A partire dall’ultimo ventennio le ricerche sulla scrittura espressiva si sono soffermate sulla valutazione delle health outcomes; poche hanno esplorato, entro un’ottica qualitativa, i processi psicologici di costruzione del significato dell’esperienza traumatica che sottostanno a questi effetti (Creswell et al., 2007). Il lavoro esplora i processi psicologici di costruzione del significato intorno all’evento traumatico in 23 scritti, strutturati secondo il GWDP (Gidron et al., 2002; Martino et al., 2012), di genitori di bambini con LLA in fase off-therapy. Gli scritti sono stati suddivisi in tre categorie in ragione del punteggio di psychological outcomes ottenuto, misurato attraverso somministrazioni testologiche ripetute. Gli scritti sono stati analizzati attraverso il metodo di codifica qualitativa proposto da Auberbach e Silverstein (2003). L’analisi ha permesso di rintracciare alcuni crocevia principali della significazione che prendono forma in modo diverso entro le differenti categorie di narrazioni: ricerca del significato (integrazione significato situazionale/globale), etichettamento e connessione emozioni/eventi, ri-valutazione dell’evento (finding benefit/post traumatic growth), ri-sincronizzazione del tempo. Nello specifico le narrazioni di genitori, i cui livelli di psychological outcomes peggiorano a seguito della scrittura, mostrano una difficoltà ad integrare l’evento nella propria vita, a mettere in parola e connettere emozioni/eventi. Gli scritti che si collocano entro un range buono di benefici ottenuti dalla scrittura sembrano utilizzare la narrazione quale possibilità di ritornare sugli eventi rivalutando quanto accaduto e aprendosi a nuove possibilità di significazione dell’esperienza. Gli scritti che si collocano entro un range ottimale di benefici ottenuti, sembrano, inoltre, riconoscere l’apporto ricevuto dal sistema di supporti sociali e ad integrare le proprie parti fragili e vulnerabili per accogliere l’evento come parte della propria storia. Entrambi i due ultimi gruppi appaiono alle prese, entro un processo open ended, con la possibilità di ri-sincronizzarsi con l’esperienza di vita attuale.
Scrittura e trauma: Quali processi psicologici di costruzione del significato dell’esperienza traumatica? / Martino, MARIA LUISA. - (2013), pp. 97-98. (Intervento presentato al convegno X Congresso Nazionale SIPSA tenutosi a orvieto nel 10-12 Maggio).
Scrittura e trauma: Quali processi psicologici di costruzione del significato dell’esperienza traumatica?
MARTINO, MARIA LUISA
2013
Abstract
A partire dall’ultimo ventennio le ricerche sulla scrittura espressiva si sono soffermate sulla valutazione delle health outcomes; poche hanno esplorato, entro un’ottica qualitativa, i processi psicologici di costruzione del significato dell’esperienza traumatica che sottostanno a questi effetti (Creswell et al., 2007). Il lavoro esplora i processi psicologici di costruzione del significato intorno all’evento traumatico in 23 scritti, strutturati secondo il GWDP (Gidron et al., 2002; Martino et al., 2012), di genitori di bambini con LLA in fase off-therapy. Gli scritti sono stati suddivisi in tre categorie in ragione del punteggio di psychological outcomes ottenuto, misurato attraverso somministrazioni testologiche ripetute. Gli scritti sono stati analizzati attraverso il metodo di codifica qualitativa proposto da Auberbach e Silverstein (2003). L’analisi ha permesso di rintracciare alcuni crocevia principali della significazione che prendono forma in modo diverso entro le differenti categorie di narrazioni: ricerca del significato (integrazione significato situazionale/globale), etichettamento e connessione emozioni/eventi, ri-valutazione dell’evento (finding benefit/post traumatic growth), ri-sincronizzazione del tempo. Nello specifico le narrazioni di genitori, i cui livelli di psychological outcomes peggiorano a seguito della scrittura, mostrano una difficoltà ad integrare l’evento nella propria vita, a mettere in parola e connettere emozioni/eventi. Gli scritti che si collocano entro un range buono di benefici ottenuti dalla scrittura sembrano utilizzare la narrazione quale possibilità di ritornare sugli eventi rivalutando quanto accaduto e aprendosi a nuove possibilità di significazione dell’esperienza. Gli scritti che si collocano entro un range ottimale di benefici ottenuti, sembrano, inoltre, riconoscere l’apporto ricevuto dal sistema di supporti sociali e ad integrare le proprie parti fragili e vulnerabili per accogliere l’evento come parte della propria storia. Entrambi i due ultimi gruppi appaiono alle prese, entro un processo open ended, con la possibilità di ri-sincronizzarsi con l’esperienza di vita attuale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.