Si procede al riesame dell'attività pittorica di Lorenzo Lippi (Firenze, 1606-1665) nel suo rapporto, cronologico e teorico, con quella letteraria, e in particolare con gli svolgimenti del dibattito, dentro e fuori l'Accademia della Crusca, sulla questione della lingua fiorentina. Si comprende così la sua presa di distanza dal gusto barocco, importato a Firenze da Pietro da Cortona, e il suo rifiuto di Correggio, in quanto fonte di esso. La ricerca di Lippi si concentra dunque su quei modelli del primo classicismo fiorentino che, sul finire del Cinquecento, per motivazioni diverse, erano stati riportati in auge da Santi di Tito. L'opera di Lippi, alla quale si affiancavano la pittura di Ottavio Vannini e la scultura di Antonio Novelli, si configura quindi come l'esito di un progetto di rilancio della tradizione fiorentina non come forma di arretratezza passatista, bensì come proposta di una possibile opzione moderna di stile "naturale" alternativo allo stile "magnifico" del barocco. Infine si sottolinea il ruolo della figura e degli scritti del gesuita Daniello Bartoli nella difesa di uno stile "puro, semplice e naturale".
Lorenzo Lippi e la "tradizione dell'ordinario" / Pizzorusso, Claudio. - (2014), pp. 56-79.
Lorenzo Lippi e la "tradizione dell'ordinario"
Claudio Pizzorusso
2014
Abstract
Si procede al riesame dell'attività pittorica di Lorenzo Lippi (Firenze, 1606-1665) nel suo rapporto, cronologico e teorico, con quella letteraria, e in particolare con gli svolgimenti del dibattito, dentro e fuori l'Accademia della Crusca, sulla questione della lingua fiorentina. Si comprende così la sua presa di distanza dal gusto barocco, importato a Firenze da Pietro da Cortona, e il suo rifiuto di Correggio, in quanto fonte di esso. La ricerca di Lippi si concentra dunque su quei modelli del primo classicismo fiorentino che, sul finire del Cinquecento, per motivazioni diverse, erano stati riportati in auge da Santi di Tito. L'opera di Lippi, alla quale si affiancavano la pittura di Ottavio Vannini e la scultura di Antonio Novelli, si configura quindi come l'esito di un progetto di rilancio della tradizione fiorentina non come forma di arretratezza passatista, bensì come proposta di una possibile opzione moderna di stile "naturale" alternativo allo stile "magnifico" del barocco. Infine si sottolinea il ruolo della figura e degli scritti del gesuita Daniello Bartoli nella difesa di uno stile "puro, semplice e naturale".File | Dimensione | Formato | |
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