Negli ultimi anni il dibattito politico istituzionale che ruota intorno agli obiettivi che il welfare deve proporsi ha posto particolare enfasi anche al ruolo che esso può svolgere nel creare disincentivi alla scelta di delinquere. Un buon sistema di welfare deve agire migliorando il benessere delle persone che dipende in modo determinante dagli stili di vita, dai fattori ambientali, dai fattori biologici oltre che dai fattori sanitari. Sono questi i determinanti del benessere che le politiche di welfare devono sostenere per consentire alle persone di poter scegliere il tipo di vita da condurre, al quale essi attribuiscono un valore (Sen 1992). Le politiche di welfare devono, in altri termini, puntare ad ampliare gli spazi entro i quali le persone possono esprimersi, rimuovendo le cause che determinano una compressione o una impossibilità ad esercitare appieno i diritti. La criminalità organizzata riduce lo spazio di azione delle persone, condizionandone la libertà di “agire e di fare”. Infatti, le organizzazioni criminali creano illibertà, la loro stessa esistenza e presenza è fonte di illibertà. Esse agiscono trasformando diritti in concessioni, diritti in favori che devono essere contraccambiati, generando assoggettamento e condizionamento degli individui, soprattutto di quei soggetti che sperimentano processi di esclusione sociale, indotti dalla mancanza di lavoro e/o da un contesto sociale particolarmente degradato. La criminalità organizzata assoggetta i territori depauperandone il capitale sociale, vale a dire la fiducia, il rispetto delle regole civili, gli spazi di cittadinanza attiva, cioè quegli elementi che migliorano i livelli della qualità di vita degli individui e che rappresentano risorse fondamentali per lo sviluppo sociale ed economico. La proposta che proviene dall'articolo centra l'attenzione sull'obiettivo fondamentale che anche le politiche di welfare devono interessarsi alla creazione delle precondizioni dello sviluppo economico e sociale co-progettando con gli altri soggetti coinvolti nella lotta alla criminalità azioni e interventi che puntino ad aumentare la coesione e la sicurezza degli individui e del territorio. Coesione e sicurezza diventano perciò determinanti fondamentali del benessere delle persone assieme agli “stili di vita”, ai “fattori ambientali” e a quelli “biologici”. Un modo innovativo per intervenire che non deve trasformare le politiche sociali in politiche di sicurezza, ma che riconosce l'importanza del benessere sociale nella costruzione di percorsi di civiltà e di legalità che sono precondizioni per lo sviluppo sociale ed economico.
Welfare e contrasto alla criminalità / Mosca, Michele. - (2011), pp. 347-355.
Welfare e contrasto alla criminalità
MOSCA, MICHELE
2011
Abstract
Negli ultimi anni il dibattito politico istituzionale che ruota intorno agli obiettivi che il welfare deve proporsi ha posto particolare enfasi anche al ruolo che esso può svolgere nel creare disincentivi alla scelta di delinquere. Un buon sistema di welfare deve agire migliorando il benessere delle persone che dipende in modo determinante dagli stili di vita, dai fattori ambientali, dai fattori biologici oltre che dai fattori sanitari. Sono questi i determinanti del benessere che le politiche di welfare devono sostenere per consentire alle persone di poter scegliere il tipo di vita da condurre, al quale essi attribuiscono un valore (Sen 1992). Le politiche di welfare devono, in altri termini, puntare ad ampliare gli spazi entro i quali le persone possono esprimersi, rimuovendo le cause che determinano una compressione o una impossibilità ad esercitare appieno i diritti. La criminalità organizzata riduce lo spazio di azione delle persone, condizionandone la libertà di “agire e di fare”. Infatti, le organizzazioni criminali creano illibertà, la loro stessa esistenza e presenza è fonte di illibertà. Esse agiscono trasformando diritti in concessioni, diritti in favori che devono essere contraccambiati, generando assoggettamento e condizionamento degli individui, soprattutto di quei soggetti che sperimentano processi di esclusione sociale, indotti dalla mancanza di lavoro e/o da un contesto sociale particolarmente degradato. La criminalità organizzata assoggetta i territori depauperandone il capitale sociale, vale a dire la fiducia, il rispetto delle regole civili, gli spazi di cittadinanza attiva, cioè quegli elementi che migliorano i livelli della qualità di vita degli individui e che rappresentano risorse fondamentali per lo sviluppo sociale ed economico. La proposta che proviene dall'articolo centra l'attenzione sull'obiettivo fondamentale che anche le politiche di welfare devono interessarsi alla creazione delle precondizioni dello sviluppo economico e sociale co-progettando con gli altri soggetti coinvolti nella lotta alla criminalità azioni e interventi che puntino ad aumentare la coesione e la sicurezza degli individui e del territorio. Coesione e sicurezza diventano perciò determinanti fondamentali del benessere delle persone assieme agli “stili di vita”, ai “fattori ambientali” e a quelli “biologici”. Un modo innovativo per intervenire che non deve trasformare le politiche sociali in politiche di sicurezza, ma che riconosce l'importanza del benessere sociale nella costruzione di percorsi di civiltà e di legalità che sono precondizioni per lo sviluppo sociale ed economico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.