Viene discussa la percezione del mondo virtuale e criticata la sua regolamentazione giuridica a somiglianza del mondo reale. Basandosi sulla natura del dato digitale si qualifica l'attività di navigazione come attività meramente intellettuale, ma con la peculiarità di trasformare in dati digitali qusta attività. Derivano da questa peculiarità gli attuali tentativi (in maggioranza fallimentari) di estendere al dato digitale la normativa dei beni economici. La tecnica ha mutato ciò che solo pochi anni fa appariva immutabile: le modalità di comunicazione tra le persone ed il loro modo di percepire e conoscere la realtà, e questo, in accordo con le predisposizioni genetiche umane, cambia la coscienza sociale, l'analisi valoriale, il giudizio di apprezzamento o disapprezzamento, agendo poi, in via politica o sulla normazione o sulla interpretazione. Già si scorgono, nell'agire delle giovani generazioni i segnali del cambiamento, mentre emergono le inquietudini sociali che questi cambiamenti vanno generando. Una società tecnologicamente avanzata richiede come condizione d'esistenza la condivisione di molte informazioni sugli appartenenti; a questa esigenza si devono adattare necessariamente le altre, dalla pudicizia al giudizio morale sulle abitudini sessuali e via dicendo: l'esistenza stessa della società odierna esige che si cambino concetto e regolamentazione della privacy. Sarà la morale ad adattarsi al diritto, nell'accettazione di un più vasto spettro di scelte personali, così come la società della sorveglianza permetterà il quotidiano controllo delle azioni altrui. Le esigenze di cooperazione sociale difese dal diritto formeranno, assieme alla natura del dato digitale, la regola del nuovissimo mondo digitale.
Il dato digitale e la natura delle cose / Romeo, Francesco. - STAMPA. - (2012), pp. 87-124.
Il dato digitale e la natura delle cose
ROMEO, FRANCESCO
2012
Abstract
Viene discussa la percezione del mondo virtuale e criticata la sua regolamentazione giuridica a somiglianza del mondo reale. Basandosi sulla natura del dato digitale si qualifica l'attività di navigazione come attività meramente intellettuale, ma con la peculiarità di trasformare in dati digitali qusta attività. Derivano da questa peculiarità gli attuali tentativi (in maggioranza fallimentari) di estendere al dato digitale la normativa dei beni economici. La tecnica ha mutato ciò che solo pochi anni fa appariva immutabile: le modalità di comunicazione tra le persone ed il loro modo di percepire e conoscere la realtà, e questo, in accordo con le predisposizioni genetiche umane, cambia la coscienza sociale, l'analisi valoriale, il giudizio di apprezzamento o disapprezzamento, agendo poi, in via politica o sulla normazione o sulla interpretazione. Già si scorgono, nell'agire delle giovani generazioni i segnali del cambiamento, mentre emergono le inquietudini sociali che questi cambiamenti vanno generando. Una società tecnologicamente avanzata richiede come condizione d'esistenza la condivisione di molte informazioni sugli appartenenti; a questa esigenza si devono adattare necessariamente le altre, dalla pudicizia al giudizio morale sulle abitudini sessuali e via dicendo: l'esistenza stessa della società odierna esige che si cambino concetto e regolamentazione della privacy. Sarà la morale ad adattarsi al diritto, nell'accettazione di un più vasto spettro di scelte personali, così come la società della sorveglianza permetterà il quotidiano controllo delle azioni altrui. Le esigenze di cooperazione sociale difese dal diritto formeranno, assieme alla natura del dato digitale, la regola del nuovissimo mondo digitale.File | Dimensione | Formato | |
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