Nel Regno di Napoli in età aragonese e nella prima età spagnola, tra il secondo Quattrocento e tutto il Cinquecento, si diffuse un interesse profondissimo per i classici latini e greci in pressoché tutte le città che avessero un passato classico. Non solo nella Napoli dei Pontano e dei Sannazaro, quindi, ma anche in centri che oggi considereremmo minori si sviluppò una cultura di carattere antiquario che metteva i testi classici al centro della propria riflessione con l'obiettivo di ricostruire la memoria locale.
Fonti classiche e antico locale: umanisti e antiquari nelle città del Regno di Napoli (XV-XVI sec.) / Miletti, Lorenzo. - (2015). (Intervento presentato al convegno Corso di Perfezionamento ‘Forme letterarie tra antico e moderno’ tenutosi a Università degli Studi di Napoli Federico II nel 9 Febbraio 2015).
Fonti classiche e antico locale: umanisti e antiquari nelle città del Regno di Napoli (XV-XVI sec.)
MILETTI, LORENZO
2015
Abstract
Nel Regno di Napoli in età aragonese e nella prima età spagnola, tra il secondo Quattrocento e tutto il Cinquecento, si diffuse un interesse profondissimo per i classici latini e greci in pressoché tutte le città che avessero un passato classico. Non solo nella Napoli dei Pontano e dei Sannazaro, quindi, ma anche in centri che oggi considereremmo minori si sviluppò una cultura di carattere antiquario che metteva i testi classici al centro della propria riflessione con l'obiettivo di ricostruire la memoria locale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.