idea che esistano valori abitativi oggettivamente determinabili sulla base di parametri socioeconomici. Parlare di vivibilità di uno spazio significa collocarlo in un quadro omnicomprensivo dove la percezione psicologica, l’esperienza sensoriale, la correttezza ergonomica, si fondono in un unico universo di compatibilità sia fisica che mentale. Quando progettiamo per l’abitare, dobbiamo mettere al centro della nostra riflessione proprio l’interazione tra l’uomo e lo spazio costruito, tenendo ben fermo che dimorare in un luogo non significa occupare uno spazio, ma essere accolti in un mondo dotato di senso. L’impegno progettuale va rivolto alla ricerca di un “orizzonte oikologico dell’abitare”, entro il quale l’esperienza spaziale possa costantemente promuovere il rapporto interiore con l’io, l’incontro con gli uomini e la conciliazione con la terra. L’architettura fallisce il suo scopo, per meglio dire, rinnega la propria identità, quando pensa all’abitazione dell’uomo come a un mero alloggio, entro cui l’individuo debba essere collocato alla stregua di un oggetto. I progetti che corredano il testo, maturati all’interno di due seminari tenuti presso la Universidad Autónoma de Aguascalientes (México) con la compartecipazione di docenti e studenti di vari atenei italiani e americani , costituiscono il tentativo di esplicitare questa idea dell’abitare riferendola al tema dell’abitazione per studenti e docenti fuori sede. Lo scritto di G. Cafiero traccia una linea di congiunzione tra l'assetto spaziale alla base del disegno delle celle conventuali, prime forme di luogo deputate alla residenza di uno studioso, ai progetti più significativi maturati nella cultura architettonica del XX secolo.
2011
9788849522914
Dalla cella conventuale alla camera dello studente / Cafiero, Gioconda. - 1:(2011), pp. 42-53.
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