Discusso e criticato come la maggioranza delle megastrutture, il Corviale di Roma (1975-1982) rappresenta da un lato la chiara testimonianza di una stagione del pensiero architettonico, fondata sull’impegno sociale, sulla ricerca disciplinare e su vasti piani di edilizia residenziale, e dall’altro l’emblema delle periferie disagiate. Lo stesso autore Mario Fiorentino ha riconsiderato alcuni aspetti del progetto, suscitando la reazione di Franco Purini, che definisce il Corviale “utopia della realtà” con intenti del tutto benevoli. I diversi film ambientati nell’“edificio lungo un chilometro”, invece di utilizzarlo come puro sfondo scenografico, ne fanno quasi un protagonista della vicenda, se non lo spunto stesso della trama. Da Sfrattato cerca casa equo canone, del 1983, fino a Scusate se esisto del 2014 e a Zeta del 2016, il cinema ha percorso un itinerario critico parallelo a quello del sentire comune, passando dalla ridicolizzazione del progetto alla denuncia sociale e ai tentativi di riabilitazione. The Corviale building in Rome (1975-1982) has been discussed and criticized as most of the realized Italian megastructures. It represents on one hand the expression of the architectural thought of its time, which was based on the social engagement, on in-depth research and on a broad residential program; on the other hand it is the symbol of uncomfortable and impoverished peripheries. The author himself, Mario Fiorentino, has partly revised some ideas of the project, causing the reaction of Franco Purini, who defines the building an “utopia of reality” with a fully positive intention. In all the movies that have been shot at the Corviale, the “one kilometer long building” is not used just as a scenic backdrop, but it becomes protagonist of the story ad perhaps the starting point for the plot. Since Sfrattato cerca casa (1983) up to Scusate se esisto (2014) and Zeta (2016), movies and popular opinion have a parallel approach, at first ridiculing the project, then with a socially critical content and then showing the renewal tries.
’Utopia della realtà’ e immagine dell’abbandono: il Corviale nel cinema / ‘Utopia of Reality’ and Imagine of Abandonment: Corviale in Movies and Documentaries / Maglio, Andrea. - (2018), pp. 889-906.
’Utopia della realtà’ e immagine dell’abbandono: il Corviale nel cinema / ‘Utopia of Reality’ and Imagine of Abandonment: Corviale in Movies and Documentaries
maglio
2018
Abstract
Discusso e criticato come la maggioranza delle megastrutture, il Corviale di Roma (1975-1982) rappresenta da un lato la chiara testimonianza di una stagione del pensiero architettonico, fondata sull’impegno sociale, sulla ricerca disciplinare e su vasti piani di edilizia residenziale, e dall’altro l’emblema delle periferie disagiate. Lo stesso autore Mario Fiorentino ha riconsiderato alcuni aspetti del progetto, suscitando la reazione di Franco Purini, che definisce il Corviale “utopia della realtà” con intenti del tutto benevoli. I diversi film ambientati nell’“edificio lungo un chilometro”, invece di utilizzarlo come puro sfondo scenografico, ne fanno quasi un protagonista della vicenda, se non lo spunto stesso della trama. Da Sfrattato cerca casa equo canone, del 1983, fino a Scusate se esisto del 2014 e a Zeta del 2016, il cinema ha percorso un itinerario critico parallelo a quello del sentire comune, passando dalla ridicolizzazione del progetto alla denuncia sociale e ai tentativi di riabilitazione. The Corviale building in Rome (1975-1982) has been discussed and criticized as most of the realized Italian megastructures. It represents on one hand the expression of the architectural thought of its time, which was based on the social engagement, on in-depth research and on a broad residential program; on the other hand it is the symbol of uncomfortable and impoverished peripheries. The author himself, Mario Fiorentino, has partly revised some ideas of the project, causing the reaction of Franco Purini, who defines the building an “utopia of reality” with a fully positive intention. In all the movies that have been shot at the Corviale, the “one kilometer long building” is not used just as a scenic backdrop, but it becomes protagonist of the story ad perhaps the starting point for the plot. Since Sfrattato cerca casa (1983) up to Scusate se esisto (2014) and Zeta (2016), movies and popular opinion have a parallel approach, at first ridiculing the project, then with a socially critical content and then showing the renewal tries.File | Dimensione | Formato | |
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