Il “Centro Intergenerazionale Ricreativo” nella sua operatività attraverso attività e pratiche di aggregazione socio-educative, specificamente rivolte a minori da 3 a 18 anni, ad anziani autosufficienti e disabili fisici, si pone l’obiettivo di rispondere ai differenti bisogni della comunità della II municipalità del comune di Napoli e di contrastare situazioni di disagio generazionale stimolando comportamenti partecipativi e processi di riqualificazione ambientale. Il Centro, da costituire nel complesso di SS. Trinità delle Monache a Montecalvario, offre un ventaglio di opportunità per l’utenza e gli investitori, dall’intervento di adeguamento rifunzionale e tecnologico dell’area conventuale alla gestione di mini alloggi e servizi socio residenziali, assistenziali ed educativi diurni, all’attivazione di spazi espositivi e laboratori creativi per l’arte, la grafica, la musica, l’animazione teatrale, il ricamo opportunamente attrezzati e dotati di idoneo personale, alla coltivazione dell’orto, al giardinaggio, all'introduzione di risorse informatiche e materiale multimediale, all’impiego lavorativo. Nella sua diversificazione organizzativa il Centro Intergenerazionale Ricreativo rappresenta il luogo privilegiato per suscitare il bisogno di fare, il desiderio di agire, per dare visibilità oggettiva alla creatività individuale e a quella collettiva in un continuo intreccio di interessi comuni e diversi. La stima preliminare del costo complessivo dell’intervento per la messa in funzione dei servizi del Centro è di 2.115.000 €. L’operazione è economicamente valida e avrà ricadute positive sulla comunità, sia in termini di qualità della vita che in termini di investimento ed occupazionali, con attivazione di flussi finanziari e di benefici indotti. ANALISI DEI BISOGNI Napoli è una città nella quale abitudini e stili di vita sono radicati e conosciuti in tutto il mondo. Il contesto che frequentiamo, abitiamo e attraversiamo manifesta la routine quotidiana. Usi impropri, limitazioni, sfregi, degrado convivono con la vita di relazione e di lavoro, e richiedono servizi e interventi efficaci ed efficienti al fine di trasformarli in un volano di esperienze e competenze positive, generatore di benessere urbano. La presa di coscienza che esistono nella II municipalità aree utilizzabili a scopo ricreativo e socio-culturale per i minori e gli anziani sempre più interessati a condurre una vita stimolante e piacevole, mira a spostare l'attenzione sulla scena urbana che è caratterizzata da meccanismi di vivacità napoletana a livello stradale spesso accompagnati da impoverimento delle relazioni sociali e dalla mancata comunicazione tra le generazioni. Il bisogno di socialità, in continua crescita nell'area del centro storico del Comune di Napoli, induce ad agire da un lato nella logica del sostegno ai minori e ai disabili fisici e della valorizzazione delle potenzialità e degli interessi dell’anziano, e dall’altro all’individuazione di spazi aperti e luoghi aggregativi intesi come habitat di riferimento delle diverse esigenze di con/vivibilità urbana. Da qui deriva l’importanza di dar vita a un centro intergenerazionale in cui sia possibile legare esperienze, attività e pratiche socio-educative di benessere urbano, di solidarietà verso persone svantaggiate, di sensibilizzazione della comunità, facendo intervenire diverse tipologie di anziani da quelli orientati a frequentare l’Università della Terza età o a compiere viaggi a quelli frequentatori di mostre e musei o dediti al volontariato o a coltivare i propri hobbies, a quelli più bisognosi di attenzione come gli adolescenti e i disabili fisici. Adottare una prospettiva multipla ed intergenerazionale (minori ed adolescenti, anziani e disabili fisici), significa non limitarsi soltanto ad organizzare strategie di integrazione anzianigiovani, ma piuttosto favorire il dialogo ed il confronto tra esigenze diverse sviluppando una capacità relazionale che possa essere la base di un arricchimento reciproco tra realtà differenti, oltre che diffondere il rispetto e la tolleranza creando un’armonia organica sociale. Nell’ottica dello sviluppo del patrimonio culturale e sociale, riguardando tra le pieghe della città e alla sua infinita potenzialità di recupero del patrimonio architettonico con i suoi numerosi cortili e chiostri, che nello stato attuale non sempre favoriscono percorsi turistici o momenti di sosta e riflessione per le comunità nascenti, tra questi l’area conventuale di SS. Trinità delle Monache a Montecalvario, offre un’interessante spunto di ripensamento progettuale che porta in evidenza quelle caratteristiche che rappresentano le potenzialità del bene stesso: 1) punto strategico per tutta la mobilità e l’accessibilità dell’area; 2) definita spazialità e versatilità degli ambienti che ben si prestano a nuove funzioni e integrazione di attrezzature specifiche; 3) pregevole identità attraverso un immagine forte e riconoscibile. Tutti punti che si possono tradurre in vantaggi reali per il benessere dei cittadini, la riqualificazione dell’area e lo sviluppo socio-economico dell’intero quartiere. Il ventaglio dell’offerta spazia dall’intervento rifunzionale e strutturale del complesso conventuale alla gestione di servizi compositi e diversificati e di sostegno all’inserimento sociorelazionale, all’attivazione di laboratori creativi per l’arte, la grafica, la musica, l’animazione teatrale, il ricamo opportunamente attrezzati e dotati di idoneo personale, alla coltivazione dell’orto, al giardinaggio, all'impiego di risorse informatiche e di materiale multimediale, alla nascita di nuovi spazi educativi di incontro dove valorizzare la socializzazione, lo scambio di opinioni, lo sviluppo di strategie relazionali e offrire la possibilità di confrontarsi anche nella diversità. La proposta che ne consegue, in risposta ai differenti bisogni degli anziani, volge la sua attenzione al valore aggiunto che si produrrà in termini di sviluppo delle capacità relazionali e delle potenzialità personali, del rafforzamento dell’autostima, della costruzione di nuovi legami, dell’accrescimento nei giovani del senso di appartenenza al luogo di vita e soprattutto del riconoscimento di essere “UTILI” alla comunità. BENEFICIARI FINALI - minori ed adolescenti - anziani - disabili fisici OBIETTIVI Attraverso la realizzazione del presente Progetto ci si propone di: • soddisfare le attese e i bisogni formativi dei beneficiari sviluppando un servizio sociale tra generazioni, con un fine comune: migliorare il tessuto sociale e dunque civile; • indurre nuove occasioni di sviluppo locale attraverso il sostegno a processi di riduzione della marginalità sociale; • assumere la differenza di età come un’occasione di apertura a tutte le differenze ed anche di caduta degli stereotipi e dei pregiudizi sulla vecchiaia. • attivare un Centro Intergenerazionale Ricreativo nel quartiere Montecalvario (II municipalità) recuperando gli spazi interni ed aperti sottoutilizzati e dismessi del complesso conventuale SS. Trinità delle Monache al fine di migliorare anche le condizioni di vivibilità del Quartiere stesso e incrementare la maggiore conoscenza storico-culturale del centro storico; • offrire momenti di aggregazione per minori, anziani e disabili fisici impegnandoli in attività ludico/ricreative specificamente progettate; • promuovere le esperienze e le competenze di anziani e disabili fisici in attività sociali, culturali e del tempo libero aprendo laboratori ricreativi e per l’arte (tornei di carte, scacchi, bocce, ecc, laboratori di pittura, artigianato, ecc.); • sostenere le azioni di promozione e scambio delle esperienze di vita e professionali degli anziani allo scopo di stimolare nei minori la relazione con soggetti a lui non familiari; • accrescere la fiducia e il dialogo tra le parti per mantenere, recuperare e migliorare la qualità di vita individuale di chi abita la nostra città; • allargare il consenso e l’apporto collaborativo; • utilizzare al meglio le risorse economiche e strumentali; • monitorare, misurare e valutare i risultati per comunicarli e migliorarli; • assicurare la sostenibilità dell’intervento nel tempo. RISULTATO FINALE In relazione con gli obiettivi che si siamo prefissi di raggiungere ci attendiamo la presenza di un Centro Intergenerazionale Ricreativo nel complesso conventuale della SS. Trinità delle Monache che rappresenti una svolta, coerente con le caratteristiche della II municipalità, nelle operazioni di riuso e adeguamento tecnologico e strutturale del patrimonio conventuale, sia aperto alla comunità circostante e dotato di laboratori e servizi sociali integrativi a quelli presenti nel quartiere. La rifunzionalizzazione del complesso, da tenere aperto tutto l’anno, doterà il quartiere: di servizi socio residenziali ed educativi diurni orientati alla realizzazione ed al mantenimento di un clima accogliente e familiare per minori nell’età compresa tra i 3 e i 18 anni che vivono in condizione di disagio familiare e di anziani autosufficienti o con ridotta autonomia. La struttura può accogliere 200 utenti; di servizi socio-sanitari, assistenziali, per i disabili fisici e gli anziani; di mini alloggi, dotati di servizi igienici, per anziani autosufficienti; di una sala polifunzionale per le attività culturali, motoria e/o musicoterapica, la lettura; di locali per attività di piccoli gruppi; di un’area ristorazione, lavanderia e guardaroba; spazi interni ed esterni per attività integrative attrezzati ed effettivamente fruibili; della presenza dell’orto, attualmente coperto da strutture edilizie; di spazi collettivi da destinare ad attività commerciali concepiti per l’organizzazione di eventi come esposizioni dedicate all’artigianato locale; di laboratori creativi per l’arte, la grafica, la musica, l’animazione teatrale, il ricamo opportunamente attrezzati e dotati di idoneo personale; di attrezzature informatiche, materiale multimediale; di un museo delle tradizioni; di un “Punto di informazione e documentazione” in cui raccogliere tutti i materiali prodotti e presentare le attività da svolgere; di un’area parcheggio su vico Paradiso. Nella sua diversificazione organizzativa il Centro Intergenerazionale Ricreativo rappresenterà il luogo privilegiato per suscitare il bisogno di fare, il desiderio di agire, per dare visibilità oggettiva alla creatività individuale e a quella collettiva in un continuo intreccio di interessi comuni e diversi. Poiché l’iniziativa è rivolta a giovani e anziani il risultato finale porterà benefici alla crescita della motivazione dei beneficiari e della loro ricaduta sulle relazioni sociali e alla rimozione delle problematiche. L’operazione sarà connotata da ricadute positive sulla comunità, sia in termini di qualità della vita che in termini di investimento ed occupazionali, con attivazione di flussi finanziari e di benefici indotti. Nota storica: Il complesso conventuale di SS. Trinità delle Monache si estende su un lotto di circa mq 25.000 e si sviluppa su tre livelli principali a quote differenti: il primo accesso avviene a quota 61,00 m., su vico Paradiso, il secondo a quota 70,00 m., all’altezza della Chiesa SS. Trinità delle Monache che funge da “cerniera” tra i due livelli superiore e inferiore, infine, il terzo avviene a quota 83,00 m., con accesso diretto da via Trinità delle Monache. Un ulteriore accesso è a quota 90,00 m., attraverso la rampa che si sviluppa attorno alla palazzina dell’800 e che consente l’ingresso al grande giardino superiore. Il complesso monastico è parte integrante di quella composizione urbanistica tardo cinquecentesca che si organizzò in città costituita da altri complessi della stessa tipologia come Suor Orsola Benincasa, S. Lucia al Monte (attuale Hotel S. Francesco) e S. Nicola da Tolentino. In particolare l’edificato delle monache si stagliava maestoso, dominando la città, con le sue frastagliate merlature e la magnifica ed imponente cupola; le sue terrazze si appoggiavano su tratti di mura fortificate, che da Porta Medina si inerpicavano sulla collina fino a raggiungere Castel S. Elmo. La costruzione del monastero ebbe inizio nel giugno del 1608, e si concluse solo nel 1617, mentre nel 1621 si pose mano alla Chiesa. L’impianto architettonico rispetta la tipologia canonica dei conventi della controriforma, con chiostro porticato, caratterizzato dalla semplice successione di archi. I corpi di fabbrica, ai diversi livelli, si uniscono a formare un insieme articolato, con un lato aperto che guarda verso il mare, un lato completamente chiuso verso la collina di S. Erasmo e con al centro la vegetazione del chiostro. Il nucleo centrale del convento, una lunga stecca parallela all’attuale Corso Vittorio Emanuele, conserva ancora una unitarietà formale e costruttiva, con la successione delle arcate ed il ritmo serrato delle lesene e delle finestrature; e comprende ambienti di suggestiva spazialità, che tuttora colpisce, nonostante le alterazioni subite nel corso dei secoli. A settentrione, a ridosso della scalinata si erge il bastione della quinta delle mura vicereali, un notevole esempio di intervento architettonico a larga scala, che va recuperato e integrato in modo da riconnettere piazzetta Olivella con il tornante di C. V. E., in corrispondenza del tracciato della funicolare di Montesanto. Dal punta di vista paesaggistico l’intero complesso rappresenta l’ultimo baluardo edificato prima che il tutto si fondesse con le pendici naturali del monte S. Erasmo su cui, quasi contestualmente, fu edificato il forte S. Elmo. In definitiva la cittadella si inserisce nella corona di edifici che si era formata per la dislocazione degli edifici monastici dal centro della città antica verso l’alto, sulla collina e avevano nella certosa di S. Martino e nella vigna dei certosini il culmine fisico e religioso di Napoli. Attualmente ancora forte è questa immagine 500esca che, nonostante l’assedio urbanistico contemporaneo, rimane impresso nella percezione di chi arriva da mare o risiede nel centro antico, proprio come avveniva nel passato. Nel 1807, durante l’occupazione francese, quando fu promulgata la legge per sopprimere i monasteri, il complesso della Trinità delle Monache fu destinato ad Ospedale. Dagli anni novanta ad oggi è in disuso fatta eccezione del giardino e di alcuni ambienti su via Pasquale Scura, occupati dalla Chiesa e dalla Polizia di Stato. Il corpo principale è costituito da un elemento ad “L”, il cui lato lungo, che prospetta ad est su via SS. Trinità delle Monache e a Ovest sul grande giardino (ora parco pubblico), si articola in 6 livelli orizzontali. Ogni livello, escluso quello posto a quota 84,00 m., comprende n. 27 celle (sup. utile 3,00x3,50) la cui funzione originaria era il convento delle monache. Il lato corto della “L” affaccia a Nord sul grande giardino e a Sud direttamente sulla Salita di SS. Trinità delle Monache. Costituiscono ancora parte della cittadella monastica la Chiesa, l’attuale sede di Polizia e la palazzina ottocentesca sottoposta e immediatamente a ridosso del C. V. E.
CONVENTO DELLA SS. TRINITÀ DELLE MONACHE. Centro Intergenerazionale Ricreativo / Buondonno, Emma. - (2011).
CONVENTO DELLA SS. TRINITÀ DELLE MONACHE. Centro Intergenerazionale Ricreativo.
BUONDONNO, EMMA
2011
Abstract
Il “Centro Intergenerazionale Ricreativo” nella sua operatività attraverso attività e pratiche di aggregazione socio-educative, specificamente rivolte a minori da 3 a 18 anni, ad anziani autosufficienti e disabili fisici, si pone l’obiettivo di rispondere ai differenti bisogni della comunità della II municipalità del comune di Napoli e di contrastare situazioni di disagio generazionale stimolando comportamenti partecipativi e processi di riqualificazione ambientale. Il Centro, da costituire nel complesso di SS. Trinità delle Monache a Montecalvario, offre un ventaglio di opportunità per l’utenza e gli investitori, dall’intervento di adeguamento rifunzionale e tecnologico dell’area conventuale alla gestione di mini alloggi e servizi socio residenziali, assistenziali ed educativi diurni, all’attivazione di spazi espositivi e laboratori creativi per l’arte, la grafica, la musica, l’animazione teatrale, il ricamo opportunamente attrezzati e dotati di idoneo personale, alla coltivazione dell’orto, al giardinaggio, all'introduzione di risorse informatiche e materiale multimediale, all’impiego lavorativo. Nella sua diversificazione organizzativa il Centro Intergenerazionale Ricreativo rappresenta il luogo privilegiato per suscitare il bisogno di fare, il desiderio di agire, per dare visibilità oggettiva alla creatività individuale e a quella collettiva in un continuo intreccio di interessi comuni e diversi. La stima preliminare del costo complessivo dell’intervento per la messa in funzione dei servizi del Centro è di 2.115.000 €. L’operazione è economicamente valida e avrà ricadute positive sulla comunità, sia in termini di qualità della vita che in termini di investimento ed occupazionali, con attivazione di flussi finanziari e di benefici indotti. ANALISI DEI BISOGNI Napoli è una città nella quale abitudini e stili di vita sono radicati e conosciuti in tutto il mondo. Il contesto che frequentiamo, abitiamo e attraversiamo manifesta la routine quotidiana. Usi impropri, limitazioni, sfregi, degrado convivono con la vita di relazione e di lavoro, e richiedono servizi e interventi efficaci ed efficienti al fine di trasformarli in un volano di esperienze e competenze positive, generatore di benessere urbano. La presa di coscienza che esistono nella II municipalità aree utilizzabili a scopo ricreativo e socio-culturale per i minori e gli anziani sempre più interessati a condurre una vita stimolante e piacevole, mira a spostare l'attenzione sulla scena urbana che è caratterizzata da meccanismi di vivacità napoletana a livello stradale spesso accompagnati da impoverimento delle relazioni sociali e dalla mancata comunicazione tra le generazioni. Il bisogno di socialità, in continua crescita nell'area del centro storico del Comune di Napoli, induce ad agire da un lato nella logica del sostegno ai minori e ai disabili fisici e della valorizzazione delle potenzialità e degli interessi dell’anziano, e dall’altro all’individuazione di spazi aperti e luoghi aggregativi intesi come habitat di riferimento delle diverse esigenze di con/vivibilità urbana. Da qui deriva l’importanza di dar vita a un centro intergenerazionale in cui sia possibile legare esperienze, attività e pratiche socio-educative di benessere urbano, di solidarietà verso persone svantaggiate, di sensibilizzazione della comunità, facendo intervenire diverse tipologie di anziani da quelli orientati a frequentare l’Università della Terza età o a compiere viaggi a quelli frequentatori di mostre e musei o dediti al volontariato o a coltivare i propri hobbies, a quelli più bisognosi di attenzione come gli adolescenti e i disabili fisici. Adottare una prospettiva multipla ed intergenerazionale (minori ed adolescenti, anziani e disabili fisici), significa non limitarsi soltanto ad organizzare strategie di integrazione anzianigiovani, ma piuttosto favorire il dialogo ed il confronto tra esigenze diverse sviluppando una capacità relazionale che possa essere la base di un arricchimento reciproco tra realtà differenti, oltre che diffondere il rispetto e la tolleranza creando un’armonia organica sociale. Nell’ottica dello sviluppo del patrimonio culturale e sociale, riguardando tra le pieghe della città e alla sua infinita potenzialità di recupero del patrimonio architettonico con i suoi numerosi cortili e chiostri, che nello stato attuale non sempre favoriscono percorsi turistici o momenti di sosta e riflessione per le comunità nascenti, tra questi l’area conventuale di SS. Trinità delle Monache a Montecalvario, offre un’interessante spunto di ripensamento progettuale che porta in evidenza quelle caratteristiche che rappresentano le potenzialità del bene stesso: 1) punto strategico per tutta la mobilità e l’accessibilità dell’area; 2) definita spazialità e versatilità degli ambienti che ben si prestano a nuove funzioni e integrazione di attrezzature specifiche; 3) pregevole identità attraverso un immagine forte e riconoscibile. Tutti punti che si possono tradurre in vantaggi reali per il benessere dei cittadini, la riqualificazione dell’area e lo sviluppo socio-economico dell’intero quartiere. Il ventaglio dell’offerta spazia dall’intervento rifunzionale e strutturale del complesso conventuale alla gestione di servizi compositi e diversificati e di sostegno all’inserimento sociorelazionale, all’attivazione di laboratori creativi per l’arte, la grafica, la musica, l’animazione teatrale, il ricamo opportunamente attrezzati e dotati di idoneo personale, alla coltivazione dell’orto, al giardinaggio, all'impiego di risorse informatiche e di materiale multimediale, alla nascita di nuovi spazi educativi di incontro dove valorizzare la socializzazione, lo scambio di opinioni, lo sviluppo di strategie relazionali e offrire la possibilità di confrontarsi anche nella diversità. La proposta che ne consegue, in risposta ai differenti bisogni degli anziani, volge la sua attenzione al valore aggiunto che si produrrà in termini di sviluppo delle capacità relazionali e delle potenzialità personali, del rafforzamento dell’autostima, della costruzione di nuovi legami, dell’accrescimento nei giovani del senso di appartenenza al luogo di vita e soprattutto del riconoscimento di essere “UTILI” alla comunità. BENEFICIARI FINALI - minori ed adolescenti - anziani - disabili fisici OBIETTIVI Attraverso la realizzazione del presente Progetto ci si propone di: • soddisfare le attese e i bisogni formativi dei beneficiari sviluppando un servizio sociale tra generazioni, con un fine comune: migliorare il tessuto sociale e dunque civile; • indurre nuove occasioni di sviluppo locale attraverso il sostegno a processi di riduzione della marginalità sociale; • assumere la differenza di età come un’occasione di apertura a tutte le differenze ed anche di caduta degli stereotipi e dei pregiudizi sulla vecchiaia. • attivare un Centro Intergenerazionale Ricreativo nel quartiere Montecalvario (II municipalità) recuperando gli spazi interni ed aperti sottoutilizzati e dismessi del complesso conventuale SS. Trinità delle Monache al fine di migliorare anche le condizioni di vivibilità del Quartiere stesso e incrementare la maggiore conoscenza storico-culturale del centro storico; • offrire momenti di aggregazione per minori, anziani e disabili fisici impegnandoli in attività ludico/ricreative specificamente progettate; • promuovere le esperienze e le competenze di anziani e disabili fisici in attività sociali, culturali e del tempo libero aprendo laboratori ricreativi e per l’arte (tornei di carte, scacchi, bocce, ecc, laboratori di pittura, artigianato, ecc.); • sostenere le azioni di promozione e scambio delle esperienze di vita e professionali degli anziani allo scopo di stimolare nei minori la relazione con soggetti a lui non familiari; • accrescere la fiducia e il dialogo tra le parti per mantenere, recuperare e migliorare la qualità di vita individuale di chi abita la nostra città; • allargare il consenso e l’apporto collaborativo; • utilizzare al meglio le risorse economiche e strumentali; • monitorare, misurare e valutare i risultati per comunicarli e migliorarli; • assicurare la sostenibilità dell’intervento nel tempo. RISULTATO FINALE In relazione con gli obiettivi che si siamo prefissi di raggiungere ci attendiamo la presenza di un Centro Intergenerazionale Ricreativo nel complesso conventuale della SS. Trinità delle Monache che rappresenti una svolta, coerente con le caratteristiche della II municipalità, nelle operazioni di riuso e adeguamento tecnologico e strutturale del patrimonio conventuale, sia aperto alla comunità circostante e dotato di laboratori e servizi sociali integrativi a quelli presenti nel quartiere. La rifunzionalizzazione del complesso, da tenere aperto tutto l’anno, doterà il quartiere: di servizi socio residenziali ed educativi diurni orientati alla realizzazione ed al mantenimento di un clima accogliente e familiare per minori nell’età compresa tra i 3 e i 18 anni che vivono in condizione di disagio familiare e di anziani autosufficienti o con ridotta autonomia. La struttura può accogliere 200 utenti; di servizi socio-sanitari, assistenziali, per i disabili fisici e gli anziani; di mini alloggi, dotati di servizi igienici, per anziani autosufficienti; di una sala polifunzionale per le attività culturali, motoria e/o musicoterapica, la lettura; di locali per attività di piccoli gruppi; di un’area ristorazione, lavanderia e guardaroba; spazi interni ed esterni per attività integrative attrezzati ed effettivamente fruibili; della presenza dell’orto, attualmente coperto da strutture edilizie; di spazi collettivi da destinare ad attività commerciali concepiti per l’organizzazione di eventi come esposizioni dedicate all’artigianato locale; di laboratori creativi per l’arte, la grafica, la musica, l’animazione teatrale, il ricamo opportunamente attrezzati e dotati di idoneo personale; di attrezzature informatiche, materiale multimediale; di un museo delle tradizioni; di un “Punto di informazione e documentazione” in cui raccogliere tutti i materiali prodotti e presentare le attività da svolgere; di un’area parcheggio su vico Paradiso. Nella sua diversificazione organizzativa il Centro Intergenerazionale Ricreativo rappresenterà il luogo privilegiato per suscitare il bisogno di fare, il desiderio di agire, per dare visibilità oggettiva alla creatività individuale e a quella collettiva in un continuo intreccio di interessi comuni e diversi. Poiché l’iniziativa è rivolta a giovani e anziani il risultato finale porterà benefici alla crescita della motivazione dei beneficiari e della loro ricaduta sulle relazioni sociali e alla rimozione delle problematiche. L’operazione sarà connotata da ricadute positive sulla comunità, sia in termini di qualità della vita che in termini di investimento ed occupazionali, con attivazione di flussi finanziari e di benefici indotti. Nota storica: Il complesso conventuale di SS. Trinità delle Monache si estende su un lotto di circa mq 25.000 e si sviluppa su tre livelli principali a quote differenti: il primo accesso avviene a quota 61,00 m., su vico Paradiso, il secondo a quota 70,00 m., all’altezza della Chiesa SS. Trinità delle Monache che funge da “cerniera” tra i due livelli superiore e inferiore, infine, il terzo avviene a quota 83,00 m., con accesso diretto da via Trinità delle Monache. Un ulteriore accesso è a quota 90,00 m., attraverso la rampa che si sviluppa attorno alla palazzina dell’800 e che consente l’ingresso al grande giardino superiore. Il complesso monastico è parte integrante di quella composizione urbanistica tardo cinquecentesca che si organizzò in città costituita da altri complessi della stessa tipologia come Suor Orsola Benincasa, S. Lucia al Monte (attuale Hotel S. Francesco) e S. Nicola da Tolentino. In particolare l’edificato delle monache si stagliava maestoso, dominando la città, con le sue frastagliate merlature e la magnifica ed imponente cupola; le sue terrazze si appoggiavano su tratti di mura fortificate, che da Porta Medina si inerpicavano sulla collina fino a raggiungere Castel S. Elmo. La costruzione del monastero ebbe inizio nel giugno del 1608, e si concluse solo nel 1617, mentre nel 1621 si pose mano alla Chiesa. L’impianto architettonico rispetta la tipologia canonica dei conventi della controriforma, con chiostro porticato, caratterizzato dalla semplice successione di archi. I corpi di fabbrica, ai diversi livelli, si uniscono a formare un insieme articolato, con un lato aperto che guarda verso il mare, un lato completamente chiuso verso la collina di S. Erasmo e con al centro la vegetazione del chiostro. Il nucleo centrale del convento, una lunga stecca parallela all’attuale Corso Vittorio Emanuele, conserva ancora una unitarietà formale e costruttiva, con la successione delle arcate ed il ritmo serrato delle lesene e delle finestrature; e comprende ambienti di suggestiva spazialità, che tuttora colpisce, nonostante le alterazioni subite nel corso dei secoli. A settentrione, a ridosso della scalinata si erge il bastione della quinta delle mura vicereali, un notevole esempio di intervento architettonico a larga scala, che va recuperato e integrato in modo da riconnettere piazzetta Olivella con il tornante di C. V. E., in corrispondenza del tracciato della funicolare di Montesanto. Dal punta di vista paesaggistico l’intero complesso rappresenta l’ultimo baluardo edificato prima che il tutto si fondesse con le pendici naturali del monte S. Erasmo su cui, quasi contestualmente, fu edificato il forte S. Elmo. In definitiva la cittadella si inserisce nella corona di edifici che si era formata per la dislocazione degli edifici monastici dal centro della città antica verso l’alto, sulla collina e avevano nella certosa di S. Martino e nella vigna dei certosini il culmine fisico e religioso di Napoli. Attualmente ancora forte è questa immagine 500esca che, nonostante l’assedio urbanistico contemporaneo, rimane impresso nella percezione di chi arriva da mare o risiede nel centro antico, proprio come avveniva nel passato. Nel 1807, durante l’occupazione francese, quando fu promulgata la legge per sopprimere i monasteri, il complesso della Trinità delle Monache fu destinato ad Ospedale. Dagli anni novanta ad oggi è in disuso fatta eccezione del giardino e di alcuni ambienti su via Pasquale Scura, occupati dalla Chiesa e dalla Polizia di Stato. Il corpo principale è costituito da un elemento ad “L”, il cui lato lungo, che prospetta ad est su via SS. Trinità delle Monache e a Ovest sul grande giardino (ora parco pubblico), si articola in 6 livelli orizzontali. Ogni livello, escluso quello posto a quota 84,00 m., comprende n. 27 celle (sup. utile 3,00x3,50) la cui funzione originaria era il convento delle monache. Il lato corto della “L” affaccia a Nord sul grande giardino e a Sud direttamente sulla Salita di SS. Trinità delle Monache. Costituiscono ancora parte della cittadella monastica la Chiesa, l’attuale sede di Polizia e la palazzina ottocentesca sottoposta e immediatamente a ridosso del C. V. E.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.