La caratterizzazione della piccola città di Baia nell’Area Flegrea incontra una significativa componente nella ricchezza delle coperture a volta romane, i cosiddetti "trugli", come qualcuno del posto continua ancor oggi a definire i grossi complessi cupolati, lasciando inspiegato il mistero della destinazione funzionale, divisa tra tempio e ambiente termale, a seconda delle interpretazioni. I trugli di Baia hanno sfidato non solo il tempo, ma anche i profondi sconvolgimenti geologici che hanno alterato sensibilmente il profilo plano-altimetrico della costa e si sono conservati fino ad oggi grazie ad un apparecchio ben progettato costruttivamente e a materiali messi in opera con una malta pozzolanica. Tra ville simbolo di ricchezza e di prestigio personale destinate agli otia della classe politica romana, i trugli baiani appartengono ai complessi termali della zona, la cui destinazione risale al II secolo a.C. per quanto attiene le prime utilizzazioni dei vapori provenienti dal sottosuolo. I sudatoi baiani, di tipo naturale, erano infatti preferiti a quelli delle terme riscaldate artificialmente, come risulta dal De Medicina, trattato di epoca tiberiana del medico Celso, e la crescente richiesta di cure termali rese necessario un incremento degli impianti che, a partire dall'epoca repubblicana, ha innescato un fenomeno di conversione di ville in terme protrattosi per tutto il medioevo. Oggetto della ricerca sono i tre trugli baiani, di cui restano gli interessanti rilievi in palmi napoletani del Paoli, datati 1768, e gli studi di Amedeo Maiuri del 1930 da cui ha inizio un lavoro sistematico di indagine e di restauro, istituendo nel 1936 il Parco Monumentale di Baia. Risultati della ricerca sono l'individuazione delle matrici geometriche e la ridefinizione dei rapporti dimensionali che, sulla base di rilievi storici, integrazioni e informazioni a carattere documentario, mirano a cogliere proporzioni ricorrenti nelle soluzioni formali, interpretate nell’unità di misura del tempo, il piede romano.
I trugli di baia. Regole geometriche e costruttive / Ausiello, Gigliola. - STAMPA. - (1999), pp. 23-38.
I trugli di baia. Regole geometriche e costruttive
AUSIELLO, GIGLIOLA
1999
Abstract
La caratterizzazione della piccola città di Baia nell’Area Flegrea incontra una significativa componente nella ricchezza delle coperture a volta romane, i cosiddetti "trugli", come qualcuno del posto continua ancor oggi a definire i grossi complessi cupolati, lasciando inspiegato il mistero della destinazione funzionale, divisa tra tempio e ambiente termale, a seconda delle interpretazioni. I trugli di Baia hanno sfidato non solo il tempo, ma anche i profondi sconvolgimenti geologici che hanno alterato sensibilmente il profilo plano-altimetrico della costa e si sono conservati fino ad oggi grazie ad un apparecchio ben progettato costruttivamente e a materiali messi in opera con una malta pozzolanica. Tra ville simbolo di ricchezza e di prestigio personale destinate agli otia della classe politica romana, i trugli baiani appartengono ai complessi termali della zona, la cui destinazione risale al II secolo a.C. per quanto attiene le prime utilizzazioni dei vapori provenienti dal sottosuolo. I sudatoi baiani, di tipo naturale, erano infatti preferiti a quelli delle terme riscaldate artificialmente, come risulta dal De Medicina, trattato di epoca tiberiana del medico Celso, e la crescente richiesta di cure termali rese necessario un incremento degli impianti che, a partire dall'epoca repubblicana, ha innescato un fenomeno di conversione di ville in terme protrattosi per tutto il medioevo. Oggetto della ricerca sono i tre trugli baiani, di cui restano gli interessanti rilievi in palmi napoletani del Paoli, datati 1768, e gli studi di Amedeo Maiuri del 1930 da cui ha inizio un lavoro sistematico di indagine e di restauro, istituendo nel 1936 il Parco Monumentale di Baia. Risultati della ricerca sono l'individuazione delle matrici geometriche e la ridefinizione dei rapporti dimensionali che, sulla base di rilievi storici, integrazioni e informazioni a carattere documentario, mirano a cogliere proporzioni ricorrenti nelle soluzioni formali, interpretate nell’unità di misura del tempo, il piede romano.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.