Il contributo fa riferimento ad uno studio che si inquadra nel più ampio dibattito sulla ridefinizione degli standard urbanistici in ragione dei requisiti di resilienza ed adattamento che le città sono chiamate a soddisfare. La letteratura scientifica relativa agli effetti dei cambiamenti climatici nelle aree urbane risulta essere ampia e, per alcuni versi, dettagliata; al contrario, nella pratica urbanistica e con essa negli strumenti di governo delle trasformazioni territoriali, pochi sembrano essere gli elementi di novità orientati a ridefinire gli elementi e le relazioni del sistema urbano in base alle nuove priorità imposte dai cambiamenti climatici. L’imprevedibilità e la straordinarietà dei fenomeni climatici richiede di “ripensare” strategie, strumenti e interventi da mettere in campo per consentire alla città di resistere agli eventi esterni e autoorganizzarsi attraverso meccanismi di regolazione interni al sistema al fine di arginarli e/o adattarvisi, garantendo al contempo qualità e sicurezza al vivere quotidiano degli abitanti. In tal senso, le dotazioni di verde urbano possono rappresentare un elemento chiave per la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici, se ridefiniti non solo in risposta ad una domanda di servizi pubblici per il miglioramento della qualità della vita ma anche in funzione delle loro capacità eco-sistemiche (deflusso delle acque piovane, assorbimento dell’anidride carbonica e di altri inquinanti atmosferici, raffrescamento dell’aria attraverso i processi evapotraspirativi). Al fine, quindi, di indagare se, nella definizione delle scelte di assetto del territorio, le più recenti esperienze di pianificazione urbanistica abbiano introdotto misure tecnico-operative ad integrazione degli standard urbanistici basate sulla nuova valenza microclimatica ed energetica delle aree verdi, è stata effettuata una lettura dei più recenti piani regolatori e delle relative norme tecniche di attuazione dei comuni capoluogo italiani. Lo studio sembra confermare che all’interno dei processi di pianificazione locale il ruolo del verde in termini di sistema connettivo in grado di migliorare la qualità della vita sia ampliamente riconosciuto, al contrario di quello legato alle sfide di resilienza e di adattamento ai cambiamenti climatici. I risultati mostrano infatti che solo 4 città perseguono in maniera dichiarata l’obiettivo di regolazione microclimatica utilizzando, tuttavia, un approccio orientato più al disegno delle infrastrutture verdi, che alla definizione di nuovi elementi normativi in grado di definire un nuovo assetto del territorio per città più resilienti.
Dotazioni di verde pubblico: dal miglioramento della qualità urbana alla sfida al cambiamento climatico / Tulisi, Andrea; Zucaro, Floriana. - (2017), pp. 275-280. (Intervento presentato al convegno XX Conferenza Nazionale SIU - Società Italiana degli Urbanisti tenutosi a roma).
Dotazioni di verde pubblico: dal miglioramento della qualità urbana alla sfida al cambiamento climatico
Andrea Tulisi;Floriana Zucaro
2017
Abstract
Il contributo fa riferimento ad uno studio che si inquadra nel più ampio dibattito sulla ridefinizione degli standard urbanistici in ragione dei requisiti di resilienza ed adattamento che le città sono chiamate a soddisfare. La letteratura scientifica relativa agli effetti dei cambiamenti climatici nelle aree urbane risulta essere ampia e, per alcuni versi, dettagliata; al contrario, nella pratica urbanistica e con essa negli strumenti di governo delle trasformazioni territoriali, pochi sembrano essere gli elementi di novità orientati a ridefinire gli elementi e le relazioni del sistema urbano in base alle nuove priorità imposte dai cambiamenti climatici. L’imprevedibilità e la straordinarietà dei fenomeni climatici richiede di “ripensare” strategie, strumenti e interventi da mettere in campo per consentire alla città di resistere agli eventi esterni e autoorganizzarsi attraverso meccanismi di regolazione interni al sistema al fine di arginarli e/o adattarvisi, garantendo al contempo qualità e sicurezza al vivere quotidiano degli abitanti. In tal senso, le dotazioni di verde urbano possono rappresentare un elemento chiave per la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici, se ridefiniti non solo in risposta ad una domanda di servizi pubblici per il miglioramento della qualità della vita ma anche in funzione delle loro capacità eco-sistemiche (deflusso delle acque piovane, assorbimento dell’anidride carbonica e di altri inquinanti atmosferici, raffrescamento dell’aria attraverso i processi evapotraspirativi). Al fine, quindi, di indagare se, nella definizione delle scelte di assetto del territorio, le più recenti esperienze di pianificazione urbanistica abbiano introdotto misure tecnico-operative ad integrazione degli standard urbanistici basate sulla nuova valenza microclimatica ed energetica delle aree verdi, è stata effettuata una lettura dei più recenti piani regolatori e delle relative norme tecniche di attuazione dei comuni capoluogo italiani. Lo studio sembra confermare che all’interno dei processi di pianificazione locale il ruolo del verde in termini di sistema connettivo in grado di migliorare la qualità della vita sia ampliamente riconosciuto, al contrario di quello legato alle sfide di resilienza e di adattamento ai cambiamenti climatici. I risultati mostrano infatti che solo 4 città perseguono in maniera dichiarata l’obiettivo di regolazione microclimatica utilizzando, tuttavia, un approccio orientato più al disegno delle infrastrutture verdi, che alla definizione di nuovi elementi normativi in grado di definire un nuovo assetto del territorio per città più resilienti.File | Dimensione | Formato | |
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