Gli ordini non furono affrontati nel Rinascimento come un ritorno all’antico: si venne piuttosto delineando e rafforzando nel corso del Cinquecento l’esigenza di un metodo razionale per l’applicazione del linguaggio antico all’architettura del proprio tempo e la necessità di uno strumento di supporto nella progettazione e nell’uso pratico degli ordini che contenesse le modalità di trascrizione delle forme del passato e dell’articolato sistema proporzionale che in esse risultava non univocamente individuabile. Il canone degli ordini architettonici raggiunse la sua struttura definitiva solo nella seconda metà del Cinquecento, dando esito alle numerose ricerche condotte sugli antichi ordini fin dal secolo precedente quando, all’interno della cultura umanistica e in seguito alla riscoperta del trattato vitruviano, si accrebbe l’interesse per l’architettura classica e si avviò la trattatistica rinascimentale. Il metodo elaborato da Jacopo Barozzi da Vignola fu il primo a risolvere efficacemente questa frattura tra teoria e prassi presentandosi quale ‘regola generale’ per la progettazione degli ordini architettonici. La compresenza dei due termini ‘regola’ e ‘ordine’ rilevabile fin dal titolo Regola delli cinque ordini di Architettura, già contemporaneamente al Vignola, è stata spesso fraintesa imputando al binomio caratteri di inflessibilità, imposizione, freddezza. Tale giudizio è chiaramente scorretto. Le accuse mosse al Vignola di pedanteria, di eccessivo rigore e tediosità hanno certamente avuto anche origine dalla stessa posizione storica dell’architetto emiliano che non ha permesso una equilibrata valutazione della sua opera: rispetto al coevo ambito culturale del Rinascimento maturo e del Manierismo, Vignola è stato erroneamente giudicato come uomo della norma e del ripiegamento espressivo. In tempi più recenti è stato E, invero, a monte delle applicazioni della Regola delli cinque ordini, gli aspetti di flessibilità e creatività compositiva che Vignola dimostrò nelle sue opere costruite si riscontrano contenuti in vari punti del trattato. Jacopo Barozzi da Vignola rese congruenti, in un unico sistema coerente costituito dalla sua Regola delli cinque ordini d’Architettura i rapporti proporzionali che aveva individuato attraverso lo studio dei modelli classici, già riportati in maniera disgiunta nel Libro quarto del trattato L’Architettura di Sebastiano Serlio. L’opera teorica di Serlio si era posta alla stregua di un insieme di modelli atti a conformare i cinque ordini di colonne, apportando un’utilità limitata al lavoro degli architetti che si trovarono a dover applicare rapporti proporzionali tra le parti non dotati di univocità e in parte contraddittori. A fronte delle regole teoriche indicate nelle estese didascalie serliane, erano i disegni di rilievo delle antichità con le rispettive, divergenti, strutture proporzionali.

Gli Ordini Architettonici. Ermeneutica e "Regola delli cinque ordini d'Architettura". Il proporzionamento dei cinque ordini secondo il Vignola / DELLA CORTE, Teresa. - (2018), pp. 128-145.

Gli Ordini Architettonici. Ermeneutica e "Regola delli cinque ordini d'Architettura". Il proporzionamento dei cinque ordini secondo il Vignola.

Teresa Della Corte
2018

Abstract

Gli ordini non furono affrontati nel Rinascimento come un ritorno all’antico: si venne piuttosto delineando e rafforzando nel corso del Cinquecento l’esigenza di un metodo razionale per l’applicazione del linguaggio antico all’architettura del proprio tempo e la necessità di uno strumento di supporto nella progettazione e nell’uso pratico degli ordini che contenesse le modalità di trascrizione delle forme del passato e dell’articolato sistema proporzionale che in esse risultava non univocamente individuabile. Il canone degli ordini architettonici raggiunse la sua struttura definitiva solo nella seconda metà del Cinquecento, dando esito alle numerose ricerche condotte sugli antichi ordini fin dal secolo precedente quando, all’interno della cultura umanistica e in seguito alla riscoperta del trattato vitruviano, si accrebbe l’interesse per l’architettura classica e si avviò la trattatistica rinascimentale. Il metodo elaborato da Jacopo Barozzi da Vignola fu il primo a risolvere efficacemente questa frattura tra teoria e prassi presentandosi quale ‘regola generale’ per la progettazione degli ordini architettonici. La compresenza dei due termini ‘regola’ e ‘ordine’ rilevabile fin dal titolo Regola delli cinque ordini di Architettura, già contemporaneamente al Vignola, è stata spesso fraintesa imputando al binomio caratteri di inflessibilità, imposizione, freddezza. Tale giudizio è chiaramente scorretto. Le accuse mosse al Vignola di pedanteria, di eccessivo rigore e tediosità hanno certamente avuto anche origine dalla stessa posizione storica dell’architetto emiliano che non ha permesso una equilibrata valutazione della sua opera: rispetto al coevo ambito culturale del Rinascimento maturo e del Manierismo, Vignola è stato erroneamente giudicato come uomo della norma e del ripiegamento espressivo. In tempi più recenti è stato E, invero, a monte delle applicazioni della Regola delli cinque ordini, gli aspetti di flessibilità e creatività compositiva che Vignola dimostrò nelle sue opere costruite si riscontrano contenuti in vari punti del trattato. Jacopo Barozzi da Vignola rese congruenti, in un unico sistema coerente costituito dalla sua Regola delli cinque ordini d’Architettura i rapporti proporzionali che aveva individuato attraverso lo studio dei modelli classici, già riportati in maniera disgiunta nel Libro quarto del trattato L’Architettura di Sebastiano Serlio. L’opera teorica di Serlio si era posta alla stregua di un insieme di modelli atti a conformare i cinque ordini di colonne, apportando un’utilità limitata al lavoro degli architetti che si trovarono a dover applicare rapporti proporzionali tra le parti non dotati di univocità e in parte contraddittori. A fronte delle regole teoriche indicate nelle estese didascalie serliane, erano i disegni di rilievo delle antichità con le rispettive, divergenti, strutture proporzionali.
2018
9788860492883
Gli Ordini Architettonici. Ermeneutica e "Regola delli cinque ordini d'Architettura". Il proporzionamento dei cinque ordini secondo il Vignola / DELLA CORTE, Teresa. - (2018), pp. 128-145.
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