Il contributo verte sui rapporti tra giudicato amministrativo di legittimità e riesercizio del potere amministrativo, con specifico riguardo alle controversie relative a interessi legittimi pretensivi. Dopo alcune preliminari considerazioni sul rapporto tra cognizione ed esecuzione nel processo amministrativo di legittimità, sull’ambito oggettivo del giudicato amministrativo in relazione alla situazione giuridica soggettiva dedotta nonché, in termini più generali, sui principi di effettività e di pienezza della tutela giurisdizionale, lo studio evidenzia come un ampliamento della cognizione del giudice dell'ottemperanza possa attuarsi attraverso una nozione evoluta di elusione del giudicato, che tenga conto dell'esigenza di attuare il giudicato amministrativo secondo buona fede, nonchè per effetto della acquisita qualificazione del commissario ad acta quale ausiliario del giudice. Nel trattare di tali aspetti, si evidenzia inoltre che se il concetto tradizionale di giudicato a formazione progressiva può ritenersi superato nel c.p.a. con riguardo al carattere implicito della regola traibile dal giudicato per effetto della esplicitazione del contenuto ordinatorio già al termine del giudizio di cognizione, tanto non può affermarsi relativamente al carattere della incompletezza della regola, il quale permane a fronte della peculiare applicazione del principio per cui il giudicato copre il dedotto e il deducibile nel giudizio amministrativo di sola legittimità.
L’evoluzione del rapporto tra giudicato amministrativo e successivo esercizio del potere amministrativo: riflessioni sulle tradizionali nozioni di giudicato amministrativo, giudicato a formazione progressiva e commissario ad acta alla luce del c.p.a / Mari, Giuseppina. - (2018), pp. 193-223.
L’evoluzione del rapporto tra giudicato amministrativo e successivo esercizio del potere amministrativo: riflessioni sulle tradizionali nozioni di giudicato amministrativo, giudicato a formazione progressiva e commissario ad acta alla luce del c.p.a.
Mari giuseppina
2018
Abstract
Il contributo verte sui rapporti tra giudicato amministrativo di legittimità e riesercizio del potere amministrativo, con specifico riguardo alle controversie relative a interessi legittimi pretensivi. Dopo alcune preliminari considerazioni sul rapporto tra cognizione ed esecuzione nel processo amministrativo di legittimità, sull’ambito oggettivo del giudicato amministrativo in relazione alla situazione giuridica soggettiva dedotta nonché, in termini più generali, sui principi di effettività e di pienezza della tutela giurisdizionale, lo studio evidenzia come un ampliamento della cognizione del giudice dell'ottemperanza possa attuarsi attraverso una nozione evoluta di elusione del giudicato, che tenga conto dell'esigenza di attuare il giudicato amministrativo secondo buona fede, nonchè per effetto della acquisita qualificazione del commissario ad acta quale ausiliario del giudice. Nel trattare di tali aspetti, si evidenzia inoltre che se il concetto tradizionale di giudicato a formazione progressiva può ritenersi superato nel c.p.a. con riguardo al carattere implicito della regola traibile dal giudicato per effetto della esplicitazione del contenuto ordinatorio già al termine del giudizio di cognizione, tanto non può affermarsi relativamente al carattere della incompletezza della regola, il quale permane a fronte della peculiare applicazione del principio per cui il giudicato copre il dedotto e il deducibile nel giudizio amministrativo di sola legittimità.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.