L’indagine si propone di mettere in evidenza l’intenzionale inserzione nella raccolta epistolare di Enea di Gaza, forse ad opera dell’autore stesso, di componimenti differenziati per stile e lingua. L’esame di alcune coppie di lettere, strettamente connesse per il tema trattato (V-VI, consolatio per un furto subìto; VII-XXII, topos dell’amicizia; XIX-XX, richiesta di un farmaco) dimostra l’esistenza di una struttura parallela ma di un’elaborazione diversa per forma e veste linguistica. Nella quinta sono sviluppati e concretizzati i punti appena accennati nella sesta. La lettera settima si presenta come un manifesto del pensiero di Enea in merito alle forme ed alle funzioni che regolano il dialogo epistolare, laddove la XXII è un breve biglietto, nel quale è rielaborato il topos del colloquio epistolare tra due amici. Alla generica descrizione della malattia nella lettera XIX corrisponde nella XX una realistica descrizione dei mali che affliggono lo scrivente. Enea ha voluto approntare un piccolo manuale epistolare, il quale, nel rispetto delle norme del genere, si distinguesse per la uniforme brevità e la notevole concisione delle lettere, dai grandi modelli epistolari a lui ben noti; esso risponde ad esigenze teoriche di esemplificazione di diversificate forme di lettere per venir incontro a differenziate esigenze redazionali.
Forma e funzione dell'epistolario di Enea di Gaza / Matino, Giuseppina. - (2012), pp. 297-316.
Forma e funzione dell'epistolario di Enea di Gaza
MATINO, GIUSEPPINA
2012
Abstract
L’indagine si propone di mettere in evidenza l’intenzionale inserzione nella raccolta epistolare di Enea di Gaza, forse ad opera dell’autore stesso, di componimenti differenziati per stile e lingua. L’esame di alcune coppie di lettere, strettamente connesse per il tema trattato (V-VI, consolatio per un furto subìto; VII-XXII, topos dell’amicizia; XIX-XX, richiesta di un farmaco) dimostra l’esistenza di una struttura parallela ma di un’elaborazione diversa per forma e veste linguistica. Nella quinta sono sviluppati e concretizzati i punti appena accennati nella sesta. La lettera settima si presenta come un manifesto del pensiero di Enea in merito alle forme ed alle funzioni che regolano il dialogo epistolare, laddove la XXII è un breve biglietto, nel quale è rielaborato il topos del colloquio epistolare tra due amici. Alla generica descrizione della malattia nella lettera XIX corrisponde nella XX una realistica descrizione dei mali che affliggono lo scrivente. Enea ha voluto approntare un piccolo manuale epistolare, il quale, nel rispetto delle norme del genere, si distinguesse per la uniforme brevità e la notevole concisione delle lettere, dai grandi modelli epistolari a lui ben noti; esso risponde ad esigenze teoriche di esemplificazione di diversificate forme di lettere per venir incontro a differenziate esigenze redazionali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.