In forma di libro: Boccaccio e la politica degli autori

Studiando la maturazione delle scelte poetiche e della cultura letteraria di Giovanni Boccaccio al tempo della sua prima produzione napoletana, è possibile riscontrare la progressiva coerenza nell’uso della immagine del libro quale strumento di costruzione della propria identità di autore. Se Alberto Vàrvaro (in un noto intervento pubblicato in Lo spazio letterario del Medioevo) ha osservato che gli abituali meccanismi della produzione e della trasmissione manoscritta del Medio Evo inducono a parlare di un «gradiente di autorialità», piuttosto che della riconoscibilità di individualità creative autonome, al contrario il Certaldese, rifacendosi all’operazione dantesca, promuove una “politica degli autori” che s’identifica con una poetica del libro (con le conseguenti opposizioni volta a volta attivate, tra cui scritto vs. orale; poeti vs. ignoranti, etc.).