La figura di Coderch è centrale nell'architettura catalana del Novecento, eppure appare ancora un personaggio isolato, discusso, per la sua etica rigida sempre apparsa come conservatrice, le sue relazioni con gli architetti italiani, in particolare Ponti e Sartoris, la nomina a commissario del Padiglione Spagnolo alla Triennale di Milano del 1951, la collaborazione con la rivista Domus, l'adesione al Gruppo R e poi alla Biennale Ispano-americana consentono negli anni più bui della dittatura franchista, una relazione diretta con il mondo dell'architettura europea prima e d'oltreoceano poi. La complessità dei progetti di Coderch sull'abitare collettivo raccontata in questo lungo saggio è una parte fondamentale del lavoro del maestro catalano che non si risolve nelle questioni funzionali e nelle richieste della committenza, bensì emerge dai temi del domestico affrontati in maniera diversa rispetto alle case unifamiliari ben più note e pubblicate, dagli elementi che entrano nella composizione architettonica e nel disegno di nuove forme. I temi principali che sono appofonditi in questo lavoro sono il peso volumetrico degli edifici, i rapporti visivi dati dal trattamento dei prospetti, il ruolo della luce nella loro definizione, la persiana intesa come elemento multiforme che assume un ruolo centrale in questi edifici, le relazioni fisiche tra i diversi edifici nel disegno dei "conjuntos" diventano valori intrinseci a questi progetti. la rilettura dell’opera di Juan Antonio Coderch attraverso i suoi progetti più grandi, ha consentito di entrare negli edifici urbani e di addentrarsi nella maturità di un personaggio che ha lavorato affinché la sua architettura fosse coerentemente lo specchio della sua natura morale, ma sempre profondamente ed intensamente contemporanea.
Coderch e l'abitare collettivo / Santangelo, MARIA ROSARIA. - (2012).
Coderch e l'abitare collettivo
SANTANGELO, MARIA ROSARIA
2012
Abstract
La figura di Coderch è centrale nell'architettura catalana del Novecento, eppure appare ancora un personaggio isolato, discusso, per la sua etica rigida sempre apparsa come conservatrice, le sue relazioni con gli architetti italiani, in particolare Ponti e Sartoris, la nomina a commissario del Padiglione Spagnolo alla Triennale di Milano del 1951, la collaborazione con la rivista Domus, l'adesione al Gruppo R e poi alla Biennale Ispano-americana consentono negli anni più bui della dittatura franchista, una relazione diretta con il mondo dell'architettura europea prima e d'oltreoceano poi. La complessità dei progetti di Coderch sull'abitare collettivo raccontata in questo lungo saggio è una parte fondamentale del lavoro del maestro catalano che non si risolve nelle questioni funzionali e nelle richieste della committenza, bensì emerge dai temi del domestico affrontati in maniera diversa rispetto alle case unifamiliari ben più note e pubblicate, dagli elementi che entrano nella composizione architettonica e nel disegno di nuove forme. I temi principali che sono appofonditi in questo lavoro sono il peso volumetrico degli edifici, i rapporti visivi dati dal trattamento dei prospetti, il ruolo della luce nella loro definizione, la persiana intesa come elemento multiforme che assume un ruolo centrale in questi edifici, le relazioni fisiche tra i diversi edifici nel disegno dei "conjuntos" diventano valori intrinseci a questi progetti. la rilettura dell’opera di Juan Antonio Coderch attraverso i suoi progetti più grandi, ha consentito di entrare negli edifici urbani e di addentrarsi nella maturità di un personaggio che ha lavorato affinché la sua architettura fosse coerentemente lo specchio della sua natura morale, ma sempre profondamente ed intensamente contemporanea.File | Dimensione | Formato | |
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