I due grandi controargomenti che nei paesi di lingua tedesca si possono individuare nel dibattito pubblico e in quello scientifico rispetto al passaggio all’inglese della comunicazione scientifica, tecnica e accademica possono essere caratterizzati come l’argomento humboldtiano da un lato (ovvero il nesso essenziale fra lingua e conoscenza) e l’argomento della “soziale Verpflichtung” dall’altro (ovvero il nesso essenziale fra lingua e socializzazione della conoscenza). Gli aspetti che emergono nel dibattito relativo alla “soziale Verpflichtung” sono senz’altro significativi e mostrano i limiti di una frettolosa e acritica rinuncia tout court al tedesco delle scienze in favore dell’inglese: la trasmissione del sapere in termini di istruzione e divulgazione resta un tema rilevante, perché comunque esistono comunità nazionali, e non può avvenire se il processo di costruzione funzionale della lingua nazionale si interrompe. Importante è tuttavia il modo in cui il rapporto lingua/ nazione viene impostato: in modo tale cioè che sia preservato il meccanismo proprio dei processi di costruzione funzionale della lingua ovvero di formazione della Kultursprache, che si fonda sui bisogni e sull’azione di una comunità linguistica o nazione, prima ancora che fondare una comunità linguistica o nazione, secondo l’assunto tipico dei nazionalismi, e dunque rappresentare l’oggetto di un tentativo di difesa in quanto fondativa. Il diffuso richiamo alla grande tradizione del tedesco delle scienze, che pure è incontestabile, rischia in questo senso di essere pericoloso. Lo spazio linguistico del tedesco (come delle altre lingue nazionali) rispetto alla sua “soziale Verpflichtung” non discende dalle virtù della lingua nazionale, né dalla difesa della nazione attraverso la lingua, bensì da un compito linguistico che ci si pone (e che ovviamente ci può anche non porre): quello di una Kultursprache, che si lega alla comunità linguistica che pone tale compito e da essa dipende. Non è il passato, né il presente di una lingua in gioco, ma il suo futuro, che è determinato dalla posizione o meno di tale compito. In altri termini il punto di debolezza più evidente nella difesa del tedesco come lingua delle scienze, che incrocia il problema del rapporto lingua/nazione, può apparire proprio nel suo punto di partenza: nel presupposto apparentemente ovvio di considerare il rapporto fra inglese e tedesco come un confronto fra lingue, mentre in realtà si tratta di un rapporto fra testi, si pone in termini di operazioni testuali, e di possibilità differenziate di piena costruzione funzionale.
Sulla nuova "questione della lingua": lingue nazionali e socializzazione della conoscenza nell'esempio del tedesco / Bongo, Giancarmine. - (2018), pp. 143-157.
Sulla nuova "questione della lingua": lingue nazionali e socializzazione della conoscenza nell'esempio del tedesco
Giancarmine Bongo
2018
Abstract
I due grandi controargomenti che nei paesi di lingua tedesca si possono individuare nel dibattito pubblico e in quello scientifico rispetto al passaggio all’inglese della comunicazione scientifica, tecnica e accademica possono essere caratterizzati come l’argomento humboldtiano da un lato (ovvero il nesso essenziale fra lingua e conoscenza) e l’argomento della “soziale Verpflichtung” dall’altro (ovvero il nesso essenziale fra lingua e socializzazione della conoscenza). Gli aspetti che emergono nel dibattito relativo alla “soziale Verpflichtung” sono senz’altro significativi e mostrano i limiti di una frettolosa e acritica rinuncia tout court al tedesco delle scienze in favore dell’inglese: la trasmissione del sapere in termini di istruzione e divulgazione resta un tema rilevante, perché comunque esistono comunità nazionali, e non può avvenire se il processo di costruzione funzionale della lingua nazionale si interrompe. Importante è tuttavia il modo in cui il rapporto lingua/ nazione viene impostato: in modo tale cioè che sia preservato il meccanismo proprio dei processi di costruzione funzionale della lingua ovvero di formazione della Kultursprache, che si fonda sui bisogni e sull’azione di una comunità linguistica o nazione, prima ancora che fondare una comunità linguistica o nazione, secondo l’assunto tipico dei nazionalismi, e dunque rappresentare l’oggetto di un tentativo di difesa in quanto fondativa. Il diffuso richiamo alla grande tradizione del tedesco delle scienze, che pure è incontestabile, rischia in questo senso di essere pericoloso. Lo spazio linguistico del tedesco (come delle altre lingue nazionali) rispetto alla sua “soziale Verpflichtung” non discende dalle virtù della lingua nazionale, né dalla difesa della nazione attraverso la lingua, bensì da un compito linguistico che ci si pone (e che ovviamente ci può anche non porre): quello di una Kultursprache, che si lega alla comunità linguistica che pone tale compito e da essa dipende. Non è il passato, né il presente di una lingua in gioco, ma il suo futuro, che è determinato dalla posizione o meno di tale compito. In altri termini il punto di debolezza più evidente nella difesa del tedesco come lingua delle scienze, che incrocia il problema del rapporto lingua/nazione, può apparire proprio nel suo punto di partenza: nel presupposto apparentemente ovvio di considerare il rapporto fra inglese e tedesco come un confronto fra lingue, mentre in realtà si tratta di un rapporto fra testi, si pone in termini di operazioni testuali, e di possibilità differenziate di piena costruzione funzionale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.