L’opera presenta i risultati dello studio della ceramica a vernice nera dal santuario di Hera alla Foce del Sele, sviluppato nell’ambito del programma di ricerca archeologica che l’Università Federico II porta avanti sin dal 1987, in collaborazione con la Soprintendenza archeologica di Salerno. La notevole quantità di ceramica a vernice nera rinvenuta nel corso dei vecchi scavi e dei nuovi, ha portato a riesaminare la classe vascolare nel suo complesso con l’obiettivo di creare un repertorio completo delle forme attestate e di cogliere i meccanismi di produzione e le modalità di circolazione di questa peculiare classe ceramica, di gran lunga la più numerosa fra tutte quelle attestate nel santuario alla foce del Sele. Il lavoro si è rivelato di particolare complessità per la preliminare e non sempre facile ricomposizione del materiale, per il tentativo, non sempre riuscito, di identificare i contesti di provenienza, per la gestione complessiva di una mole di frammenti mescolati alle più svariate classi di materiali; al lungo lavoro nei depositi del Museo Nazionale di Paestum ha fatto seguito quello di analisi e studio per il riconoscimento delle forme, la schedatura di frammenti mai inventariati, l’organizzazione dell’impianto tipologico, all’interno della griglia impostata da J.-P. Morel, ancora oggi strumento essenziale nella classificazione di questa particolare classe di materiali e di cui si condividono le scelte metodologiche. Il lavoro si snoda attraverso una serrata analisi tipologica finalizzata a una cronotipologia funzionale, a sua volta, alla definizione delle modalità e dei criteri di selezione delle forme in rapporto al contesto di provenienza, così da coglierne la funzione e l’uso e le loro trasformazioni nel corso del tempo. La lettura comparata con i materiali omogenei provenienti dai nuovi scavi, in situazioni stratigrafiche affidabili, nonché il controllo con il materiale edito proveniente dalla città e dal territorio, ha consentito la creazione di una griglia cronologica all’interno della quale si sviluppa l’intera produzione pestana di questa classe ceramica con caratteristiche piuttosto definite dovute all’impiego di determinate forme, all’uso di decorazioni impresse o dipinte e, non ultimo, alla composizione chimica e mineralogica degli impasti. L’analisi della distribuzione delle forme nei diversi contesti che è stato possibile ricomporre, ha consentito riconoscere le dinamiche che regolano la produzione e i meccanismi, che sono alla base della selezione delle forme, legati per lo più a trasformazioni nei culti e nei rituali, particolarmente evidenti quando cambia la cultura dei fruitori del santuario nel passaggio critico dalla fase greca a quella lucana; la lettura diacronica della produzione ha messo in risalto le variazioni di utilizzo o la prevalenza di determinate forme, evidenziando così cambiamenti di gusto o di moda che sono, probabilmente, anche alla base delle novità formali. La scelta di presentare un catalogo ampio e dettagliato del repertorio vascolare della ceramica a vernice nera, rinvenuta in un contesto complesso e articolato quale quello del santuario di Hera alla foce del Sele, ha avuto come obiettivo quello di costruire una base filologica e quanto mai esaustiva per definire, attraverso le molteplici attestazioni e la varietà di funzioni del repertorio formale dell’area sacra, le modalità di lavorazione delle officine locali e gli aspetti legati alla circolazione e fruizione di questi prodotti, tanto in ambito pestano e del suo territorio, quanto nei siti limitrofi. Il contributo delle analisi archeometriche, realizzate con diversi strumenti di indagine, ha corroborato significativamente la proposta di definizione di una produzione locale, enucleando i frammenti di importazione e documentando un’attività delle botteghe artigianali pestane piuttosto vivace, pur nella ripetitività e standardizzazione delle forme vascolari.
Santuario di Hera alla foce del Sele. La ceramica a vernice nera / Ferrara, Bianca. - 15:(2016).
Santuario di Hera alla foce del Sele. La ceramica a vernice nera
FERRARA, BIANCA
2016
Abstract
L’opera presenta i risultati dello studio della ceramica a vernice nera dal santuario di Hera alla Foce del Sele, sviluppato nell’ambito del programma di ricerca archeologica che l’Università Federico II porta avanti sin dal 1987, in collaborazione con la Soprintendenza archeologica di Salerno. La notevole quantità di ceramica a vernice nera rinvenuta nel corso dei vecchi scavi e dei nuovi, ha portato a riesaminare la classe vascolare nel suo complesso con l’obiettivo di creare un repertorio completo delle forme attestate e di cogliere i meccanismi di produzione e le modalità di circolazione di questa peculiare classe ceramica, di gran lunga la più numerosa fra tutte quelle attestate nel santuario alla foce del Sele. Il lavoro si è rivelato di particolare complessità per la preliminare e non sempre facile ricomposizione del materiale, per il tentativo, non sempre riuscito, di identificare i contesti di provenienza, per la gestione complessiva di una mole di frammenti mescolati alle più svariate classi di materiali; al lungo lavoro nei depositi del Museo Nazionale di Paestum ha fatto seguito quello di analisi e studio per il riconoscimento delle forme, la schedatura di frammenti mai inventariati, l’organizzazione dell’impianto tipologico, all’interno della griglia impostata da J.-P. Morel, ancora oggi strumento essenziale nella classificazione di questa particolare classe di materiali e di cui si condividono le scelte metodologiche. Il lavoro si snoda attraverso una serrata analisi tipologica finalizzata a una cronotipologia funzionale, a sua volta, alla definizione delle modalità e dei criteri di selezione delle forme in rapporto al contesto di provenienza, così da coglierne la funzione e l’uso e le loro trasformazioni nel corso del tempo. La lettura comparata con i materiali omogenei provenienti dai nuovi scavi, in situazioni stratigrafiche affidabili, nonché il controllo con il materiale edito proveniente dalla città e dal territorio, ha consentito la creazione di una griglia cronologica all’interno della quale si sviluppa l’intera produzione pestana di questa classe ceramica con caratteristiche piuttosto definite dovute all’impiego di determinate forme, all’uso di decorazioni impresse o dipinte e, non ultimo, alla composizione chimica e mineralogica degli impasti. L’analisi della distribuzione delle forme nei diversi contesti che è stato possibile ricomporre, ha consentito riconoscere le dinamiche che regolano la produzione e i meccanismi, che sono alla base della selezione delle forme, legati per lo più a trasformazioni nei culti e nei rituali, particolarmente evidenti quando cambia la cultura dei fruitori del santuario nel passaggio critico dalla fase greca a quella lucana; la lettura diacronica della produzione ha messo in risalto le variazioni di utilizzo o la prevalenza di determinate forme, evidenziando così cambiamenti di gusto o di moda che sono, probabilmente, anche alla base delle novità formali. La scelta di presentare un catalogo ampio e dettagliato del repertorio vascolare della ceramica a vernice nera, rinvenuta in un contesto complesso e articolato quale quello del santuario di Hera alla foce del Sele, ha avuto come obiettivo quello di costruire una base filologica e quanto mai esaustiva per definire, attraverso le molteplici attestazioni e la varietà di funzioni del repertorio formale dell’area sacra, le modalità di lavorazione delle officine locali e gli aspetti legati alla circolazione e fruizione di questi prodotti, tanto in ambito pestano e del suo territorio, quanto nei siti limitrofi. Il contributo delle analisi archeometriche, realizzate con diversi strumenti di indagine, ha corroborato significativamente la proposta di definizione di una produzione locale, enucleando i frammenti di importazione e documentando un’attività delle botteghe artigianali pestane piuttosto vivace, pur nella ripetitività e standardizzazione delle forme vascolari.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.