Il paesaggio agricolo definito dalla trama che struttura il disegno del suolo nella Piana di Pompei assume l'aspetto precario tipico delle periferie metropolitane. In esso si avverte la sensazione di spossessamento ed estraneità di un paesaggio che sembrerebbe sempre sul punto di disvelare la propria bellezza, come fosse inconsciamente conservata, ma che invece viene sopraffatto dal degrado diffuso. La tipologia locale di casa rurale è propria delle aree orticole: non viene mai restaurata anche perché, priva di corti, presenta in genere una bassa qualità architettonica e funzionale. Cancellando o dissimulando completamente i luoghi nativi, si è preferito costruire edifici nuovi, in cemento armato e spesso a più piani dei quali solo il primo e l'ultimo vengono completati. Gli individui non sono più educati alla quotidiana frequentazione con la bellezza dell'architettura e l'armonia degli spazi che si sono depositati nella successione dei secoli; come se, spezzato l'arcaico legame, gli abitanti avessero smarrito la capacità di riconoscere il bello, attività questa che presuppone la profonda comprensione di quanto ci circonda, inclusa la memoria culturale dei luoghi. A tale sorta di blocco psicologico che, inverando una sorta di nemesi compensatrice, si è opposto al riuso delle abitazioni rurali nelle quali probabilmente tante miserie e sofferenze erano state patite, si sottraggono poche eccezioni, quali la masseria Piscicelli, ancora conservata e interessata da recenti lavori di risanamento, e alcuni aggregati di case contadine tra la via Ripuaria e l'innesto di via Ponte Izzo che conservano ancora l'aspetto originario. In altri più frequenti casi, come quello della masseria Coppola, le trasformazioni rendono pressocché irriconoscibili le configurazioni originarie che risultano trasfigurate in orrende combinazioni di volumi. Un caso particolare è costituito dalla masseria Curati, localizzabile in prossimità della zona archeologica presso Porta Marina Inferiore. Il grande edificio - o meglio il suo spettro - la cui origine rurale risulta ormai umiliata nell'aspetto di un grande scheletro abbandonato, alto e isolato nella zona di colture orticole a valle dell'autostrada e dei suoi svincoli, è il risultato di improprie e incompiute sopraelevazioni e di un permanente degrado, dove il senso dell'antico risulta violato e il paesaggio agricolo appare senza memoria.

Il ruolo della casa rurale nella conservazione dell’identità del paesaggio agricolo di Pompei. Masseria Curati / DELLA CORTE, Teresa. - (2011), pp. 489-493.

Il ruolo della casa rurale nella conservazione dell’identità del paesaggio agricolo di Pompei. Masseria Curati

Teresa Della Corte
2011

Abstract

Il paesaggio agricolo definito dalla trama che struttura il disegno del suolo nella Piana di Pompei assume l'aspetto precario tipico delle periferie metropolitane. In esso si avverte la sensazione di spossessamento ed estraneità di un paesaggio che sembrerebbe sempre sul punto di disvelare la propria bellezza, come fosse inconsciamente conservata, ma che invece viene sopraffatto dal degrado diffuso. La tipologia locale di casa rurale è propria delle aree orticole: non viene mai restaurata anche perché, priva di corti, presenta in genere una bassa qualità architettonica e funzionale. Cancellando o dissimulando completamente i luoghi nativi, si è preferito costruire edifici nuovi, in cemento armato e spesso a più piani dei quali solo il primo e l'ultimo vengono completati. Gli individui non sono più educati alla quotidiana frequentazione con la bellezza dell'architettura e l'armonia degli spazi che si sono depositati nella successione dei secoli; come se, spezzato l'arcaico legame, gli abitanti avessero smarrito la capacità di riconoscere il bello, attività questa che presuppone la profonda comprensione di quanto ci circonda, inclusa la memoria culturale dei luoghi. A tale sorta di blocco psicologico che, inverando una sorta di nemesi compensatrice, si è opposto al riuso delle abitazioni rurali nelle quali probabilmente tante miserie e sofferenze erano state patite, si sottraggono poche eccezioni, quali la masseria Piscicelli, ancora conservata e interessata da recenti lavori di risanamento, e alcuni aggregati di case contadine tra la via Ripuaria e l'innesto di via Ponte Izzo che conservano ancora l'aspetto originario. In altri più frequenti casi, come quello della masseria Coppola, le trasformazioni rendono pressocché irriconoscibili le configurazioni originarie che risultano trasfigurate in orrende combinazioni di volumi. Un caso particolare è costituito dalla masseria Curati, localizzabile in prossimità della zona archeologica presso Porta Marina Inferiore. Il grande edificio - o meglio il suo spettro - la cui origine rurale risulta ormai umiliata nell'aspetto di un grande scheletro abbandonato, alto e isolato nella zona di colture orticole a valle dell'autostrada e dei suoi svincoli, è il risultato di improprie e incompiute sopraelevazioni e di un permanente degrado, dove il senso dell'antico risulta violato e il paesaggio agricolo appare senza memoria.
2011
9788889367605
Il ruolo della casa rurale nella conservazione dell’identità del paesaggio agricolo di Pompei. Masseria Curati / DELLA CORTE, Teresa. - (2011), pp. 489-493.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/752852
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