Nel nostro studio analizzeremo sequenze interattive semi-spontanee prodotte nell’ambito di un’indagine su immigrati polacchi, ucraini e senegalesi svoltasi a Napoli. Le sequenze sono state elicitate per il tramite di un questionario mirante ad indagare le modalità di vita degli intervistati in Italia (amicizie, tipo di lavoro, livello di integrazione, progetti futuri ecc.); questi ultimi non erano tuttavia a conoscenza dello stesso, poiché il questionario è stato condotto sulla falsariga di una conversazione naturale. Gli informatori che hanno preso parte all’inchiesta presentano tutti un livello interlinguistico elevato, ovvero postbasico molto avanzato (cf. Klein / Perdue 1992; Giuliano 2004). Ai gruppi di immigrati è stato affiancato un gruppo di controllo, per il quale sono state elicitate conversazioni semi-spontanee tra italofoni. L’obiettivo dello studio è quello di analizzare la natura delle auto-riformulazioni a cui ricorrono gli apprendenti avanzati nel corso di un’interazione e ciò al fine di identificare i livelli (pragmatico, lessicale ecc.) che essi avvertono come più problematici o cruciali nell’ambito di un’interazione asimmetrica con un parlante nativo. La problematicità va qui intesa non solo come ciò che l’apprendente avverte come problematico per la produzione in L2 bensì anche e soprattutto come ciò che egli/ella considera di difficile comprensione (perché prodotto da un non nativo) per il proprio interlocutore italofono. Le auto-riformulazioni possono, in tal senso, gettar luce sul piano della lingua così come su quello della testualità e del contesto. Dato il livello interlinguistico elevato dei nostri informatori, è evidente che solo il confronto diretto con le auto-riformulazioni prodotte da parlanti italofoni in un contesto analogo (interazioni del gruppo di controllo di cui sopra) permette di asserire con certezza ciò che è tipico dell’apprendente rispetto ciò che è proprio del parlante nativo. Quanto al quadro metodologico, ci siamo serviti soprattutto dei lavori di Bange (1996), Bange e Kern (1996), Bange / Caroll / Griggs (2012), che situano l’approccio ai fenomeni di auto-riformulazione così come individuati da Levelt (1989) in una prospettiva interazionista (Clark e Wasow 1998; Curl / Local / Walker 2006; Bernicot / Salazar-Orvig / Veneziano 2006). Le domande a cui tenteremo, in particolare, di rispondere sono le seguenti: 1. Si può dire che l’apprendente ricorra agli stessi fenomeni di auto-regolazione dei nativi? 2. Che fisionomia assumono i meccanismi di etero-regolazione in una conversazione asimmetrica tra nativo e non nativo? Attraverso l’analisi dei dati dimostreremo che, malgrado il livello interlinguistico molto avanzato dei nostri apprendenti, accade che essi si concentrino spesso più su operazioni di “basso livello” (auto-riformulazioni grammaticali) che non su quelle di “alto livello” (dimensione pragmatico-testuale ed etero-regolazione), rivelando in tal modo il carattere per loro non nativo del codice linguistico in uso. Bibliografia minima Bange, P. (1996), “Considérations sur le rôle de l’interaction dans l’acquisition d’une langue étrangère”, Les Cahiers du Cediscor 4. Bange, P. / Kern, S. (1996), “La régulation du discours en L1 et en L2”, Etudes Romanes 35: 70-103. Bange, P., Carol, R., Griggs, P. (2012), L'apprentissage d'une Langue Etrangère: Cognition et Interaction, Paris, L’Harmattan. Klein, W. / Perdue, C. (1992), Utterance Structure, Amsterdam, John Benjamins. Giuliano, P. (2004), La Négation Linguistique dans l’Acquisition d’une Langue Etrangère, Berna, Peter Lang. Levelt, W. P. (1989), Speaking. From Intention to Articulation, Cambridge MA, MIT Press.
Fenomeni di riformulazione nelle interazioni semi-spontanee tra apprendenti immigrati dell’italiano L2 e parlanti nativi dell’italiano L1 / Giuliano, Patrizia; Simona, Anastasio; Rosa, Russo. - (2016). (Intervento presentato al convegno XVI Congresso Internazionale di Studi dell’Associazione Italiana di Linguistica Applicata (AItLA): Dinamiche dell’interazione: testo, dialogo, applicazioni educative tenutosi a Università di Modena e Reggio Emilia, Modena nel 18-20 febbraio 2016).
Fenomeni di riformulazione nelle interazioni semi-spontanee tra apprendenti immigrati dell’italiano L2 e parlanti nativi dell’italiano L1
GIULIANO, PATRIZIA;
2016
Abstract
Nel nostro studio analizzeremo sequenze interattive semi-spontanee prodotte nell’ambito di un’indagine su immigrati polacchi, ucraini e senegalesi svoltasi a Napoli. Le sequenze sono state elicitate per il tramite di un questionario mirante ad indagare le modalità di vita degli intervistati in Italia (amicizie, tipo di lavoro, livello di integrazione, progetti futuri ecc.); questi ultimi non erano tuttavia a conoscenza dello stesso, poiché il questionario è stato condotto sulla falsariga di una conversazione naturale. Gli informatori che hanno preso parte all’inchiesta presentano tutti un livello interlinguistico elevato, ovvero postbasico molto avanzato (cf. Klein / Perdue 1992; Giuliano 2004). Ai gruppi di immigrati è stato affiancato un gruppo di controllo, per il quale sono state elicitate conversazioni semi-spontanee tra italofoni. L’obiettivo dello studio è quello di analizzare la natura delle auto-riformulazioni a cui ricorrono gli apprendenti avanzati nel corso di un’interazione e ciò al fine di identificare i livelli (pragmatico, lessicale ecc.) che essi avvertono come più problematici o cruciali nell’ambito di un’interazione asimmetrica con un parlante nativo. La problematicità va qui intesa non solo come ciò che l’apprendente avverte come problematico per la produzione in L2 bensì anche e soprattutto come ciò che egli/ella considera di difficile comprensione (perché prodotto da un non nativo) per il proprio interlocutore italofono. Le auto-riformulazioni possono, in tal senso, gettar luce sul piano della lingua così come su quello della testualità e del contesto. Dato il livello interlinguistico elevato dei nostri informatori, è evidente che solo il confronto diretto con le auto-riformulazioni prodotte da parlanti italofoni in un contesto analogo (interazioni del gruppo di controllo di cui sopra) permette di asserire con certezza ciò che è tipico dell’apprendente rispetto ciò che è proprio del parlante nativo. Quanto al quadro metodologico, ci siamo serviti soprattutto dei lavori di Bange (1996), Bange e Kern (1996), Bange / Caroll / Griggs (2012), che situano l’approccio ai fenomeni di auto-riformulazione così come individuati da Levelt (1989) in una prospettiva interazionista (Clark e Wasow 1998; Curl / Local / Walker 2006; Bernicot / Salazar-Orvig / Veneziano 2006). Le domande a cui tenteremo, in particolare, di rispondere sono le seguenti: 1. Si può dire che l’apprendente ricorra agli stessi fenomeni di auto-regolazione dei nativi? 2. Che fisionomia assumono i meccanismi di etero-regolazione in una conversazione asimmetrica tra nativo e non nativo? Attraverso l’analisi dei dati dimostreremo che, malgrado il livello interlinguistico molto avanzato dei nostri apprendenti, accade che essi si concentrino spesso più su operazioni di “basso livello” (auto-riformulazioni grammaticali) che non su quelle di “alto livello” (dimensione pragmatico-testuale ed etero-regolazione), rivelando in tal modo il carattere per loro non nativo del codice linguistico in uso. Bibliografia minima Bange, P. (1996), “Considérations sur le rôle de l’interaction dans l’acquisition d’une langue étrangère”, Les Cahiers du Cediscor 4. Bange, P. / Kern, S. (1996), “La régulation du discours en L1 et en L2”, Etudes Romanes 35: 70-103. Bange, P., Carol, R., Griggs, P. (2012), L'apprentissage d'une Langue Etrangère: Cognition et Interaction, Paris, L’Harmattan. Klein, W. / Perdue, C. (1992), Utterance Structure, Amsterdam, John Benjamins. Giuliano, P. (2004), La Négation Linguistique dans l’Acquisition d’une Langue Etrangère, Berna, Peter Lang. Levelt, W. P. (1989), Speaking. From Intention to Articulation, Cambridge MA, MIT Press.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.