La relazione educativa è sempre difficile, in famiglia come a scuola, con i propri figli come con i figli degli altri; di più in alcuni contesti. Ma non è compito dei più giovani ‘pensare’ i vari aspetti che la rendono così difficile, e che portano spesso gli insegnanti al burn-out e gli allievi all’abbandono, all’insuccesso o al disagio scolastico. Sono gli adulti che hanno questa responsabilità educativa. Che tuttavia sembra essere in crisi, soprattutto se è vissuta come un processo individuale, solitario, piuttosto che comunitario, sociale e culturale. Il modello del padre e del maestro autoritario sono certamente ormai tramontati, ma il padre e il docente affettivo non sono sufficienti, perché comportano una omogeneizzazione e confusione di funzioni. Inoltre, l’eccesso di affettivizzazione del ruolo dell’educatore adulto finisce spesso per produrre una difficoltà di tenuta emotiva, che attiva processi di conversione dello stress in atteggiamenti di distacco, meccanicità e stereotipia dei comportamenti, tali da consentire di ergere attorno a sé una sorta di barriera protettiva: così, gli allievi descrivono frequentemente docenti freddi, ingiusti e mortificanti, dai quali si difendono a loro volta assumendo consapevolmente atteggiamenti di compiacenza o distanza emotiva. Senza contare che la destrutturazione di questa situazione innesca continue e pericolose richieste di ritorno a forme di autoritarismo pedagogico. Genitori e insegnanti, figli e allievi vivono dunque in pieno il “disagio della civiltà”.
Dalla famiglia alla scuola: note sulla responsabilità educativa degli adulti / Parrello, Santa. - STAMPA. - 24 Collana Psicologia clinica e psicoterapia:(2012), pp. 61-84. [10.4399/97888548465004]
Dalla famiglia alla scuola: note sulla responsabilità educativa degli adulti
PARRELLO, SANTA
2012
Abstract
La relazione educativa è sempre difficile, in famiglia come a scuola, con i propri figli come con i figli degli altri; di più in alcuni contesti. Ma non è compito dei più giovani ‘pensare’ i vari aspetti che la rendono così difficile, e che portano spesso gli insegnanti al burn-out e gli allievi all’abbandono, all’insuccesso o al disagio scolastico. Sono gli adulti che hanno questa responsabilità educativa. Che tuttavia sembra essere in crisi, soprattutto se è vissuta come un processo individuale, solitario, piuttosto che comunitario, sociale e culturale. Il modello del padre e del maestro autoritario sono certamente ormai tramontati, ma il padre e il docente affettivo non sono sufficienti, perché comportano una omogeneizzazione e confusione di funzioni. Inoltre, l’eccesso di affettivizzazione del ruolo dell’educatore adulto finisce spesso per produrre una difficoltà di tenuta emotiva, che attiva processi di conversione dello stress in atteggiamenti di distacco, meccanicità e stereotipia dei comportamenti, tali da consentire di ergere attorno a sé una sorta di barriera protettiva: così, gli allievi descrivono frequentemente docenti freddi, ingiusti e mortificanti, dai quali si difendono a loro volta assumendo consapevolmente atteggiamenti di compiacenza o distanza emotiva. Senza contare che la destrutturazione di questa situazione innesca continue e pericolose richieste di ritorno a forme di autoritarismo pedagogico. Genitori e insegnanti, figli e allievi vivono dunque in pieno il “disagio della civiltà”.File | Dimensione | Formato | |
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