Il contributo offre un inquadramento delle tecniche edilizie diffuse a Velia dagli anni della fondazione fino all'età imperiale, nel tentativo di iniziare a definire gli ambienti tecnici locali, le tradizioni costruttive, le continuità e le innovazioni che caratterizzano i repertori velini. Dall'età tardo arcaica fino a quella ellenistica emergono i grandi cantieri specializzati nella lavorazione della pietra, che si esprimono sempre su alti livelli qualitativi e tecnici, dall'opera poligonale all'opera quadrata. In età ellenistica i repertori locali si arricchiscono della tecnica a scacchiera, impiegata sia per l'edilizia pubblica (fortificazioni, complessi monumentali) che per quella privata, soprattutto in strutture di terrazzamento. I riferimenti di questa tecnica, poco diffusa in Magna Grecia, stando all'attuale quadro delle conoscenze, sembrano trovare riscontro ancora una volta a Delo, anche se non mancano poche attestazioni più antiche. In età romana si avverte l'avvio di un processo di differenziazione, molto più accentuato rispetto alle fasi precedenti, tra le tecniche utilizzate per l'architettura privata e per quella pubblica. In città vengono adottate le soluzioni costruttive tipiche del mondo romano, come l'opera incerta, l'opera mista, l'opera reticolata. Gli ambienti tecnici locali, tuttavia, acquisiscono con molta difficoltà questi diversi modi di costruire, che restano limitati quasi esclusivamente all'edilizia pubblica. I cantieri dell'architettura privata, fin dalla prima età imperiale, infatti, preferiranno costantemente tecniche costruttive basate sul reimpiego sistematico di materiali edilizi e su una messa in opera su filari orizzontali, molto irregolare, con l'uso quasi esclusivo di leganti a base di terra. In questa prospettiva vanno letti anche altri fenomeni locali di particolare interesse, come la realizzazione dell'opera reticolata con frammenti di mattoni velini cotti, di età ellenistica, tagliati in maniera approssimativa, che determinano, inevitabilmente, un paramento molto discontinuo per quanto riguarda giunti e allineamenti obliqui.
Le tecniche costruttive di Elea-Velia: un quadro d'insieme / Cicala, Luigi. - STAMPA. - II:(2012), pp. 625-642. (Intervento presentato al convegno Storia dell'Ingegneria, Atti del 4° Convegno Nazionale tenutosi a Napoli nel 16-18 aprile 2012).
Le tecniche costruttive di Elea-Velia: un quadro d'insieme
CICALA, LUIGI
2012
Abstract
Il contributo offre un inquadramento delle tecniche edilizie diffuse a Velia dagli anni della fondazione fino all'età imperiale, nel tentativo di iniziare a definire gli ambienti tecnici locali, le tradizioni costruttive, le continuità e le innovazioni che caratterizzano i repertori velini. Dall'età tardo arcaica fino a quella ellenistica emergono i grandi cantieri specializzati nella lavorazione della pietra, che si esprimono sempre su alti livelli qualitativi e tecnici, dall'opera poligonale all'opera quadrata. In età ellenistica i repertori locali si arricchiscono della tecnica a scacchiera, impiegata sia per l'edilizia pubblica (fortificazioni, complessi monumentali) che per quella privata, soprattutto in strutture di terrazzamento. I riferimenti di questa tecnica, poco diffusa in Magna Grecia, stando all'attuale quadro delle conoscenze, sembrano trovare riscontro ancora una volta a Delo, anche se non mancano poche attestazioni più antiche. In età romana si avverte l'avvio di un processo di differenziazione, molto più accentuato rispetto alle fasi precedenti, tra le tecniche utilizzate per l'architettura privata e per quella pubblica. In città vengono adottate le soluzioni costruttive tipiche del mondo romano, come l'opera incerta, l'opera mista, l'opera reticolata. Gli ambienti tecnici locali, tuttavia, acquisiscono con molta difficoltà questi diversi modi di costruire, che restano limitati quasi esclusivamente all'edilizia pubblica. I cantieri dell'architettura privata, fin dalla prima età imperiale, infatti, preferiranno costantemente tecniche costruttive basate sul reimpiego sistematico di materiali edilizi e su una messa in opera su filari orizzontali, molto irregolare, con l'uso quasi esclusivo di leganti a base di terra. In questa prospettiva vanno letti anche altri fenomeni locali di particolare interesse, come la realizzazione dell'opera reticolata con frammenti di mattoni velini cotti, di età ellenistica, tagliati in maniera approssimativa, che determinano, inevitabilmente, un paramento molto discontinuo per quanto riguarda giunti e allineamenti obliqui.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.