Il testo racconta della partecipazione, da parte degli studenti della Scuola Superiore Europea di Architettura Urbana di Napoli, ad una esperienza di progettazione sul porto di Düsseldorf, nell’ambito delle attività derivanti dal protocollo di gemellaggio tra la Fondazione Internazionale per gli Studi Superiori di Architettura di Napoli e la Kunstakademie della città tedesca sul Reno, come di una significativa occasione di riflessione su temi importanti del nostro specifico disciplinare. Nell’ambito della attività della Scuola, la cultura architettonica tedesca è sempre stata un riferimento importante e alcuni suoi protagonisti ne hanno costituito gli interlocutori privilegiati. Questo perché oggi riconosciamo, in un panorama internazionale spesso confuso e spaesante, agli architetti tedeschi - perlomeno a molti di loro – il merito di aver scelto di continuare a lavorare su una linea di continuità con la loro storia e la loro tradizione nella costruzione della città. Nel caso della città tedesca è questa una tradizione che trova continuità nello spazio della regola della struttura urbana definita dall’isolato e, nel tempo, nella misura dell’isolato barocco, nella città ottocentesca, nelle riflessioni ‘teoriche’ di Ludwig Hilberseimer - pure ‘calate’ sulla struttura materiale della città in un percorso che va dal concorso indetto dalla rivista Das Bauwelt Haus (1928) al progetto per l’Università di Berlino (1937) - fino ai più recenti studi e progetti di Joseph Paul Kleihues e di Oswald Mathias Ungers. In questo lavoro didattico dunque si è deciso di guardare, da un lato, proprio alla tradizione dell’architettura e della città tedesca e, dall’altro lato, all’Italia cui appartiene - spesso dimenticata o volutamente e frettolosamente accantonata a vantaggio di una presunta volontà di innovazione ad ogni costo in assenza di chiari riferimenti - una elaborazione teorica sul progetto urbano e sulla costruzione della città cui oggi, e certo non a caso, proprio il mondo tedesco guarda con rinnovato interesse . Da questa affinità elettiva è possibile derivare alcuni importanti temi teorici di discussione sulla memoria della città come strumento di progetto, sulla tradizione della città europea, sul progetto di architettura come strumento di pianificazione: sono queste le ‘questioni’ che si è provato a tirare in campo con il lavoro sulle aree del porto fluviale di Düsseldorf per le quali oggi la dismissione e la riorganizzazione della struttura portuale sembra voler disegnare un futuro di città. Proprio in tali ‘aree liminari’ tra l’altro - come in analoghe esperienze europee - si decide, spesso e in gran parte, il futuro assetto della città contemporanea, in un rinnovato rapporto tra la memoria della presenza industriale e la possibilità di fondare una ‘nuova parte urbana compiuta’ tramite un costante rapporto dialettico con la natura (il Reno e le sue anse), il territorio e la città consolidata (die Altstadt) cui riferirsi in termini sia morfologici che di senso. L’esperienza didattica ha visto gli studenti lavorare su progetti individuali che, supportati da una costante riflessione collettiva sulle questioni prima enunciate, potessero, pur nella loro articolazione, esprimere una idea di città coerente con i principî di riferimento e quindi riconoscibile come espressione di valori collettivi. Così tutti i progetti esprimono una analoga e condivisa lettura della città alla grande scala - nel rapporto tra l’acqua, il sistema del verde e la morfologia delle aree portuali - e tutti lavorano sulla necessità di conferire a questa parte urbana la complessità non solo funzionale ma soprattutto morfologica della città storica, attraverso un lavoro sui tessuti e sugli elementi primari senza rinunciare ad arrivare a definire infine, in misura più autonoma ma ancora coerente, il ‘carattere’ delle singole architetture progettate.

Città & Porto. La scuola superiore europea di architettura urbana sul porto di Düsseldorf / Visconti, Federica; Capozzi, Renato. - STAMPA. - (2010), pp. 6-11.

Città & Porto. La scuola superiore europea di architettura urbana sul porto di Düsseldorf

VISCONTI, FEDERICA;CAPOZZI, RENATO
2010

Abstract

Il testo racconta della partecipazione, da parte degli studenti della Scuola Superiore Europea di Architettura Urbana di Napoli, ad una esperienza di progettazione sul porto di Düsseldorf, nell’ambito delle attività derivanti dal protocollo di gemellaggio tra la Fondazione Internazionale per gli Studi Superiori di Architettura di Napoli e la Kunstakademie della città tedesca sul Reno, come di una significativa occasione di riflessione su temi importanti del nostro specifico disciplinare. Nell’ambito della attività della Scuola, la cultura architettonica tedesca è sempre stata un riferimento importante e alcuni suoi protagonisti ne hanno costituito gli interlocutori privilegiati. Questo perché oggi riconosciamo, in un panorama internazionale spesso confuso e spaesante, agli architetti tedeschi - perlomeno a molti di loro – il merito di aver scelto di continuare a lavorare su una linea di continuità con la loro storia e la loro tradizione nella costruzione della città. Nel caso della città tedesca è questa una tradizione che trova continuità nello spazio della regola della struttura urbana definita dall’isolato e, nel tempo, nella misura dell’isolato barocco, nella città ottocentesca, nelle riflessioni ‘teoriche’ di Ludwig Hilberseimer - pure ‘calate’ sulla struttura materiale della città in un percorso che va dal concorso indetto dalla rivista Das Bauwelt Haus (1928) al progetto per l’Università di Berlino (1937) - fino ai più recenti studi e progetti di Joseph Paul Kleihues e di Oswald Mathias Ungers. In questo lavoro didattico dunque si è deciso di guardare, da un lato, proprio alla tradizione dell’architettura e della città tedesca e, dall’altro lato, all’Italia cui appartiene - spesso dimenticata o volutamente e frettolosamente accantonata a vantaggio di una presunta volontà di innovazione ad ogni costo in assenza di chiari riferimenti - una elaborazione teorica sul progetto urbano e sulla costruzione della città cui oggi, e certo non a caso, proprio il mondo tedesco guarda con rinnovato interesse . Da questa affinità elettiva è possibile derivare alcuni importanti temi teorici di discussione sulla memoria della città come strumento di progetto, sulla tradizione della città europea, sul progetto di architettura come strumento di pianificazione: sono queste le ‘questioni’ che si è provato a tirare in campo con il lavoro sulle aree del porto fluviale di Düsseldorf per le quali oggi la dismissione e la riorganizzazione della struttura portuale sembra voler disegnare un futuro di città. Proprio in tali ‘aree liminari’ tra l’altro - come in analoghe esperienze europee - si decide, spesso e in gran parte, il futuro assetto della città contemporanea, in un rinnovato rapporto tra la memoria della presenza industriale e la possibilità di fondare una ‘nuova parte urbana compiuta’ tramite un costante rapporto dialettico con la natura (il Reno e le sue anse), il territorio e la città consolidata (die Altstadt) cui riferirsi in termini sia morfologici che di senso. L’esperienza didattica ha visto gli studenti lavorare su progetti individuali che, supportati da una costante riflessione collettiva sulle questioni prima enunciate, potessero, pur nella loro articolazione, esprimere una idea di città coerente con i principî di riferimento e quindi riconoscibile come espressione di valori collettivi. Così tutti i progetti esprimono una analoga e condivisa lettura della città alla grande scala - nel rapporto tra l’acqua, il sistema del verde e la morfologia delle aree portuali - e tutti lavorano sulla necessità di conferire a questa parte urbana la complessità non solo funzionale ma soprattutto morfologica della città storica, attraverso un lavoro sui tessuti e sugli elementi primari senza rinunciare ad arrivare a definire infine, in misura più autonoma ma ancora coerente, il ‘carattere’ delle singole architetture progettate.
2010
9788849519952
Città & Porto. La scuola superiore europea di architettura urbana sul porto di Düsseldorf / Visconti, Federica; Capozzi, Renato. - STAMPA. - (2010), pp. 6-11.
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