A differenza di altre realtà coeve – come le cortes castigliane e le corts aragonesi – il Parlamento generale del regno di Napoli fu, nell’età di Alfonso il Magnanimo e di suo figlio Ferrante (1441-’94), un’istituzione molto fluida sotto tutti gli aspetti: perché la sua cadenza fu irregolare, soprattutto sotto Ferrante; perché composizione e competenze si modificarono nel corso di quel mezzo secolo; perché non fu la massima occasione formale di contrattazione tra i poteri del regno, in particolare tra il re e la feudalità, i cui interessi furono rappresentati talvolta da un ristretto gruppo di baroni nei Consigli regi allargati. La differenza più evidente rispetto alle altre monarchie europee attiene tuttavia all’aspetto documentario. Le fonti sui parlamenti napoletani di età aragonese sono disperse e frammentarie perché le assemblee di Alfonso e Ferrante non diedero origine nel Quattrocento a una serie documentaria autonoma, né i capitoli concessi in quelle occasioni furono mai oggetto di edizioni sistematiche in età moderna, come avvenne ad esempio nel regno di Sicilia. In questo saggio si presenta un repertorio dei parlamenti generali di Napoli (19 in circa 45 anni, di cui soltanto 11 erano già conosciuti) e si analizzano i problemi di identificazione dei parlamenti, il loro cerimoniale e le materie discusse.
Parlamenti generali a Napoli nell’età di Alfonso e Ferrante d’Aragona / Senatore, Francesco; Elisabetta, Scarton. - (2013), pp. 779-786.
Parlamenti generali a Napoli nell’età di Alfonso e Ferrante d’Aragona
SENATORE, FRANCESCO;
2013
Abstract
A differenza di altre realtà coeve – come le cortes castigliane e le corts aragonesi – il Parlamento generale del regno di Napoli fu, nell’età di Alfonso il Magnanimo e di suo figlio Ferrante (1441-’94), un’istituzione molto fluida sotto tutti gli aspetti: perché la sua cadenza fu irregolare, soprattutto sotto Ferrante; perché composizione e competenze si modificarono nel corso di quel mezzo secolo; perché non fu la massima occasione formale di contrattazione tra i poteri del regno, in particolare tra il re e la feudalità, i cui interessi furono rappresentati talvolta da un ristretto gruppo di baroni nei Consigli regi allargati. La differenza più evidente rispetto alle altre monarchie europee attiene tuttavia all’aspetto documentario. Le fonti sui parlamenti napoletani di età aragonese sono disperse e frammentarie perché le assemblee di Alfonso e Ferrante non diedero origine nel Quattrocento a una serie documentaria autonoma, né i capitoli concessi in quelle occasioni furono mai oggetto di edizioni sistematiche in età moderna, come avvenne ad esempio nel regno di Sicilia. In questo saggio si presenta un repertorio dei parlamenti generali di Napoli (19 in circa 45 anni, di cui soltanto 11 erano già conosciuti) e si analizzano i problemi di identificazione dei parlamenti, il loro cerimoniale e le materie discusse.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


