Una delle principali caratteristiche del settore turistico risiede nel suo carattere trasversale rispetto ad altre attività economiche con le quali presenta molteplici interdipendenze. La valorizzazione di un territorio a fini turistici, quindi, procede di pari passo con lo sviluppo del complesso delle attività presenti sul territorio stesso. In Italia solo in tempi relativamente recenti lo sviluppo turistico ha cominciato a essere oggetto di programmazione e pianificazione. Per lungo tempo il comparto è stato abbandonato alla sola iniziativa privata con il conseguente sviluppo delle sole aree economicamente avanzate, mentre in quelle economicamente depresse, pur se con un alto potenziale di risorse naturali, artistiche o paesaggistiche, non si è verificato l’auspicato decollo del mercato turistico. La necessità di specificare una giusta organizzazione dello spazio, dettata dalla presa di coscienza dell’evoluzione subita del concetto di tempo libero e di turismo in generale nonché dagli elevati livelli di qualità richiesti, ha portato a repentini cambiamenti e innovazioni. Tali cambiamenti si sono tradotti in una concezione del turismo basata sulla qualità e non solo sulla quantità: sulla qualità dell’offerta e della domanda turistica, e non più sulla consistenza numerica di turisti o di attrezzature e servizi. Per rendere possibile questo passaggio, senza causare contraccolpi negativi sulla redditività del turismo, occorre, da un lato, promuovere una più omogenea diffusione delle possibilità di sviluppo sul territorio, favorendo riusi e valorizzazioni di “beni dimenticati” e delle valenze territoriali. In quest’ottica, la valorizzazione delle cosiddette zone marginali e il relativo lancio di una domanda turistica alternativa, possono determinare la risposta ai problemi di congestione riscontrabili oggi in buona parte dei centri litoranei italiani, attraverso una strategia integrata che estenda i benefici indotti dalla qualificazione dell’offerta turistica anche alle zone più interne. Una siffatta logica procedurale presuppone una stretta circolarità tra comparti turistici e sviluppo endogeno integrato. In tal modo, dalla dimensione della “località turistica” si passa alla determinazione di un “sistema turistico locale”, puntando ad un’offerta diversificata ed integrata che mira alla qualificazione del settore turistico e raggiunge al contempo l’obiettivo di rigenerare tessuti, aree, infrastrutture, manufatti, che spesso rappresentano la storia e l’identità di un luogo ma che vengono trascurati nella quotidiana gestione del territorio a causa del loro scarso valore aggiunto nel sistema economico. Partendo da questi presupposti, il filo conduttore del lavoro di ricerca proposto è definire un sistema di procedure, strategie e azioni per la costruzione di un modello di sviluppo turistico integrato in un’ottica di sostenibilità. Tale modello si baserà quindi su una duplice integrazione: da un lato, consentirà infatti di “ricucire” porzioni di territorio che per geomorfologia, ubicazione, attività e servizi sono ad oggi frazionate, dall’altro, permetterà di attivare politiche di valorizzazione di “beni dimenticati” a valenza storico-culturale ed ambientale. Come campo applicativo è stato scelto il Cilento, in Campania. La scelta di investire nel turismo su questo territorio parte da una doppia constatazione: da una parte, nell’area in esame (che è parte di un Parco Nazionale) le zone costiere esercitano già un notevole richiamo di flussi turistici, dall’altra, le zone più interne posseggono a loro volta una serie di elementi di interesse (paesaggistico, culturale, naturale) che, se integrati con la risorsa mare, potrebbero garantire un potenziale di crescita per il turismo. In definitiva, l’area è dotata di un elevato stock di risorse (ancora poco valorizzate) spesso “trattate” dalle rispettive amministrazioni competenti in modo disgiunto e non integrato. L’idea forza del progetto di ricerca è che il patrimonio di risorse e di competenze del territorio del Cilento rappresenta il potenziale vantaggio competitivo in campo turistico. Per far sì che tale potenzialità si trasformi in effettiva competitività, è opportuno associare le risorse presenti con le opportunità derivanti dalle tendenze a medio lungo termine, riscontrabili nel mercato nazionale e internazionale.

Criteri per la costruzione di un modello turistico integrato: una sperimentazione sull’area del Cilento / Petroncelli, Elvira. - (2010). (Intervento presentato al convegno ITATUR: Visioni territoriali e nuove mobilità, progetti integrati per il turismo nella città e nell’ambiente nel 2010).

Criteri per la costruzione di un modello turistico integrato: una sperimentazione sull’area del Cilento

PETRONCELLI, ELVIRA
2010

Abstract

Una delle principali caratteristiche del settore turistico risiede nel suo carattere trasversale rispetto ad altre attività economiche con le quali presenta molteplici interdipendenze. La valorizzazione di un territorio a fini turistici, quindi, procede di pari passo con lo sviluppo del complesso delle attività presenti sul territorio stesso. In Italia solo in tempi relativamente recenti lo sviluppo turistico ha cominciato a essere oggetto di programmazione e pianificazione. Per lungo tempo il comparto è stato abbandonato alla sola iniziativa privata con il conseguente sviluppo delle sole aree economicamente avanzate, mentre in quelle economicamente depresse, pur se con un alto potenziale di risorse naturali, artistiche o paesaggistiche, non si è verificato l’auspicato decollo del mercato turistico. La necessità di specificare una giusta organizzazione dello spazio, dettata dalla presa di coscienza dell’evoluzione subita del concetto di tempo libero e di turismo in generale nonché dagli elevati livelli di qualità richiesti, ha portato a repentini cambiamenti e innovazioni. Tali cambiamenti si sono tradotti in una concezione del turismo basata sulla qualità e non solo sulla quantità: sulla qualità dell’offerta e della domanda turistica, e non più sulla consistenza numerica di turisti o di attrezzature e servizi. Per rendere possibile questo passaggio, senza causare contraccolpi negativi sulla redditività del turismo, occorre, da un lato, promuovere una più omogenea diffusione delle possibilità di sviluppo sul territorio, favorendo riusi e valorizzazioni di “beni dimenticati” e delle valenze territoriali. In quest’ottica, la valorizzazione delle cosiddette zone marginali e il relativo lancio di una domanda turistica alternativa, possono determinare la risposta ai problemi di congestione riscontrabili oggi in buona parte dei centri litoranei italiani, attraverso una strategia integrata che estenda i benefici indotti dalla qualificazione dell’offerta turistica anche alle zone più interne. Una siffatta logica procedurale presuppone una stretta circolarità tra comparti turistici e sviluppo endogeno integrato. In tal modo, dalla dimensione della “località turistica” si passa alla determinazione di un “sistema turistico locale”, puntando ad un’offerta diversificata ed integrata che mira alla qualificazione del settore turistico e raggiunge al contempo l’obiettivo di rigenerare tessuti, aree, infrastrutture, manufatti, che spesso rappresentano la storia e l’identità di un luogo ma che vengono trascurati nella quotidiana gestione del territorio a causa del loro scarso valore aggiunto nel sistema economico. Partendo da questi presupposti, il filo conduttore del lavoro di ricerca proposto è definire un sistema di procedure, strategie e azioni per la costruzione di un modello di sviluppo turistico integrato in un’ottica di sostenibilità. Tale modello si baserà quindi su una duplice integrazione: da un lato, consentirà infatti di “ricucire” porzioni di territorio che per geomorfologia, ubicazione, attività e servizi sono ad oggi frazionate, dall’altro, permetterà di attivare politiche di valorizzazione di “beni dimenticati” a valenza storico-culturale ed ambientale. Come campo applicativo è stato scelto il Cilento, in Campania. La scelta di investire nel turismo su questo territorio parte da una doppia constatazione: da una parte, nell’area in esame (che è parte di un Parco Nazionale) le zone costiere esercitano già un notevole richiamo di flussi turistici, dall’altra, le zone più interne posseggono a loro volta una serie di elementi di interesse (paesaggistico, culturale, naturale) che, se integrati con la risorsa mare, potrebbero garantire un potenziale di crescita per il turismo. In definitiva, l’area è dotata di un elevato stock di risorse (ancora poco valorizzate) spesso “trattate” dalle rispettive amministrazioni competenti in modo disgiunto e non integrato. L’idea forza del progetto di ricerca è che il patrimonio di risorse e di competenze del territorio del Cilento rappresenta il potenziale vantaggio competitivo in campo turistico. Per far sì che tale potenzialità si trasformi in effettiva competitività, è opportuno associare le risorse presenti con le opportunità derivanti dalle tendenze a medio lungo termine, riscontrabili nel mercato nazionale e internazionale.
2010
Criteri per la costruzione di un modello turistico integrato: una sperimentazione sull’area del Cilento / Petroncelli, Elvira. - (2010). (Intervento presentato al convegno ITATUR: Visioni territoriali e nuove mobilità, progetti integrati per il turismo nella città e nell’ambiente nel 2010).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/577881
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