I trabocchi sono delle macchine da pesca diffuse nel tratto meridionale della costa abruzzese, tra le città di Ortona e Vasto, e con alcune varianti in Molise e sulla costa nord del Gargano. Quelli abruzzesi sono trabocchi da scogliera, forse i più antichi della costa adriatica. Un documento religioso del 1400 sulla vita di Pietro da Morrone, il famoso papa Celestino V, racconta di un suo trascorso nell’Abbazia di San Giovanni in Venere intorno al 1240, e nella descrizione si legge: «[…] più che il mare calmo, che luccicava sotto il sole della tarda mattina, punteggiato dai trabocchi posti come vedette verso il confine del cielo, mi colpiva la grande Badia. Era la cosa più bella che avessi mai visto». Le origini di queste macchine sono sicuramente molto antiche, e non ci sono fonti certe sulla loro evoluzione, dimensione e tecniche utilizzate per la costruzione. I trabocchi sono sicuramente il risultato di una sapienza costruttiva mai scritta e di un esercizio pratico basato sull’esperienza. I trabocchi hanno un legame speciale con questa terra, nascono dalla conoscenza dei luoghi, dei materiali, dall’attenzione a trovare la giusta soluzione che si manifesta in ogni dettaglio, in ogni particolare. Trovano la propria definizione formale dagli elementi naturali su cui sono costruiti, dalla forma della costa e delle scogliere su cui si appoggia. La costa in questa regione si presenta alta, irregolare, continuamente interrotta da vallate, priva di grandi ripari, golfi o insenature. Questa terra è caratterizzata da ripide falesie erose dal mare e dal vento, alternate con piccole spiagge di ghiaia create dai depositi fluviali. La linea di costa è composta dall’alternarsi di anfiteatri marini culminanti in punte protese verso il mare formate da gruppi di conglomerati calcarei depositati sulla spiaggia che in mare formano vere e proprie scogliere. I versanti che scendono in acqua hanno un’inclinazione variabile, in funzione della natura del terreno e dei processi erosivi che si sono generati.
Architetture sospese / Orfeo, Camillo. - Theoria, Architettura, Città:(2012), pp. 74-77.
Architetture sospese
ORFEO, Camillo
2012
Abstract
I trabocchi sono delle macchine da pesca diffuse nel tratto meridionale della costa abruzzese, tra le città di Ortona e Vasto, e con alcune varianti in Molise e sulla costa nord del Gargano. Quelli abruzzesi sono trabocchi da scogliera, forse i più antichi della costa adriatica. Un documento religioso del 1400 sulla vita di Pietro da Morrone, il famoso papa Celestino V, racconta di un suo trascorso nell’Abbazia di San Giovanni in Venere intorno al 1240, e nella descrizione si legge: «[…] più che il mare calmo, che luccicava sotto il sole della tarda mattina, punteggiato dai trabocchi posti come vedette verso il confine del cielo, mi colpiva la grande Badia. Era la cosa più bella che avessi mai visto». Le origini di queste macchine sono sicuramente molto antiche, e non ci sono fonti certe sulla loro evoluzione, dimensione e tecniche utilizzate per la costruzione. I trabocchi sono sicuramente il risultato di una sapienza costruttiva mai scritta e di un esercizio pratico basato sull’esperienza. I trabocchi hanno un legame speciale con questa terra, nascono dalla conoscenza dei luoghi, dei materiali, dall’attenzione a trovare la giusta soluzione che si manifesta in ogni dettaglio, in ogni particolare. Trovano la propria definizione formale dagli elementi naturali su cui sono costruiti, dalla forma della costa e delle scogliere su cui si appoggia. La costa in questa regione si presenta alta, irregolare, continuamente interrotta da vallate, priva di grandi ripari, golfi o insenature. Questa terra è caratterizzata da ripide falesie erose dal mare e dal vento, alternate con piccole spiagge di ghiaia create dai depositi fluviali. La linea di costa è composta dall’alternarsi di anfiteatri marini culminanti in punte protese verso il mare formate da gruppi di conglomerati calcarei depositati sulla spiaggia che in mare formano vere e proprie scogliere. I versanti che scendono in acqua hanno un’inclinazione variabile, in funzione della natura del terreno e dei processi erosivi che si sono generati.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


