Negli ultimi decenni il processo di liberalizzazione degli scambi, il calo dei costi di trasporto e lo sviluppo delle nuove tecnologie di comunicazione hanno reso possibile lo sfruttamento di rilevanti differenziali di costo tra economie, creando le condizioni per un massivo trasferimento di segmenti produttivi. La produzione manifatturiera è divenuta così geograficamente molto più diversificata, mentre le traiettorie degli scambi mondiali si sono rimodulate sulla base di criteri legati alle logiche di produzione. Oltre la metà del commercio internazionale, infatti, è oggi composto di beni intermedi, che rientrano poi come input nei processi industriali. La formazione di catene del valore frazionate globalmente ha consentito a molti paesi emergenti una buona dinamica del prodotto interno lordo grazie alla rapida industrializzazione export led, conseguita specializzandosi nella produzione di singole componenti, generalmente caratterizzate da una maggiore intensità di lavoro, senza necessariamente sviluppare tutta la complessa rete produttiva. La partecipazione alle catene del valore, tuttavia, non è esente da rischi. Esse si configurano, infatti, come un canale di rapida trasmissione degli shock reali e finanziari, per cui un calo della domanda di beni finali si riflette subito sulla domanda di beni intermedi, con conseguenze importanti sulle imprese e dunque sull’occupazione locale. In tutto questo processo, la geografia non è neutrale. La prossimità rispetto ai principali poli di attività economica (compresi i mercati), la quantità e la qualità delle relazioni con i partner commerciali e il loro livello di integrazione nelle catene del valore regionali e globali, sono infatti, insieme alla dotazione di materie prime e alla dimensione delle imprese, fattori estremamente rilevanti per l’innesco di un processo di convergenza delle economie emergenti.
Quale manifatturiero per lo sviluppo? Evidenze geografiche nella prospettiva delle Global Value Chains / Simonetti, Lucia. - (2019), pp. 11-28.
Quale manifatturiero per lo sviluppo? Evidenze geografiche nella prospettiva delle Global Value Chains
lucia simonetti
2019
Abstract
Negli ultimi decenni il processo di liberalizzazione degli scambi, il calo dei costi di trasporto e lo sviluppo delle nuove tecnologie di comunicazione hanno reso possibile lo sfruttamento di rilevanti differenziali di costo tra economie, creando le condizioni per un massivo trasferimento di segmenti produttivi. La produzione manifatturiera è divenuta così geograficamente molto più diversificata, mentre le traiettorie degli scambi mondiali si sono rimodulate sulla base di criteri legati alle logiche di produzione. Oltre la metà del commercio internazionale, infatti, è oggi composto di beni intermedi, che rientrano poi come input nei processi industriali. La formazione di catene del valore frazionate globalmente ha consentito a molti paesi emergenti una buona dinamica del prodotto interno lordo grazie alla rapida industrializzazione export led, conseguita specializzandosi nella produzione di singole componenti, generalmente caratterizzate da una maggiore intensità di lavoro, senza necessariamente sviluppare tutta la complessa rete produttiva. La partecipazione alle catene del valore, tuttavia, non è esente da rischi. Esse si configurano, infatti, come un canale di rapida trasmissione degli shock reali e finanziari, per cui un calo della domanda di beni finali si riflette subito sulla domanda di beni intermedi, con conseguenze importanti sulle imprese e dunque sull’occupazione locale. In tutto questo processo, la geografia non è neutrale. La prossimità rispetto ai principali poli di attività economica (compresi i mercati), la quantità e la qualità delle relazioni con i partner commerciali e il loro livello di integrazione nelle catene del valore regionali e globali, sono infatti, insieme alla dotazione di materie prime e alla dimensione delle imprese, fattori estremamente rilevanti per l’innesco di un processo di convergenza delle economie emergenti.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Simonetti*.pdf
solo utenti autorizzati
Descrizione: contributo in volume aracne
Tipologia:
Documento in Post-print
Licenza:
Accesso privato/ristretto
Dimensione
391.12 kB
Formato
Adobe PDF
|
391.12 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.