A fronte di una forte specializzazione operativa e a parziale temperamento di tale caratteristica, per gli Istituti di Pagamento non è previsto l’obbligo di avere un oggetto sociale limitato alle sole attività finanziarie, regola questa che invece caratterizza tutti gli altri intermediari vigilati e regolamentati del t.u.l.b. Sul piano sistematico, particolare interessante riveste la previsione secondo cui i fondi dei clienti debbano essere tenuti separati dai fondi detenuti dall’Istituto di Pagamento per altre attività commerciali. L’esigenza è legata alla circostanza che gli IP «ibridi» esercitano attività più specializzate e limitate, che generano rischi molto più ristretti e più facili da monitorare e controllare di quelli derivanti dalla più ampia gamma di attività degli enti creditizi. Il regime di doppia separazione, introdotto dall’art. 33 del d.lgs. 11/2010, è stato oggetto di un’evoluzione normativa, che non ne ha tuttavia mutato il livello di tutela a favore dei clienti dell’IP. La disposizione in oggetto è stata infatti modificata dal 6° co. dell’art. 44 del d.lgs. 230/2011, che ha, per l’appunto, espunto qualsivoglia riferimento alla separazione operante tra i fondi dei singoli utenti, lasciando operare solo l’onere di tenere distinti i patrimoni degli utenti da quello dell’Istituto. Con tale modifica il legislatore supera le difficoltà poste dall’adozione di un regime di separazione che permettesse un’effettiva individuazione delle somme ricevute da ciascun utente, dalla qual, per altro,e derivava una tutela per il cliente solo formalmente più elevata rispetto a quella da ultimo apprestata.
Commento sub artt. 114-duodecies – 114-terdecies d.lgs. n. 385/1993 / Scipione, Luigi. - II:(2013), pp. 1269-1280.
Commento sub artt. 114-duodecies – 114-terdecies d.lgs. n. 385/1993
SCIPIONE Luigi
2013
Abstract
A fronte di una forte specializzazione operativa e a parziale temperamento di tale caratteristica, per gli Istituti di Pagamento non è previsto l’obbligo di avere un oggetto sociale limitato alle sole attività finanziarie, regola questa che invece caratterizza tutti gli altri intermediari vigilati e regolamentati del t.u.l.b. Sul piano sistematico, particolare interessante riveste la previsione secondo cui i fondi dei clienti debbano essere tenuti separati dai fondi detenuti dall’Istituto di Pagamento per altre attività commerciali. L’esigenza è legata alla circostanza che gli IP «ibridi» esercitano attività più specializzate e limitate, che generano rischi molto più ristretti e più facili da monitorare e controllare di quelli derivanti dalla più ampia gamma di attività degli enti creditizi. Il regime di doppia separazione, introdotto dall’art. 33 del d.lgs. 11/2010, è stato oggetto di un’evoluzione normativa, che non ne ha tuttavia mutato il livello di tutela a favore dei clienti dell’IP. La disposizione in oggetto è stata infatti modificata dal 6° co. dell’art. 44 del d.lgs. 230/2011, che ha, per l’appunto, espunto qualsivoglia riferimento alla separazione operante tra i fondi dei singoli utenti, lasciando operare solo l’onere di tenere distinti i patrimoni degli utenti da quello dell’Istituto. Con tale modifica il legislatore supera le difficoltà poste dall’adozione di un regime di separazione che permettesse un’effettiva individuazione delle somme ricevute da ciascun utente, dalla qual, per altro,e derivava una tutela per il cliente solo formalmente più elevata rispetto a quella da ultimo apprestata.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Articoli 114duodecies-114terdecies.pdf
accesso aperto
Descrizione: pdf articolo
Licenza:
Accesso privato/ristretto
Dimensione
164.76 kB
Formato
Adobe PDF
|
164.76 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.