L’intervento di ricostruzione dei centri urbani dell’Isola d’Ischia all’indomani del sisma del 1883 costituì la prima grande occasione per il giovane Regno d’Italia di dar prova delle proprie capacità e di rodare la macchina governativa a fronte di un evento naturale disastroso. Noto come il terremoto di Casamicciola, dalla denominazione del paese più colpito, il terribile sisma seminò terrore e morte anche a Lacco Ameno, Forio, Serrara Fontana e Barano, interessando un ambito territoriale ben più ampio di quello già devastato dall’ analogo forte evento registrato appena due anni prima (1881). Il danno al patrimonio edilizio isolano fu talmente grande da poter legittimamente pensare ad una vera e propria rifondazione delle città colpite piuttosto che alla semplice ricostruzione di corpi di fabbrica danneggiati. Tale rifondazione comportò l’edificazione di numerosi rioni di abitazioni e opifici con sistemi costruttivi e tecniche realizzative poi non più utilizzate a seguito della diffusione del cemento armato; trattasi dell’ultimo caso in Italia in cui furono costruite palazzine asismiche con il sistema baraccato e della prima volta di una ricostruzione post-sisma in cui si propone il ricorso a case di tipo seriale prefabbricate brevettate. Il presente studio prende in esame una significativa casistica di edifici realizzati nel periodo immediatamente a valle del citato evento sismico, al fine di evidenziare le caratteristiche dei sistemi costruttivi, individuare elementi utili per la riconoscibilità dei tipi e fornire linee guida per il corretto progetto di recupero e conservazione.
Dalle baracche alle palazzine. Rinascita urbana e tipi edilizi nella ricostruzione dei Comuni dell'Isola d'Ischia / Polverino, Francesco. - STAMPA. - unico:(2010), pp. 703-722.
Dalle baracche alle palazzine. Rinascita urbana e tipi edilizi nella ricostruzione dei Comuni dell'Isola d'Ischia.
POLVERINO, FRANCESCO
2010
Abstract
L’intervento di ricostruzione dei centri urbani dell’Isola d’Ischia all’indomani del sisma del 1883 costituì la prima grande occasione per il giovane Regno d’Italia di dar prova delle proprie capacità e di rodare la macchina governativa a fronte di un evento naturale disastroso. Noto come il terremoto di Casamicciola, dalla denominazione del paese più colpito, il terribile sisma seminò terrore e morte anche a Lacco Ameno, Forio, Serrara Fontana e Barano, interessando un ambito territoriale ben più ampio di quello già devastato dall’ analogo forte evento registrato appena due anni prima (1881). Il danno al patrimonio edilizio isolano fu talmente grande da poter legittimamente pensare ad una vera e propria rifondazione delle città colpite piuttosto che alla semplice ricostruzione di corpi di fabbrica danneggiati. Tale rifondazione comportò l’edificazione di numerosi rioni di abitazioni e opifici con sistemi costruttivi e tecniche realizzative poi non più utilizzate a seguito della diffusione del cemento armato; trattasi dell’ultimo caso in Italia in cui furono costruite palazzine asismiche con il sistema baraccato e della prima volta di una ricostruzione post-sisma in cui si propone il ricorso a case di tipo seriale prefabbricate brevettate. Il presente studio prende in esame una significativa casistica di edifici realizzati nel periodo immediatamente a valle del citato evento sismico, al fine di evidenziare le caratteristiche dei sistemi costruttivi, individuare elementi utili per la riconoscibilità dei tipi e fornire linee guida per il corretto progetto di recupero e conservazione.File | Dimensione | Formato | |
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