Tra le forme di economia linguistica o psicologica le interiezioni, forme lessicali brevi ma olofrastiche, molto frequenti nel parlato spontaneo e informale anche se non rare nello scritto, costituiscono una categoria linguistica singolare, collocata ai margini tra oralità e scrittura con marcata funzione illocutiva e tendenza prevalente, anche se non esclusiva, per la funzione linguistica emotiva. Le interiezioni, insieme agli ideofoni e/o fonosimboli, così come alle onomatopee in genere,rappresentano una classe lessicale particolare comprendente le «manifestazioni dell’“uso iconico della sostanza in letteratura”». Dal punto di vista formale questi elementi lessicali, brevi e tendenzialmente iconici, presentano tutti una certa estraneità all’apparato fonematico e morfologico- derivazionale delle lingue, oltre a una notevole variabilità sul piano del significante, mentre sul piano del significato si caratterizzano per la loro intrinseca ambiguità semantica e polisemia, disambiguabili nel parlato per mezzo dell’intonazione e nello scritto grazie al cotesto e al contesto. La loro immediatezza espressiva, inoltre, fa sì che siano utilizzate nello scritto soprattutto laddove la comunicazione, seppure veicolata attraverso il mezzo grafico, rispecchia le caratteristiche strutturali del parlato spontaneo, e quindi soprattutto nelle scritture dei nuovi media (chat, sms) oppure in produzioni scritte tipicamente informali (ad es. lettere) e in tutti quei generi in cui lo scritto tende a imitare il parlato, come testi teatrali, dialoghi in narrazioni e alcune tipologie di testi, tra cui le storie a fumetti, dove queste forme contribuiscono significativamente alla costruzione della narrazione e alla comprensione della storia. Nel testo fumettistico infatti l’azione, descritta per salti e frammenti, è spesso rappresentata sotto forma di pura sonorità interiettiva, responsabile anche dei caratteri dei personaggi perlopiù mostrati in azione. Ai rumori tradizionali, inoltre, si aggiungono spesso nuove invenzioni sonore che il lettore deve poter decifrare. Nei fumetti l’insieme di questi elementi (interiezioni, onomatopee, ideofoni e/o fonosimboli) si accompagna, di norma, a una iconografia a sua volta portatrice di significato, tra cui, oltre alle particolarità della grafia in genere, va considerato soprattutto l’uso metaforico dei segni interpuntivi, molto frequenti nel fumetto contemporaneo. D’altra parte l’espressività e la creatività, che contraddistinguono tutte queste forme e che ne hanno favorito l’impiego in una tipologia di testo artistico quale è appunto il fumetto, caratterizzato da una struttura interna cosiddetta «a ridondanza ridotta», non pregiudicano la decodifica del messaggio o della sequenza visiva e comunicativa, facilitata piuttosto dall’ovvietà del messaggio trasmesso). All’incertezza classificatoria, che tende a volte addirittura a fondere una categoria nell’altra, si oppone infatti la chiara percezione dei parlanti che evidentemente assegnano questi stessi elementi a una rigorosa tassonomia la cui semantica, niente affatto ambigua (ovviamente in contesto), ha fatto pensare anche a una sorta di universalità dei relativi significati. In questo contributo vengono presentati i primi dati derivanti da uno spoglio di questi elementi brevi, iconici e metaforici, ricorrenti in un corpus di fumetti contemporanei.

Elementi iconici e metaforici nella scrittura fumettistica (interiezioni, onomatopee, ideofoni e fonosimboli, segni interpuntivi) / Dovetto, FRANCESCA MARIA; Pagliaro, ANNA CHIARA; Colasanto, Enrica. - (2016), pp. 307-324.

Elementi iconici e metaforici nella scrittura fumettistica (interiezioni, onomatopee, ideofoni e fonosimboli, segni interpuntivi)

DOVETTO, FRANCESCA MARIA;PAGLIARO, ANNA CHIARA;
2016

Abstract

Tra le forme di economia linguistica o psicologica le interiezioni, forme lessicali brevi ma olofrastiche, molto frequenti nel parlato spontaneo e informale anche se non rare nello scritto, costituiscono una categoria linguistica singolare, collocata ai margini tra oralità e scrittura con marcata funzione illocutiva e tendenza prevalente, anche se non esclusiva, per la funzione linguistica emotiva. Le interiezioni, insieme agli ideofoni e/o fonosimboli, così come alle onomatopee in genere,rappresentano una classe lessicale particolare comprendente le «manifestazioni dell’“uso iconico della sostanza in letteratura”». Dal punto di vista formale questi elementi lessicali, brevi e tendenzialmente iconici, presentano tutti una certa estraneità all’apparato fonematico e morfologico- derivazionale delle lingue, oltre a una notevole variabilità sul piano del significante, mentre sul piano del significato si caratterizzano per la loro intrinseca ambiguità semantica e polisemia, disambiguabili nel parlato per mezzo dell’intonazione e nello scritto grazie al cotesto e al contesto. La loro immediatezza espressiva, inoltre, fa sì che siano utilizzate nello scritto soprattutto laddove la comunicazione, seppure veicolata attraverso il mezzo grafico, rispecchia le caratteristiche strutturali del parlato spontaneo, e quindi soprattutto nelle scritture dei nuovi media (chat, sms) oppure in produzioni scritte tipicamente informali (ad es. lettere) e in tutti quei generi in cui lo scritto tende a imitare il parlato, come testi teatrali, dialoghi in narrazioni e alcune tipologie di testi, tra cui le storie a fumetti, dove queste forme contribuiscono significativamente alla costruzione della narrazione e alla comprensione della storia. Nel testo fumettistico infatti l’azione, descritta per salti e frammenti, è spesso rappresentata sotto forma di pura sonorità interiettiva, responsabile anche dei caratteri dei personaggi perlopiù mostrati in azione. Ai rumori tradizionali, inoltre, si aggiungono spesso nuove invenzioni sonore che il lettore deve poter decifrare. Nei fumetti l’insieme di questi elementi (interiezioni, onomatopee, ideofoni e/o fonosimboli) si accompagna, di norma, a una iconografia a sua volta portatrice di significato, tra cui, oltre alle particolarità della grafia in genere, va considerato soprattutto l’uso metaforico dei segni interpuntivi, molto frequenti nel fumetto contemporaneo. D’altra parte l’espressività e la creatività, che contraddistinguono tutte queste forme e che ne hanno favorito l’impiego in una tipologia di testo artistico quale è appunto il fumetto, caratterizzato da una struttura interna cosiddetta «a ridondanza ridotta», non pregiudicano la decodifica del messaggio o della sequenza visiva e comunicativa, facilitata piuttosto dall’ovvietà del messaggio trasmesso). All’incertezza classificatoria, che tende a volte addirittura a fondere una categoria nell’altra, si oppone infatti la chiara percezione dei parlanti che evidentemente assegnano questi stessi elementi a una rigorosa tassonomia la cui semantica, niente affatto ambigua (ovviamente in contesto), ha fatto pensare anche a una sorta di universalità dei relativi significati. In questo contributo vengono presentati i primi dati derivanti da uno spoglio di questi elementi brevi, iconici e metaforici, ricorrenti in un corpus di fumetti contemporanei.
2016
978-88-7667-566-9
Elementi iconici e metaforici nella scrittura fumettistica (interiezioni, onomatopee, ideofoni e fonosimboli, segni interpuntivi) / Dovetto, FRANCESCA MARIA; Pagliaro, ANNA CHIARA; Colasanto, Enrica. - (2016), pp. 307-324.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/635792
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