Si tratta del quinto capitolo del Rapporto sulla popolazione, quello che affronta il tema delle migrazioni. Netti sono gli effetti della congiuntura economica negativa sui processi migratori e, più in generale, di mobilità. Il numero di iscrizioni anagrafiche dall’estero è sceso dalle 558mila unità del 2007 alle 307mila del 2013, mentre gli ingressi regolari di cittadini non comunitari (nuovi permessi di soggiorno), pur restando intorno alle 250mila unità all’anno, sono sempre meno legati ai motivi di lavoro e sempre più a quelli familiari (ricongiungimenti), all’asilo politico e a altre motivazioni. Questi cambiamenti nell’intensità e nelle modalità di ingresso degli immigrati stranieri fanno sì che la popolazione di cittadinanza non italiana residente nel paese sia cresciuta durante la crisi meno velocemente che negli anni precedenti, attestandosi al disotto dei 5 milioni di persone alla fine del 2013. Contemporaneamente alla riduzione dei flussi in entrata di cittadini stranieri si osserva dopo il 2008 un aumento consistente dell’emigrazione di italiani verso paesi europei che garantiscano prospettive economiche e lavorative migliori; si è accresciuta soprattutto la propensione ad emigrare all’estero dei più istruiti e dei residenti nelle regioni settentrionali. I dati relativi alla mobilità interna indicano anche la persistenza degli spostamenti lungo la direttrice Sud-Nord del paese.
Migrazioni internazionali e interne di italiani e stranieri / Impicciatore, R.; Strozza, Salvatore. - 674:(2015), pp. 109-140.
Migrazioni internazionali e interne di italiani e stranieri
STROZZA, SALVATORE
2015
Abstract
Si tratta del quinto capitolo del Rapporto sulla popolazione, quello che affronta il tema delle migrazioni. Netti sono gli effetti della congiuntura economica negativa sui processi migratori e, più in generale, di mobilità. Il numero di iscrizioni anagrafiche dall’estero è sceso dalle 558mila unità del 2007 alle 307mila del 2013, mentre gli ingressi regolari di cittadini non comunitari (nuovi permessi di soggiorno), pur restando intorno alle 250mila unità all’anno, sono sempre meno legati ai motivi di lavoro e sempre più a quelli familiari (ricongiungimenti), all’asilo politico e a altre motivazioni. Questi cambiamenti nell’intensità e nelle modalità di ingresso degli immigrati stranieri fanno sì che la popolazione di cittadinanza non italiana residente nel paese sia cresciuta durante la crisi meno velocemente che negli anni precedenti, attestandosi al disotto dei 5 milioni di persone alla fine del 2013. Contemporaneamente alla riduzione dei flussi in entrata di cittadini stranieri si osserva dopo il 2008 un aumento consistente dell’emigrazione di italiani verso paesi europei che garantiscano prospettive economiche e lavorative migliori; si è accresciuta soprattutto la propensione ad emigrare all’estero dei più istruiti e dei residenti nelle regioni settentrionali. I dati relativi alla mobilità interna indicano anche la persistenza degli spostamenti lungo la direttrice Sud-Nord del paese.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.