Gli studiosi moderni generalmente negano la presenza in Grecia del termine e della nozione di autorità o si limitano a ricercare nella cultura ellenica gli stessi sistemi di relazioni sottesi al concetto romano di auctoritas. Prendendo le distanze dalla tradizionale impostazione romano-centrica, la presente indagine si sforza di individuare quali sono le esperienze dei Greci entro il quadro concettuale della loro nozione di autorità, che non si presenta come qualità intrinseca dell’auctor, ma come “facoltà” concessa a qualcuno da una fonte esterna. L’analisi delle diverse forme di autorità e degli agenti che le incarnano si intreccia con lo studio dei luoghi fisici e delle pratiche sociali e rituali che hanno lo scopo di costruire e rendere visibile la rete dei rapporti di forza, in cui emerge in forma dinamica e dialettica la posizione di preminenza del leader. Un’attenzione particolare è dedicata ai casi in cui il principio di autorità non è incarnato da un soggetto umano, dalla sua persona o dalla sua parola, ma da un artefatto ritualmente soggettivizzato, dotato di agency, e a quei prodotti culturali della coscienza collettiva (racconti delle balie, voci e dicerie, il nómos), la cui autorità risiede “paradossalmente” nel non avere un autore chiaramente identificabile e dunque nell’essere in qualche modo la parola di tutti, creazione sociale riattualizzata ad ogni performance da enunciatori interscambiabili.
Questione d’autorità. Un’antropologia della leadership nella cultura greca / Pisano, Carmine. - 11:(2019), pp. 1-239.
Questione d’autorità. Un’antropologia della leadership nella cultura greca
PISANO CARMINE
2019
Abstract
Gli studiosi moderni generalmente negano la presenza in Grecia del termine e della nozione di autorità o si limitano a ricercare nella cultura ellenica gli stessi sistemi di relazioni sottesi al concetto romano di auctoritas. Prendendo le distanze dalla tradizionale impostazione romano-centrica, la presente indagine si sforza di individuare quali sono le esperienze dei Greci entro il quadro concettuale della loro nozione di autorità, che non si presenta come qualità intrinseca dell’auctor, ma come “facoltà” concessa a qualcuno da una fonte esterna. L’analisi delle diverse forme di autorità e degli agenti che le incarnano si intreccia con lo studio dei luoghi fisici e delle pratiche sociali e rituali che hanno lo scopo di costruire e rendere visibile la rete dei rapporti di forza, in cui emerge in forma dinamica e dialettica la posizione di preminenza del leader. Un’attenzione particolare è dedicata ai casi in cui il principio di autorità non è incarnato da un soggetto umano, dalla sua persona o dalla sua parola, ma da un artefatto ritualmente soggettivizzato, dotato di agency, e a quei prodotti culturali della coscienza collettiva (racconti delle balie, voci e dicerie, il nómos), la cui autorità risiede “paradossalmente” nel non avere un autore chiaramente identificabile e dunque nell’essere in qualche modo la parola di tutti, creazione sociale riattualizzata ad ogni performance da enunciatori interscambiabili.File | Dimensione | Formato | |
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