Frutto del profondo legame che unì la coppia regale Roberto d’Angiò e Sancia di Maiorca all’Ordine francescano, il complesso di Santa Chiara fu avviato nel 1310. Impiantato a ridosso delle mura della città, Santa Chiara rappresenta non solo il maggiore complesso conventuale del Regno, ma anche un luogo dove, in alcuni frangenti, politica, religione, arte risultano così intimamente convergenti nelle loro finalità da aver alimentato la convinzione di una precisa volontà di pianificare i suoi spazi e la connessa decorazione in collegamento con tendenze millenaristiche attribuite ai frati e ai loro regali patroni. Sede di sepoltura di re Roberto e dei suoi diretti discendenti, ma anche polo ideale di riferimento dell’aristocrazia di corte, nel corso del Trecento la chiesa è stata teatro dell’attività di alcuni dei più grandi artisti italiani, quali Giotto e Tino di Camaino. Gli studi di storia dell’arte sull’edificio, incrementatisi in maniera significativa dopo la Seconda Guerra Mondiale, hanno finora privilegiato in un’ottica specialistica l’esame del contenitore architettonico e dei manufatti monumentali. È mancata finora una trattazione d’insieme che affrontasse in un’ottica moderna, da un lato, il rapporto del convento con la città, dall’altro, le intime relazioni tra istanze religiose, aspettative politiche, esigenze liturgiche, uso dello spazio sacro, che hanno determinato la forma della chiesa, l’allestimento degli arredi, la caratterizzazione iconografica dei programmi figurativi. Ad alcuni di questi problemi intende dare risposta questo volume, che mette insieme affermati studiosi italiani e stranieri, particolarmente sensibili a questa impostazione di ricerca, e giovani studiosi che hanno già dato prova delle loro competenze su tali complesse tematiche.
La chiesa e il convento di Santa Chiara. Committenza artistica, vita religiosa, progettualità politica nella Napoli di Roberto d’Angiò e Sancia di Maiorca / Aceto, Francesco; D'Ovidio, Stefano; Scirocco, Elisabetta. - (2014).
La chiesa e il convento di Santa Chiara. Committenza artistica, vita religiosa, progettualità politica nella Napoli di Roberto d’Angiò e Sancia di Maiorca
Francesco Aceto
;Stefano D'Ovidio
;SCIROCCO, ELISABETTA
2014
Abstract
Frutto del profondo legame che unì la coppia regale Roberto d’Angiò e Sancia di Maiorca all’Ordine francescano, il complesso di Santa Chiara fu avviato nel 1310. Impiantato a ridosso delle mura della città, Santa Chiara rappresenta non solo il maggiore complesso conventuale del Regno, ma anche un luogo dove, in alcuni frangenti, politica, religione, arte risultano così intimamente convergenti nelle loro finalità da aver alimentato la convinzione di una precisa volontà di pianificare i suoi spazi e la connessa decorazione in collegamento con tendenze millenaristiche attribuite ai frati e ai loro regali patroni. Sede di sepoltura di re Roberto e dei suoi diretti discendenti, ma anche polo ideale di riferimento dell’aristocrazia di corte, nel corso del Trecento la chiesa è stata teatro dell’attività di alcuni dei più grandi artisti italiani, quali Giotto e Tino di Camaino. Gli studi di storia dell’arte sull’edificio, incrementatisi in maniera significativa dopo la Seconda Guerra Mondiale, hanno finora privilegiato in un’ottica specialistica l’esame del contenitore architettonico e dei manufatti monumentali. È mancata finora una trattazione d’insieme che affrontasse in un’ottica moderna, da un lato, il rapporto del convento con la città, dall’altro, le intime relazioni tra istanze religiose, aspettative politiche, esigenze liturgiche, uso dello spazio sacro, che hanno determinato la forma della chiesa, l’allestimento degli arredi, la caratterizzazione iconografica dei programmi figurativi. Ad alcuni di questi problemi intende dare risposta questo volume, che mette insieme affermati studiosi italiani e stranieri, particolarmente sensibili a questa impostazione di ricerca, e giovani studiosi che hanno già dato prova delle loro competenze su tali complesse tematiche.File | Dimensione | Formato | |
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