In diversi modelli fonologici si assume un limite massimo ai segmenti che la rima sillabica può contenere: non più di due posizioni sull’ossatura, per gli approcci basati sullo skeletal tier; non più di due more, per la teoria moraica. Tuttavia, alcune lingue presentano strutture sillabiche che sembrano violare questo limite, suggerendo la possibilità di una sillaba “superpesante”. A questo riguardo, sono di particolare interesse alcuni dialetti italiani che presentano dittonghi discendenti in sillaba chiusa, contravvenendo alla più generale tendenza che vede tali dittonghi limitati alla sillaba libera. In alcuni studi fonologici su queste varietà sono state addotte argomentazioni contro l’effettiva realizzazione di strutture superpesanti. Ad una valutazione diversa conducono i dati che presentiamo sui dittonghi in sillaba chiusa nel dialetto di Pozzuoli. Dai primi risultati di un’analisi condotta su un corpus di parlato spontaneo emerge che: tali dittonghi sono segmenti mediamente lunghi; le consonanti in posizione di coda vengono effettivamente realizzate. Inoltre, i dittonghi in questione si ritrovano anche in posizione interna di parola e non conoscono restrizioni relative al tipo di segmento consonantico che può chiudere la sillaba. Tutte queste caratteristiche rendono inapplicabili alla varietà in esame le soluzioni fonologiche proposte in altre sedi per i dittonghi in sillaba chiusa. La duplice esigenza di inglobare queste strutture “devianti” in un quadro coerente, ma di mantenere al tempo stesso la validità di restrizioni che rendano ragione di tendenze generali, suggeriscono un trattamento del problema nel quadro di modelli teorici meno deterministici.
Sulla questione della sillaba superpesante: i dittonghi discendenti in sillaba chiusa nel dialetto di Pozzuoli / Abete, Giovanni. - (2006), pp. 379-398. (Intervento presentato al convegno Analisi prosodica. Teorie, modelli, sistemi di annotazione. II Convegno Nazionale dell’Associazione Italiana di Scienze della Voce (AISV) tenutosi a Salerno nel 30 novembre-2 dicembre2005).
Sulla questione della sillaba superpesante: i dittonghi discendenti in sillaba chiusa nel dialetto di Pozzuoli
Giovanni Abete
2006
Abstract
In diversi modelli fonologici si assume un limite massimo ai segmenti che la rima sillabica può contenere: non più di due posizioni sull’ossatura, per gli approcci basati sullo skeletal tier; non più di due more, per la teoria moraica. Tuttavia, alcune lingue presentano strutture sillabiche che sembrano violare questo limite, suggerendo la possibilità di una sillaba “superpesante”. A questo riguardo, sono di particolare interesse alcuni dialetti italiani che presentano dittonghi discendenti in sillaba chiusa, contravvenendo alla più generale tendenza che vede tali dittonghi limitati alla sillaba libera. In alcuni studi fonologici su queste varietà sono state addotte argomentazioni contro l’effettiva realizzazione di strutture superpesanti. Ad una valutazione diversa conducono i dati che presentiamo sui dittonghi in sillaba chiusa nel dialetto di Pozzuoli. Dai primi risultati di un’analisi condotta su un corpus di parlato spontaneo emerge che: tali dittonghi sono segmenti mediamente lunghi; le consonanti in posizione di coda vengono effettivamente realizzate. Inoltre, i dittonghi in questione si ritrovano anche in posizione interna di parola e non conoscono restrizioni relative al tipo di segmento consonantico che può chiudere la sillaba. Tutte queste caratteristiche rendono inapplicabili alla varietà in esame le soluzioni fonologiche proposte in altre sedi per i dittonghi in sillaba chiusa. La duplice esigenza di inglobare queste strutture “devianti” in un quadro coerente, ma di mantenere al tempo stesso la validità di restrizioni che rendano ragione di tendenze generali, suggeriscono un trattamento del problema nel quadro di modelli teorici meno deterministici.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.