A partire dagli anni Settanta, il cambiamento delle logiche e delle dinamiche localizzative intervenuto nei Paesi avanzati, ha inaugurato la stagione della dismissione e, conseguentemente, quella della formazione dei cosiddetti “vuoti urbani”. Al fenomeno della dismissione, che ha interessato l’intero Paese, non potevano sfuggire la Campania e l’area metropolitana di Napoli, dove l’abbandono delle attività produttive e la conseguente formazione dei vuoti urbani, hanno portato al soffocamento del tessuto produttivo, nel quadro di un’economia già di per sé debole e non autonoma. In particolare, ad essere interessate da questi fenomeni, sono state soprattutto la periferia orientale ed occidentale di Napoli le quali, sin dall’età borbonica, per le favorevoli condizioni territoriali -morfologiche e di accessibilità- hanno rappresentato le aree preferenziali per la localizzazione di industrie -per lo più manifatturiere e belliche- che, nei decenni successivi, sono state affiancate da molte altri stabilimenti di diversi comparti. L’obiettivo del lavoro è quello di analizzare lo stato di questi vuoti ed i piani di riuso eventualmente messi in atto, per dimostrare che, anche nell’area metropolitana di Napoli, i vuoti, in quanto occasioni di riprogettazione e di ridisegno dello spazio urbano in chiave innovativa e sostenibile, possono rappresentare delle reali occasioni di valorizzazione e sviluppo locale. Gli strumenti messi in atto per condurre l’analisi sono alcuni tra quelli tradizionali della disciplina geografica. In particolare, il confronto di rappresentazioni cartografiche e fotografiche di epoche diverse mette in evidenza i segni del cambiamento e l’eventuale riuso o dismissione degli spazi e degli edifici. Il lavoro si conclude con l’analisi dei piani di riuso previsti per l’area in esame, per valutarne lo stato dell’opera e l’efficacia.
DINAMICHE INDUSTRIALI E NUOVI ASSETTI TERRITORIALI. Le periferie di Napoli tra vuoti urbani e prospettive di valorizzazione / Palmentieri, Stefania. - 1:(2018).
DINAMICHE INDUSTRIALI E NUOVI ASSETTI TERRITORIALI. Le periferie di Napoli tra vuoti urbani e prospettive di valorizzazione
Stefania Palmentieri
2018
Abstract
A partire dagli anni Settanta, il cambiamento delle logiche e delle dinamiche localizzative intervenuto nei Paesi avanzati, ha inaugurato la stagione della dismissione e, conseguentemente, quella della formazione dei cosiddetti “vuoti urbani”. Al fenomeno della dismissione, che ha interessato l’intero Paese, non potevano sfuggire la Campania e l’area metropolitana di Napoli, dove l’abbandono delle attività produttive e la conseguente formazione dei vuoti urbani, hanno portato al soffocamento del tessuto produttivo, nel quadro di un’economia già di per sé debole e non autonoma. In particolare, ad essere interessate da questi fenomeni, sono state soprattutto la periferia orientale ed occidentale di Napoli le quali, sin dall’età borbonica, per le favorevoli condizioni territoriali -morfologiche e di accessibilità- hanno rappresentato le aree preferenziali per la localizzazione di industrie -per lo più manifatturiere e belliche- che, nei decenni successivi, sono state affiancate da molte altri stabilimenti di diversi comparti. L’obiettivo del lavoro è quello di analizzare lo stato di questi vuoti ed i piani di riuso eventualmente messi in atto, per dimostrare che, anche nell’area metropolitana di Napoli, i vuoti, in quanto occasioni di riprogettazione e di ridisegno dello spazio urbano in chiave innovativa e sostenibile, possono rappresentare delle reali occasioni di valorizzazione e sviluppo locale. Gli strumenti messi in atto per condurre l’analisi sono alcuni tra quelli tradizionali della disciplina geografica. In particolare, il confronto di rappresentazioni cartografiche e fotografiche di epoche diverse mette in evidenza i segni del cambiamento e l’eventuale riuso o dismissione degli spazi e degli edifici. Il lavoro si conclude con l’analisi dei piani di riuso previsti per l’area in esame, per valutarne lo stato dell’opera e l’efficacia.File | Dimensione | Formato | |
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