L’espressione del passato nelle interlingue di immigrati di area partenopea Patrizia Giuliano, Simona Anastasio e Rosa Russo giuliano@unina.it ; anastasiosimona@libero.it ; rrosarusso@gmail.com Università degli Studi di Napoli Federico II Lo studio si propone di analizzare l’espressione delle relazioni temporali, con particolare riferimento all’area del passato, in racconti fittizi e biografici prodotti da diversi gruppi di apprendenti, nella fattispecie di immigrati slavi (ucraini e polacchi), maghrebini (marocchini, algerini e tunisini), nigeriani, ghanesi e singalesi, tutti di livello postbasico avanzato, con apprendimento per alcuni misto (istituzionale e naturale), per altri spontaneo. Tutti i soggetti in questione risiedono nell’area di Napoli e dintorni, un’area particolarmente interessante per l’uso del passato, poiché l’input di esposizione fornisce ai residenti tre forme, entrambe ancora molto attive : il passato prossimo o composto, il passato remoto o semplice e l’imperfetto. L’acquisizione delle relazioni temporali in italiano L2 da parte di soggetti immigrati ha attirato l’attenzione degli studiosi già da diverso tempo (per una panoramica, cf. Giacalone Ramat 2003), tuttavia sempre in relazione ad immigrati di area settentrionale (in particolare lombarda), in cui com’è noto, nell’italiano parlato, il passato remoto è stato del tutto soppiantato dal passato prossimo. Del resto, gli apprendenti studiati avevano L1 differenti da quelle dei soggetti da noi studiati. Il nostro studio permette, dunque, da un lato di approfondire una tematica cruciale della linguistica acquisizionale, dall’altro di valutare alcune componenti nuove legate al diverso input di esposizione degli informatori intervistati e alle loro lingue materne. I dati analizzati sono di due tipi : racconti fittizi e biografici. I primi consistono in narrazioni elicitate attraverso due supporti: una storia per immagini (Frog, where are you ?, Meyer 1969) e un cartone animato della serie polacca Reksio (Marzalek 1967); tali narrazioni hanno permesso di avere un punto di confronto identico per tutti gli informatori. I racconti biografici hanno rappresentato un materiale ovviamente privilegiato per l’osservazione delle forme al passato nonostante l’ovvia diversità di tematiche affrontate dagli apprendenti. I dati di questi ultimi sono stati confrontati con dei gruppi di controllo italofoni di area partenopea in relazione agli stessi compiti citati supra, al fine di stabilire similarità e divergenze rispetto ai nativi. La nostra analisi dimostrerà che le forme del passato impiegate dagli immigrati non sono diverse da quelle dei nativi (passato prossimo, passato remoto e imperfetto), ma che il loro impiego può divergere in relazione alle funzioni testuali che tali forme esplicano nei testi degli italofoni. Per l’impiego del passato remoto, in particolare: a. esso viene appreso ed impiegato dalla gran parte dei soggetti intervistati, ma soprattutto da chi, tra loro, ha acquisito la nostra lingua in modo spontaneo; b. la presenza del remoto nei dati dei nostri apprendenti è il riflesso dell’input a cui essi sono esposti, un input in cui il remoto riveste un ruolo ancora cruciale, crucialità che gli apprendenti evidentemente avvertono; c. le forme al remoto non sempre sono però utilizzate con gli stessi criteri discorsivi degli italofoni, con la conseguenza che la consecutio temporum può essere interrotta senza una vera giustificazione (emotiva o di attualizzazione) dando luogo ad evidenti stonature nell’ambito del testo; d. la presenza del remoto nei dati di apprendenti molto avanzati quali i nostri, dimostra che strategie analitiche del tipo “ausiliare + participio passato = passato composto” sono, sebbene solo in parte, abbandonate. Oltre all’impiego del remoto, emergono diverse altre difficoltà, di rilievo per la didattica dell’italiano L2 rivolta ad apprendenti di livello avanazato: a. Sussistono errori nell’impiego dell’imperfettività, sia in relazione alla natura aspettuale di alcuni verbi (modali, essere, avere), sia nella correlazione dell’imperfettività con le determinazioni temporali; b. Pressoché nullo oltre che problematico appare il ricorso al trapassato prossimo; c. per i parlanti di L1 slava, l’impiego degli ausiliare essere ed avere crea ancora alcuni problemi residuali come evidenzia il loro persistente annullamento in alcuni contesti; emerge una tendenza, indistintamente in tutti i gruppi, a sostituire il passato col presente nelle proposizioni subordinate. Riferimenti Bertinetto, P. M., 1986, Tempo, aspetto e azione nel verbo italiano. Il sistema dell’indicativo, Firenze, Accademia della Crusca. Giacalone Ramat, A., 2003, Verso l’italiano, Roma, Carocci. Giuliano, P., 2011, “Imparare a narrare in italiano L2: le difficoltà morfologiche e discorsive dei livelli medio-avanzati”. In A. Lamarra, (a cura di) Atti della scuola di formazione di italiano lingua seconda / straniera: competenza d’uso e integrazione, Roma, Edizioni Scientifiche Italiane. Marzalek, L. , 1967, Reksio, Cartoon Movies Studio, Filek H., Bielsko-Biala. Mayer, M., 1969, Frog, where are you?, New York, Dial Press. H. Weinrich, 2004, Tempus. Le funzioni dei tempi nel testo, Il Mulino, Bologna [Tempus. Besprochene und erzählte Welt, Kohlhammer, Stuttgart 1964].

L'espressione del passato nelle interlingue di immigrati di area partenopea / Giuliano, Patrizia; S., Anastasio; R., Rosa. - STAMPA. - (2013). (Intervento presentato al convegno Varietà dei contesti di apprendimento linguistico. XIII Congresso Internazionale dell'Associazione Italiana di Linguistica Applicata tenutosi a Università degli Studi di Palermo nel 21-23 febbraio 2013).

L'espressione del passato nelle interlingue di immigrati di area partenopea

GIULIANO, PATRIZIA;
2013

Abstract

L’espressione del passato nelle interlingue di immigrati di area partenopea Patrizia Giuliano, Simona Anastasio e Rosa Russo giuliano@unina.it ; anastasiosimona@libero.it ; rrosarusso@gmail.com Università degli Studi di Napoli Federico II Lo studio si propone di analizzare l’espressione delle relazioni temporali, con particolare riferimento all’area del passato, in racconti fittizi e biografici prodotti da diversi gruppi di apprendenti, nella fattispecie di immigrati slavi (ucraini e polacchi), maghrebini (marocchini, algerini e tunisini), nigeriani, ghanesi e singalesi, tutti di livello postbasico avanzato, con apprendimento per alcuni misto (istituzionale e naturale), per altri spontaneo. Tutti i soggetti in questione risiedono nell’area di Napoli e dintorni, un’area particolarmente interessante per l’uso del passato, poiché l’input di esposizione fornisce ai residenti tre forme, entrambe ancora molto attive : il passato prossimo o composto, il passato remoto o semplice e l’imperfetto. L’acquisizione delle relazioni temporali in italiano L2 da parte di soggetti immigrati ha attirato l’attenzione degli studiosi già da diverso tempo (per una panoramica, cf. Giacalone Ramat 2003), tuttavia sempre in relazione ad immigrati di area settentrionale (in particolare lombarda), in cui com’è noto, nell’italiano parlato, il passato remoto è stato del tutto soppiantato dal passato prossimo. Del resto, gli apprendenti studiati avevano L1 differenti da quelle dei soggetti da noi studiati. Il nostro studio permette, dunque, da un lato di approfondire una tematica cruciale della linguistica acquisizionale, dall’altro di valutare alcune componenti nuove legate al diverso input di esposizione degli informatori intervistati e alle loro lingue materne. I dati analizzati sono di due tipi : racconti fittizi e biografici. I primi consistono in narrazioni elicitate attraverso due supporti: una storia per immagini (Frog, where are you ?, Meyer 1969) e un cartone animato della serie polacca Reksio (Marzalek 1967); tali narrazioni hanno permesso di avere un punto di confronto identico per tutti gli informatori. I racconti biografici hanno rappresentato un materiale ovviamente privilegiato per l’osservazione delle forme al passato nonostante l’ovvia diversità di tematiche affrontate dagli apprendenti. I dati di questi ultimi sono stati confrontati con dei gruppi di controllo italofoni di area partenopea in relazione agli stessi compiti citati supra, al fine di stabilire similarità e divergenze rispetto ai nativi. La nostra analisi dimostrerà che le forme del passato impiegate dagli immigrati non sono diverse da quelle dei nativi (passato prossimo, passato remoto e imperfetto), ma che il loro impiego può divergere in relazione alle funzioni testuali che tali forme esplicano nei testi degli italofoni. Per l’impiego del passato remoto, in particolare: a. esso viene appreso ed impiegato dalla gran parte dei soggetti intervistati, ma soprattutto da chi, tra loro, ha acquisito la nostra lingua in modo spontaneo; b. la presenza del remoto nei dati dei nostri apprendenti è il riflesso dell’input a cui essi sono esposti, un input in cui il remoto riveste un ruolo ancora cruciale, crucialità che gli apprendenti evidentemente avvertono; c. le forme al remoto non sempre sono però utilizzate con gli stessi criteri discorsivi degli italofoni, con la conseguenza che la consecutio temporum può essere interrotta senza una vera giustificazione (emotiva o di attualizzazione) dando luogo ad evidenti stonature nell’ambito del testo; d. la presenza del remoto nei dati di apprendenti molto avanzati quali i nostri, dimostra che strategie analitiche del tipo “ausiliare + participio passato = passato composto” sono, sebbene solo in parte, abbandonate. Oltre all’impiego del remoto, emergono diverse altre difficoltà, di rilievo per la didattica dell’italiano L2 rivolta ad apprendenti di livello avanazato: a. Sussistono errori nell’impiego dell’imperfettività, sia in relazione alla natura aspettuale di alcuni verbi (modali, essere, avere), sia nella correlazione dell’imperfettività con le determinazioni temporali; b. Pressoché nullo oltre che problematico appare il ricorso al trapassato prossimo; c. per i parlanti di L1 slava, l’impiego degli ausiliare essere ed avere crea ancora alcuni problemi residuali come evidenzia il loro persistente annullamento in alcuni contesti; emerge una tendenza, indistintamente in tutti i gruppi, a sostituire il passato col presente nelle proposizioni subordinate. Riferimenti Bertinetto, P. M., 1986, Tempo, aspetto e azione nel verbo italiano. Il sistema dell’indicativo, Firenze, Accademia della Crusca. Giacalone Ramat, A., 2003, Verso l’italiano, Roma, Carocci. Giuliano, P., 2011, “Imparare a narrare in italiano L2: le difficoltà morfologiche e discorsive dei livelli medio-avanzati”. In A. Lamarra, (a cura di) Atti della scuola di formazione di italiano lingua seconda / straniera: competenza d’uso e integrazione, Roma, Edizioni Scientifiche Italiane. Marzalek, L. , 1967, Reksio, Cartoon Movies Studio, Filek H., Bielsko-Biala. Mayer, M., 1969, Frog, where are you?, New York, Dial Press. H. Weinrich, 2004, Tempus. Le funzioni dei tempi nel testo, Il Mulino, Bologna [Tempus. Besprochene und erzählte Welt, Kohlhammer, Stuttgart 1964].
2013
L'espressione del passato nelle interlingue di immigrati di area partenopea / Giuliano, Patrizia; S., Anastasio; R., Rosa. - STAMPA. - (2013). (Intervento presentato al convegno Varietà dei contesti di apprendimento linguistico. XIII Congresso Internazionale dell'Associazione Italiana di Linguistica Applicata tenutosi a Università degli Studi di Palermo nel 21-23 febbraio 2013).
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